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Viadotto Pontet e disagi a Primiero, Dallapiccola e Demagri interrogano la PAT: “C’è stato dialogo con il Veneto? Quando la fine dei lavori?”

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I consiglieri provinciali del PATT, Michele Dallapiccola e Paola Demagri, con una interrogazione hanno chiesto chiarimenti alla Provincia sul cantiere del viadotto di Pontet nel comune di Sovramonte (Belluno), che crea disagi al traffico sul versante di Primiero (Trento)

La coda di auto in uscita da Primiero domenica sera 3 ottobre a causa del semaforo a Pontet

 

Trento – I consiglieri provinciali autonomisti, Michele Dallapiccola e Paola Demagri, chiedono alla provincia di Trento: se ci sono state interlocuzioni con la Regione Veneto per gestire al meglio i disagi provocati da un inevitabile cantiere di manutenzione, ma soprattutto entro quando è prevista la fine dei lavori.

“Si tratta di un’infrastruttura – scrivono i consiglieri provinciali trentini – ad essenziale servizio della nostra Comunità provinciale. Sono stati molti i residenti locali a dover subire code chilometriche. A provocarle un semaforo che regolamenta il cantiere. Ad aggravare la percezione del problema c’è una constatazione. Tutto sembra iniziato tra capo e collo senza che ci sia stata un’adeguata informazione sul suo posizionamento. Un problema transitorio che cela preoccupazioni profonde. La vicenda è sintomatica e soprattutto ferale di alcune considerazioni di più elevato carattere generale.

Alcune immagini del cantiere con la trave ‘ammalorata’ da sostituire

Innanzitutto – si legge nell’interrogazione – pone dei dubbi sulla capacità della nostra Provincia di dialogare con le Regioni vicine. Se non siamo capaci di organizzare un semplice cantiere immaginiamoci opere di ben più estesa importanza. Tra tutte la Valdastico. Metaforicamente, questo stato di cose porta a chiedersi se Zaia e Fugatti siano capaci di parlarsi. Al di là di questa ironica considerazione – che probabilmente non avrà mai risposta – rimane l’enorme disagio per questa comunità. Evitare la chilometrica coda che si forma a causa del semaforo a senso unico alternato è opera ardua. La “fuga” è infatti possibile solo su tre passi dolomitici, afflitti per altro da numerosi problemi idrogeologici; il Brocon per il Vanoi (verso una nuova chiusura a breve per lavori di esbosco), il Cereda verso Belluno per il centro valle e il Rolle sulla Val di Fiemme per la zona di San Martino.

La preoccupazione è più che tangibile – continuano Dallapiccola e Demagri – e deriva dall’esperienza pregressa. In Provincia di Trento per il rifacimento di un viadotto nel culmine della stagione estiva, la Valle dei Laghi ha dovuto patire ritardi dannosissimi lungo tutta la stagione. Più in generale questa vicenda riporta alla ribalta della cronaca il rapporto città – valli e alla difficile situazione legata alle infrastrutture. Chi sceglie di vivere in montagna deve in qualche maniera subire maggiori disagi, rispetto alla più comoda città.

Se una politica attenta ai territori si dedicasse meno agli slogan è più all’operatività di ciò che avviene anche in periferia questi episodi non dovrebbero succedere. Apprendiamo dalla stampa di opere milionarie che dovrebbero collegare territori di confine date per fatte dopo decenni di discussioni. In questo caso, il tunnel di Valvestino è forse il monumento più iconico alla superficialità degli annunci leghisti. Una Provincia – conclude il PATT – che regimenta il doppio senso di marcia su lavori di cantiere di un banale viadotto. Immaginiamoci la stessa amministrazione alle prese con l’indirizzo di partenza dei lavori di collegamento tra San Martino e il Passo Rolle. Sarà forse una voce fuori dal coro la nostra – concludono -, ma come esponenti del Partito Autonomista non possiamo ignorare la denuncia di questo stato di cose”.

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