NordEst

Veneto, Imu e giovani: esentare gli under 35?

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I giovani e le giovani famiglie vanno sostenute con i fatti: gli under 35 siano esentati dal pagamento dell’IMU per dieci anni dall’acquisto della prima casa. Sarebbe una dimostrazione concreta di vicinanza ad una gioventù che ha oggi parecchi motivi di non essere ottimista e contribuirebbe a sostenere un mercato immobiliare asfittico. E’ quanto ha chiesto formalmente l’assessore alla tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato con una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, al quale ha sottolineato come sia necessario sostenere i nostri giovani per cercare di costruire più solide basi per il futuro. “La ripresa non può che vederli protagonisti o rischia di essere solo un sussulto momentaneo”, ha sostenuto Manzato.
 
In Italia i giovani tra i 18 e i 35 anni sono 12 milioni: circa un quinto della popolazione residente nel nostro Paese. “Togliere loro la preoccupazione dell’IMU si tradurrebbe, tra l’altro – ha sottolineato Manzato – in una maggior liquidità, magari modesta ma certo utile e forse indispensabile, per chi vuole costruire il proprio progetto di vita. Questo poi si rifletterebbe anche in un aumento dei consumi, creando valore che ricade positivamente sul sistema economico nazionale”. In questo momento, al contrario, su di loro pesano precarietà e incertezze, assenza di agevolazioni e supporti sociali, prospettive di crescita aleatorie, difficoltà nell’ipotizzare di creare una famiglia, assenza di garanzie e quasi impossibilità di accesso al credito, peraltro molto caro.
 
“Paesi a noi vicini, come la Slovenia, Germania, Francia e Austria, per non parlare degli Stati scandinavi, applicano politiche che prevedono massicce agevolazioni per i ragazzi che desiderano vivere da soli, per gli studenti e per le giovani famiglie. Si va dagli affitti ridotti ai trasporti gratuiti, dagli asili nido a costi accessibilissimi ad agevolazioni per le attività culturali, la formazione e così via. Il nostro Paese non sembra pronto ad applicare politiche analoghe – ha concluso l’assessore veneto – ma dobbiamo invertire questa tendenza. L’esenzione dall’IMU sarebbe un comprensibile e condivisibile punto d’inizio”.
 
Quando lo Stato è debitore – “Le belle parole si arenano di fronte ad un debito dello Stato di quasi 15 milioni di euro nei confronti di tre tra le maggiori cooperative lattiero – casearie del Veneto. Qui non si tratta solo di erogare rapidamente il dovuto, se non altro per garantire liquidità a società che svolgono al meglio una funzione economica, occupazionale e di valorizzazione del made in Italy, ma di evitare un possibile collasso del settore lattiero caseario, oberato da importazioni e da una sostanziale non politica nazionale”. Franco Manzato, assessore regionale all’agricoltura e alla tutela del consumatore, commenta “ruvidamente” l’allarme lanciato oggi da Latteria di Soligo, Latterie Vicentine e La Centrale del Latte di Vicenza, alle quali dal 3° Trimestre 2010 lo Stato non paga i rimborsi IVA, per una cifra totale che al 4° trimestre 2011 ha raggiunto i 14.662.056 ed è destinata a salire ancora.
 
Si tratta di tre aziende alle quali fanno riferimento circa 850 aziende agricole conferenti, che danno lavoro a centinaia di persone tra dipendenti e indotto, che hanno una clientela ottima e prodotti trasformati di altissimo livello, in buona parte a Denominazione. I mancati rimborsi IVA rischiano di metterle in crisi, pur in presenza di un mercato tutto sommato positivo. “Da parte dello Stato è più che una ‘disattenzione’ – ha aggiunto Manzato – ed è l’ennesima dimostrazione di una concezione centralista che giustifica con tranquillità ciò che ad un cittadino non è, giustamente, permesso. Se ci fosse chi è debitore per una cifra analoga nei confronti dello Stato, avrebbe Equitalia alle calcagna e sarebbe stato sottoposto a pignoramenti coatti.

Essere a credito è, evidentemente, un’altra cosa, anche se un avvitamento dell’economia generata da queste imprese cooperative sarebbe per lo Stato molto più costosa di un mancato pagamento del dovuto. Questa non è equità – ha concluso Manzato – e la considero anche una ulteriore testimonianza di disinteresse e superficialità per un comparto produttivo, quello agricolo, che sta dando molto al nostro Paese, ma è trattato da troppo tempo con ingratitudine”.

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