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Vajont, Zaia: “Diventi giorno della responsabilità verso il territorio”

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Le quasi 2 mila vittime di quella superbia umana ci ripetono ogni giorno che la sicurezza del territorio è una priorità assoluta

Disastro_Vajont

Longarone (Belluno)  – “L’anniversario dei morti del Vajont deve diventare per il Veneto e per l’intero Paese il giorno della responsabilità verso il territorio. Le quasi 2 mila vittime di quella superbia umana ci ripetono, non solo oggi ma ogni giorno, che la sicurezza del territorio è una priorità assoluta, che non va solo predicata ma concretamente perseguita. Meglio una strada in meno e un’opera di difesa in più che dia certezze alle nostre comunità. Senza sicurezza non c’è futuro”.
Lo ha ribadito il governatore del Veneto Luca Zaia in occasione dei 51 anni dalla tragedia del Vajont, che spazzò via vite, case, lavoro, speranze, e che a Longarone fece il maggior numero di vittime spianando in pochi secondi la gran parte dell’abitato. “Oggi la nuova Longarone testimonia che la volontà e la tenacia dei bellunesi, unita ad una buona amministrazione, sono capaci di cancellare i segni esteriori di quell’evento tutt’altro che imponderabile.

Ma di eventi non imponderabili ne abbiamo davanti agli occhi ancora tanti, troppi, sia nel nostro territorio sia nel resto del Paese – ha aggiunto Zaia – e non si può più parlare di fatalità di fronte alle crisi idrogeologiche che ci affliggono ogni anno. Noi in Veneto sappiamo cosa fare e quanto ci verrà a costare intervenire: poco meno di 3 miliardi di euro. Aspettiamo che lo Stato faccia la sua parte e che favorisca, anche nelle procedure, gli interventi di prevenzione e tutela, che vanno oltre i legittimi interessi privati e rappresentano un obiettivo collettivo”.

“Rispetto a quanto ci servirebbe – ha detto ancora il presidente del veneto – noi dal 2010 riusciamo ogni anno a mettere da parte un centinaio di milioni all’interno di un bilancio sempre più risicato e con trasferimenti statali ridotti. Eppure i Veneti lasciano ogni anno allo Stato una ventina di miliardi che non tornano nel nostro territorio ma vengono utilizzati per coprire buchi e diseconomie fatte da altri in altre parti del Paese. I soldi delle tasse dei veneti devono trasformarsi in sicurezza per i veneti. E lo Stato attivi con i fatti e non con annunci il piano nazionale per la tutela del territorio. Investire contro il dissesto è il modo migliore e più concreto per non dimenticare il Vajont”.

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