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Debiti P.A.: la regione Veneto costretta a contrarre un mutuo con lo stato

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Zaia “Roma con una mano ti blocca quello che hai e con l’altra ti prende tutto ciò che può. Così non può andare avanti””

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Venezia –  “I suoi debiti con i fornitori della sanità il Veneto li ha pagati. Ma è bene che i cittadini sappiano come, perché nella spiegazione fornita oggi alle cronache da esponenti della maggioranza che sostiene il Governo Renzi, si omette un particolare fondamentale: che per pagare la Regione ha dovuto contrarre con lo Stato, proprio lui ma in veste di banca, un mutuo su cui i cittadini veneti, tutti i veneti, pagheranno un rateo annuo di quasi 80 milioni di euro l’anno per molti anni.

Contemporaneamente, con l’altra mano, lo Stato prosegue nel sequestro in Tesoreria centrale di un miliardo e 300 milioni per il Patto di Stabilità. Sempre soldi dei veneti, sui quali però non viene riconosciuto nemmeno un euro di interessi. In ogni famiglia veneta, prima di indebitarsi, si guarda a ciò che c’è nel salvadanaio; perché allora il Governo non dice ai Veneti chi e perché ha svuotato il loro salvadanaio?”.

Con queste parole il Presidente del Veneto Luca Zaia tiene a precisare quali sono state le reali modalità attraverso le quali sono stati pagati i debiti verso i fornitori, in gran parte delle Ulss e quindi della sanità, della Regione.

“Mi spiace – aggiunge Zaia – che il Governo abbia dimenticato questo piccolo particolare, ma in fondo non è la prima volta che Renzi sostiene i suoi roboanti annunci sapendo che per realizzarli o si taglia a Regioni ed Enti Locali virtuosi o comunque si usano i loro soldi”.

“Sia chiaro – aggiunge Zaia – la soddisfazione per aver risposto alle sacrosante necessità dei nostri imprenditori e fornitori è grande, ma grande è anche l’amarezza di aver dovuto subire il diktat di uno Stato sempre più banca e sempre meno vicino ai suoi cittadini, che ci ha costretto a contrarre un mutuo a titolo oneroso, dopo aver bloccato in Tesoreria centrale soldi veri del Veneto e dei Veneti. Con quei soldi avremmo pagato senza chiedere un euro a Roma, e invece siamo stati costretti a contrarre un debito. Ormai Roma con una mano ti blocca quello che hai e con l’altra ti prende tutto ciò che può. Così non può andare avanti”.

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