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Veneto: sindacati, serve politica sviluppo per rilanciare territorio

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Il Veneto è una regione che ha tantissimo, ma che ha bisogno di una politica di sviluppo adeguata per imboccare la strada del rilancio

Palazzo-Balbi-a-Venezia

Venezia – Questa la sintesi delle osservazioni dei sindacati regionali che con Labitalia fanno il punto della situazione, a pochi giorni dalle elezioni. “Il depauperamento della qualità del tessuto produttivo -spiega Elena Di Gregorio, segretaria generale Cgil Veneto- reclama un’azione politica ben precisa. Non abbiamo segnali di una ripresa che possa definirsi tale e l’assenza di una politica di sviluppo non è adeguata alla sfida della globalizzazione”.

“Porto Marghera, area industriale strategica di interesse nazionale, deve vedere impegnati gli industriali del Veneto, i grandi gruppi nazionali, le istituzioni locali e nazionali -sostiene- per la reindustrializzazione e la bonifica delle aree. Bisogna rivisitare il sistema degli incentivi regionali affermando criteri di selettività degli interventi avendo a riferimento l’innovazione, la buona e qualificata occupazione, l’applicazione della ricerca per l’uso di nuovi materiali, il risparmio energetico”.

Per la sindacalista, “il perseguimento di queste misure prevede, da una parte, una più efficace azione di governo e amministrativa e, dall’altra, una migliore attivazione delle società partecipate dalla Regione a partire da Veneto Sviluppo e da Veneto Promozione”. “Un terreno che richiede un rapido investimento -continua la sindacalista- è il tessuto sociale. L’aumento dei poveri è molto preoccupante; in Veneto stiamo, infatti, assistendo a un degrado della qualità sociale che è, invece, la vera ricchezza del territorio”.

A indicare la ricetta per far ripartire la Regione è poi la segretaria generale Cisl Veneto, Franca Porto: “Serve una governance che veda un’azione sinergica da parte di tutti gli attori sociali e amministrativi: bisogna restituire al territorio un aspetto sostenibile, puntando sul risanamento dei centro urbani, storici e industriali”. “E’ indispensabile realizzare -sottolinea la sindacalista Porto- un piano di infrastrutture che renda più competitivo l’intero territorio regionale facilitando la mobilità delle persone, delle merci e gli investimenti produttivi internazionali. Tenendo anche presente le opportunità offerte dal corridoio Baltico-Adriatico”.

Anche per il segretario generale Uil Veneto, Gerardo Colamarco, “il Veneto non può essere scollegato dal Nord Europa”. “Abbiamo bisogno -fa notare- di infrastrutture non solo materiali, ma anche immateriali. La banda larga è un’esigenza importante per le imprese locali”.

“Fermo restando -avverte il sindacalista- che il rilancio deve partire anche da Porto Marghera per attrarre, come centro ricerca, risorse umane giovani che stanno abbandonando il Paese. Il settore secondario -rimarca Colamarco- non può essere tralasciato affinché l’economia del Veneto sia attrezzata per fronteggiare la globalizzazione industriale”.

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