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Trento, Le nascite calano del -2,6% rispetto al 2013

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Tuttavia il  Trentino-Alto Adige si conferma la regione più prolifica d’Italia

bimbo

Trento – Nei presidi ospedalieri della provincia di Trento sono nati nell’anno 2014, 4.580 bambini, a cui si aggiungono i 30 nati a domicilio, i 7 parti precipitosi avvenuti al di fuori di una struttura ospedaliera e gli 88 nati presso l’ospedale di Feltre da madri residenti in Provincia di Trento, per un totale complessivo di 4.705 neonati, con un decremento di 127 nati rispetto all’anno precedente (-2,6%). I nati da donne residenti sono 4.488, di cui 4.475 nati vivi.

Sono questi i principali dati del rapporto sulla Natalità 2014 della Provincia di Trento, da cui emerge che il tasso di natalità per il 2014, se consideriamo solo i dati del CedAP provinciale più Feltre, risulta pari a 8,3 nati vivi per 1.000 abitanti (8,7‰ nel 2013, 9,0‰ nel 2012 e 9,2‰ nel 2011), pari a 9,4‰ completando l’informazione con i nati da donne residenti che hanno partorito fuori Provincia. Si registra un trend di decremento della natalità trentina nell’ultimo quinquennio. Nel 2014 la stima del tasso di fecondità totale (TFT) nazionale è pari a 1,39, come nel 2013.

“Dopo la fase di timida ripresa dello scorso decennio – con un massimo di 1,46 figli registrato nel 2010 – la fecondità nazionale è tornata sui livelli pre 2007 (1,4 figli) che la rende ancora distante dalla media dell’Unione europea (1,58 figli nel 2012, fonte Eurostat) e insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale”, si legge nel rapporto, in cui si evidenzia che “nel frattempo, la decisione di metter e al mondo dei figli viene sempre più posticipata, come documenta l’aumento dell’età media delle madri al parto, che si porta da 31 anni nel 2007 a 31,5 nel 2014”.

Con 1,65 figli per donna nel 2014 il Trentino-Alto Adige si conferma comunque la regione più prolifica del Paese, seguita dalla Valle d’Aosta (1,55).

Ma il rapporto è anche l’occasione per fare il punto sui punti nascita e sulla loro funzionalità. L’ospedale S. Chiara, ad esempio, è l’unico punto nascita dove si registra un costante aumento dei livelli di natalità (+6,7% rispetto al 2013); il picco del 2013-2014 è dovuto soprattutto alla chiusura del punto nascita del S. Camillo. Da rilevare, inoltre, che nel 2014 al S. Chiara si è registrato il 50,8% delle nascite complessive dei punti nascita provinciali; l’ospedale di Rovereto registra un calo di nascite del 6,1% rispetto al 2013; rimane comunque il secondo punto nascita provinciale per numero di nati.

Anche il presidio ospedaliero di Arco presenta una flessione non indifferente nel numero di nati (-20,2% rispetto al 2013); l’ospedale di Cavalese, dopo un trend in diminuzione nel periodo 2009-2012, si è stabilizzato su un numero di nati annuo pari a 260; il punto nascita di Cles fa registrare il numero più basso di nascite dell’ultimo ventennio: 432 nati nel 2014 con un decremento del 10,4% rispetto al 2013. L’ospedale di Tione presenta un costante decremento di nascite a partire dal 2008. Nel 2014 si è registrato un ulteriore -23,0% rispetto al 2013. “Alla luce di questi dati – si legge nel rapporto – pare opportuno interrogarsi sul significato del mantenimento di questo punto nascita”.

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