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Rovereto, donna uccisa con l’accetta: l’assassino rimane in carcere: “Non ho capito più nulla”

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Tra la donna e il vicino che l’ha colpita con un’accetta c’erano già state denunce. Gli avvocati della vittima: “Aveva paura, chiesto invano il codice rosso”


 

Rovereto – In seguito all’udienza di convalida è stata confermata la custodia cautelare in carcere per Ilir Shehi Zyba, il 48enne che venerdì sera, a Noriglio, in Trentino, ha ucciso con due colpi di accetta alla testa la vicina di casa Mara Fait, infermiera di 63 anni in pensione. Da quanto si apprende, durante l’udienza l’uomo avrebbe detto di sentirsi perseguitato e avrebbe ribadito di non aver capito più nulla nel momento dell’omicidio: secondo quanto è stato ricostruito il 48enne stava rincasando da alcuni lavori nell’orto vicino casa e aveva con sé l’accetta, ha incontrato la vittima con l’anziana madre sotto braccio e, dopo un litigio, l’ha colpita. Poi si è costituito ai carabinieri.

Gli inquirenti stanno valutando gli elementi a disposizione. Il fatto che l’assassino dica di non ricordare nulla potrebbe essere ritenuto compatibile con un quadro patologico, seppur temporaneo, e potrebbe essere quindi richiesta una perizia psichiatrica. Si tratta comunque di valutazioni ancora premature. Quello che è certo è che tra i due vicini di casa e le rispettive famiglie i rapporti erano tesi e c’erano state denunce reciproche.

I legali della vittima hanno sottolineato che Mara Fait è stata assassinata “in un contesto evidentissimo di stalking condominiale” e che sarebbe stato “negato il codice rosso”. Una denuncia, quella presentata il 15 marzo scorso dai legali della donna, che era “corredata da 19 documenti tra cui certificati del Pronto soccorso e da 11 testimoni dei fatti. Eppure il Shehi Ziba Ilir era già stato condannato per fatti similari”.

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