Primo Piano Primiero Vanoi

San Martino Rolle, Lettera aperta di un gruppo di cittadini del Primiero al Governatore Rossi

Share Button

A pochi giorni dalla chiusura delle trattative definitive, per la cessione degli Impianti di passo Rolle, un gruppo di persone di Primiero e San Martino di Castrozza, preoccupate “per i dubbi e per i ritardi nell’attuazione del Protocollo”, hanno sottoscritto alla Provincia: “Siamo assolutamente favorevoli al collegamento San Martino / Rolle – spiegano – che riteniamo necessario per il futuro della nostra Valle”

Primiero San Martino di Castrozza (Trento) – La “Lettera aperta firmata da un gruppo di cittadini del Primiero che vogliono far sentire la propria voce” è stata inviata in questi giorni in Provincia e agli aministratori locali. Di seguito il testo integrale della missiva.

  1. La stagione turistica invernale 2016/2017 in Trentino ha registrato per il settore alberghiero e complementare una ulteriore crescita, consolidando il trend positivo dell’ultimo triennio. Lo dice l’ISPAT (Istituto di Statistica della P.A.T.) nel report presentato il 13 luglio u.s..

L’incremento degli arrivi rispetto alla precedente stagione invernale è pari al +3,1%, mentre le presenze registrano un +0,9%, portando così il numero dei pernottamenti a quasi 6,7 milioni, il miglior risultato di sempre. Questo dato è ancor più apprezzabile se si considera che segue la stagione eccezionale dell’anno precedente ed è stato ottenuto in condizioni meteorologiche non soddisfacenti, caratterizzate da scarse precipitazioni nevose che hanno condizionato, in particolare, il dato di dicembre.

La dinamica delle presenze per provenienza segna un calo di presenze italiane (-1,9%) ed una marcata crescita di quelle straniere (+ 4,8%). Gli italiani privilegiano i mesi di dicembre e gennaio e il periodo pasquale, mentre gli stranieri registrano un andamento alterno nella stagione: si contraggono a gennaio e marzo e aumentano in dicembre, febbraio ed aprile. In tale contesto, il grado di utilizzo delle strutture alberghiere si attesta stagionalmente al 53%, più sfavorevole per gli alberghi di categoria fino a 3 stelle e nettamente migliore per le categorie superiori (> 65%) che registrano anche una performance migliore nel numero dei pernottamenti (4,4 giorni per gli hotel 4 stelle rispetto a 3,9 giorni per gli hotel 3 stelle).

  1. Se la lettura di questi dati aggregati permette di guardare al prossimo futuro del turismo invernale della nostra Provincia con ottimismo, l’analisi della situazione della Valle di Primiero evidenzia una controtendenza che conferma – se ancora ve ne fosse bisogno – l’assoluta necessità che il nostro Territorio reagisca al suo ventennale declino.

Per meglio comprendere lo stato del turismo invernale locale, mettiamo a confronto le presenze invernali 2016/2017 registrate negli alberghi e negli esercizi complementari della Valle di Primiero con quelle registrate nella Valle di Fiemme:

Ambito turistico Italiani Var. % Stranieri Var.%% Totale Var. % Incidenza %
Valle di Primiero  248.652 -7,6   51.026 -3,1  299.678 -6,9 4,5
Valle di Fiemme  249.827 +2,2 350.723 +7,8  600.550 +5,4 9,0
Totale PAT 3.792.871 -1,9 2.906.917 +4,8   6.699.788 +0,9    100,0

Fonte: ISPAT 2017

Cos’ha la Valle di Fiemme che noi non abbiamo?

Ha delle ski-aree più sviluppate e messe in rete, impianti tecnologicamente aggiornati, una viabilità stradale efficiente ma, specialmente, imprenditori turistici capaci di far squadra e che possono contare su Amministratori a cui la politica provinciale dà ascolto.

Cos’ha la Valle di Primiero che altri comprensori turistici non hanno?

L’unicità delle sue bellezze e l’opportunità di attuare finalmente le opere di ammodernamento e messa in rete delle piste da sci grazie ai cospicui investimenti previsti dal Protocollo d’Intesa sottoscritto con la PAT nell’aprile 2015.

Tutto ciò sarà sufficiente per dare fiato al rilancio economico da troppi anni mancato? Dipende molto da noi.

Certamente riuscire a mettere in rete le nostre aree sciistiche – uniche, per il contesto paesaggistico in cui sono inserite, ed adeguate per altitudine ed esposizione a fare fronte alle variazioni climatiche che, da qui al 2050, metteranno in crisi oltre 1/4 delle stazioni sciistiche attualmente presenti nell’arco alpino – è una tappa importante, ma non ancora il traguardo.

Non si tratta soltanto di mezzi, ma anche di evoluzione di mentalità degli attori in campo.

  1. Sembra un paradosso parlare di nuovi impianti quando gli esperti si riferiscono allo sci alpino come ad un prodotto maturo, per di più insidiato dall’innalzamento delle temperature e dal fenomeno dell’invecchiamento della popolazione.

Eppure, nel caso della Valle di Primiero l’ampliamento delle aree sciistiche con spostamento e concentrazione delle piste nelle zone più elevate costituisce una valida strategia adattiva che non esclude né l’ampliamento della gamma di servizi nel periodo invernale (ad es. turismo escursionistico-naturalistico), né il potenziamento dell’offerta turistica al di fuori della stagione invernale, soprattutto turismo estivo (climbing, trekking, turismo emozionale, etc.).

Se è vero che è tempo di pensare a nuovi modelli di turismo (quasi la metà dei turisti invernali non scia) è altrettanto vero che lo sci alpino giocherà ancora per decenni un ruolo essenziale per l’economia della Montagna.

Ciò a cui noi dovremmo tendere è, da un lato, gestire in maniera graduale l’evoluzione del mix di prodotto offerto dal nostro Territorio (‘neve e oltre la neve’) e, dall’altro lato, farci trovare pronti per occupare gli spazi che in un futuro non troppo lontano si renderanno disponibili a causa dell’uscita dal  mercato dello sci alpino degli odierni competitori insediati a quote più basse.

La LAN (‘linea di affidabilità della neve’: almeno 100 giorni con 30 cm. di copertura nevosa) è un concetto familiare anche ai non addetti ai lavori. Molti ricordano ancora quando era in funzione lo skilift dei Navoi a Transacqua e tutti, sulla base della propria esperienza diretta, hanno potuto constatare come sotto i 1.000 metri di quota (di media) scenda ormai più pioggia che neve.

Oggi la LAN si attesta a 1.500 metri slm. Con +2°C la LAN si alza di 300 metri.

Ecco gli scenari, ancora validi ed attuali, che gli esperti avevano formulato già 10 anni fa:

Numero delle stazioni sciistiche delle Alpi italiane con copertura nevosa affidabile (più del 50% del comprensorio ad altitudine > LAN) a seconda dei diversi scenari di aumento della temperatura.
Altitudine LAN        >1.500 mt.

(situaz. attuale)

>1.650 mt.

(+ 1°C)

>1.800 mt.

(+ 2°C)

     >2.200 mt.

(+ 4°C)

Valle d’Aosta 22 20 16 5
Piemonte 30 22 16 6
Lombardia 21 14 11 6
Veneto 14 12   8 2
Trentino 25 17 14 4
Alto Adige 54 46 23 7
Friuli V. G.   1   0   0 0
ITALIA           167             131             88           30

Fonte: EURAC 2007

Negli ultimi 50 anni la temperatura media è aumentata di 1,5°C. L’obiettivo è di contenere l’aumento entro la fine del 2.100 in 2°C, ma ciò è altamente improbabile. Secondo gli studi più accreditati l’aumento della temperatura si attesterà probabilmente su un valore superiore a + 3°C.

In questo scenario l’innevamento artificiale non sarà più risolutivo, sia per i costi sproporzionati (si stima che realizzare 30 cm. di neve artificiale costi 60.000 euro per ettaro e che il costo stagionale di gestione del manto artificiale ammonti a 136.000 euro per ettaro – Fonte CIPRA 2016), che per la carenza d’acqua in quota.

Per queste ragioni dobbiamo impegnarci affinché le  aree sciistiche di Tognola / Ces vengano collegate con Passo Rolle (e oltre), come lo erano fino agli anni ‘60.

Il destino futuro della Valle è nelle nostre mani. Grazie al Protocollo d’Intesa firmato nel 2015 si presenta oggi l’occasione irripetibile di consolidare e sviluppare entro i prossimi 3 anni una ski-area ampia e integrata, provvista di piste collocate in gran parte alla quota virtuosa di poco meno di 2.000 metri d’altitudine, con punte di 2.383 (cima Tognola), 2.227 (punta Ces), 2.209 (Tognazza), 2.170 (Castellazzo).

  1. Il progetto di collegamento presentato nelle scorse settimane dallo Studio MONPLAN, seppure preliminare, sembra convincente. Oltre alle soluzioni tecniche prospettate – e che dovranno comunque essere affinate – il progetto ha il pregio di entrare nel dettaglio dei costi: di realizzazione e di gestione, a seconda delle diverse ipotesi considerate.

Il dato di partenza è la media dei primi ingressi negli impianti di Tognola / Ces registrata nell’ultimo decennio (230.000 circa) e l’individuazione del numero degli sciatori ‘esperti’ (circa 1/3) che si suppone possano essere attratti dal collegamento.

L’analisi non si sbilancia sull’incremento del numero totale degli sciatori attesi (presenze alberghiere / strutture complementari e ‘giornalieri’, questi ultimi assolutamente significativi nel caso specifico di San Martino), che necessariamente dovrà attestarsi su un valore pari o superiore a quello dei nuovi passaggi presi a riferimento per la sostenibilità del collegamento. In un contesto di prodotto maturo, la messa in rete delle nostre ski-aree dovrà comunque garantire il recupero delle quote di mercato che i nostri diretti competitori hanno eroso a San Martino / Rolle negli ultimi anni.

Pure con tutte le difficoltà di individuare in maniera attendibile le diverse variabili economiche, la conclusione dello studio è nel senso della sostenibilità dell’investimento. Ad una condizione, però, ovvero che gli odierni impianti di Passo Rolle non soltanto siano mantenuti nella loro integrità, ma anche aggiornati.

Questa conclusione sembra poter essere condivisa.

Lo smantellamento, anche parziale, degli impianti esistenti o un ‘fermo’ prolungato degli stessi costituirebbe certamente un vulnus irrimediabile per la realizzazione del collegamento. Vi è, tuttavia, un grosso nodo da sciogliere. Le difficoltà economiche in cui versa l’odierna società proprietaria di parte degli impianti di Passo Rolle richiede la scesa in campo di un soggetto in grado di acquistare e gestire le linee Paradiso, Ferrari e il campo scuola di Passo Rolle.

Il candidato naturale dovrebbe essere il futuro gestore della funicolare di collegamento San Martino / Rolle, ma non è così scontato. Come è noto, la questione è complicata dalla presenza di una seria proposta d’acquisto da parte di una cordata di imprenditori privati il cui obiettivo, però, non è quello di sviluppare lo sci alpino ma, al contrario, di smantellare gli impianti esistenti. Ne conseguirebbe l’irrealizzabilità del collegamento San Martino con Rolle per l’evidente insostenibilità economica della futura gestione della funicolare di collegamento.

Diciamo subito che l’idea dell’outdoor – perché di questo, allo stato, parliamo – anche se non proprio innovativa per il nostro Territorio, ove dovesse essere realizzata nei termini presentati (smantellamento degli impianti) avrebbe l’effetto di certificare irrimediabilmente il fallimento della messa in rete delle piste da sci con il quale ci proponiamo di invertire il trend negativo che da un ventennio segna la vita economica della nostra Valle.

Stiamo parlando del futuro di San Martino e quindi di tutto il Primiero, non soltanto del futuro di Passo Rolle.

  1. Come cittadini di Primiero che credono nella necessità del collegamento e che intendono costituire un Comitato a sostegno dell’attuazione del Protocollo d’Intesa, avvertiamo la responsabilità di far sentire la nostra voce e suggerire le nostre proposte concrete.

E, allora, cominciamo con il ricordare agli smemorati l’impegno della PAT di finanziare la messa in rete degli impianti di San Martino e Passo Rolle. Si tratta, in termini finanziari, di un investimento che non ha precedenti per il nostro Territorio.

Richiamiamo le recenti dichiarazioni del Presidente della Provincia Ugo Rossi che, nell’intervista rilasciata alla stampa locale il 21 luglio u.s., ha affermato “…..lo stesso giudizio positivo lo abbiamo anche nei confronti degli imprenditori di Primiero e delle istituzioni locali della valle, tanto è vero che abbiamo firmato un protocollo d’intesa che ha messo in pista un progetto che contempla la possibilità di sviluppo dello scii. L’abbiamo fatto insieme alle comunità locali, abbiamo finanziato l’innevamento artificiale a Ces, ora c’è il finanziamento per la cabinovia: solo il primo step ha consentito un aumento di passaggi, quest’anno, del 36%” e, ancora (intervista al ‘Trentino’ del 15.08.2017), “..voglio dire con chiarezza una cosa: se al Passo non ci dovessero essere gli impianti, e quindi una gestione che si sostiene, non si creda che tocchi poi alla Provincia accollarsi le perdite. L’offerta di Delladio è poi limitata ad un solo versante… e di quelli sull’altro che ne facciamo?”

Per questo chiediamo pubblicamente:

  1. A)al Consiglio di Amministrazione della società Impresa e Territorio:
  2. di deliberare immediatamente un aumento di capitale pari ad € 1.000.000,00 riservata ai privati (in forma individuale, così da estendere il coinvolgimento del Territorio) con obiettivo circoscritto e specifico di fornire alla Società le risorse finanziarie necessarie per l’acquisto degli impianti della SITR;
  3. di convocare l’Assemblea dei soci (vecchi e nuovi) per il rinnovo del CdA della Società non appena l’aumento di capitale risulterà essere stato integralmente sottoscritto e versato.
  1. B)alla Cassa Rurale delle Valli di Primiero e Vanoi:
  2. di mettere a disposizione dei sottoscrittori privati, a condizioni di mercato favorevoli, unalinea di credito di importo corrispondente all’aumento di capitale della società Impresa e Territorio offerto in sottoscrizione ai nuovi e vecchi soci (taglio min. € 1.000 e max € 10.000 con durata 3/5 anni).
  1. C)all’Amministrazione comunale di Primiero SMDC:
  2. di assumere una posizione chiara e univoca a favore dell’attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto nell’aprile 2015, come da impegni presi pubblicamente;
  3. di impegnarsi, di concerto con il Parco, alla elaborazione di un piano di recupero per Passo Rolle, “
Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *