NordEst

Progetto “Newfor”: l’occhio elettronico che “legge” boschi e foreste

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L’iniziativa è cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Spazio Alpino. Durante le tre giornate di lavoro è stato fatto il punto sulle esperienze pilota messe in campo dai partners nell’acquisizione di immagini telerilevate tramite volo aereo, che consentiranno di ottenere dall’alto dati affidabili sulla composizione, le strutture e i volumi delle unità boscate.
Il Progetto Newfor ha richiamato a Pellizzano, in val di Sole, per le giornate di studio gli esperti dei Paesi alpini che si occupano di mappatura aerea di boschi e foreste. 
Come avvenuto qualche settimana fa per il bosco dell’ASUC di Pellizzano, anche nelle altre aree di studio localizzate lungo l’arco alpino dalla Slovenia alla Francia si sono effettuati dei rilevamenti aerei con l’utilizzo di impulsi laser (Lidar), i quali restituiscono le coordinate di posizione e la quota di ogni ostacolo incontrato, dalla punta del singolo albero, ai rami e al sottobosco sino al suolo. E’ così possibile modellizzare in modo molto preciso la forma delle chiome, la struttura verticale del bosco e risalire al diametro e infine al volume legnoso, principali parametri della pianificazione e della gestione selvicolturale. 
In alcuni casi (Tirolo) si sono utilizzati dei droni (aerei senza pilota) di dimensioni e costo contenutissimi, pilotati da un operatore a terra, che hanno scattato foto aeree ad alta precisione per lo studio su piccola scala di aree localizzate di dissesto idrogeologico, valanghe o formazioni forestali particolari (questi mezzi non consentono però la realizzazione di riprese tramite impulsi laser, che richiedono veri e propri aerei di maggiori dimensioni, più stabili).
L’acronimo NEWFOR significa infatti, in inglese, “Nuove tecnologie per una migliore movimentazione del legname proveniente dalle foreste montane”, e il progetto si concentra quindi sulla produzione di legname, funzione fondamentale delle foreste accanto a quelle della protezione idrogeologica, della biodiversità naturale, della qualità paesaggistica, della fruizione turistica e ricreativa.
Il meeting si è concluso con la “roadmap”  per i prossimi sei mesi: non solo proseguiranno le sperimentazioni iniziate in tutte le aree pilota, ma ciascun partner potrà iniziare a testare nel proprio territorio gli strumenti, i software e le metodologie sin qui approntati e messi a disposizione dagli altri soggetti partecipanti.
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