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Prezzo latte: un regalino di Natale ai produttori, non è certo la soluzione

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Giuseppe Pan, assessore veneto all’Agricoltura, dissente dal coro di valutazioni positive sul recente accordo

LATTE
Venezia – “Un modesto regalo di Natale ai nostri produttori che vale al massimo 5 centesimi al litro in più per tre mesi. E passato febbraio, che cosa accadrà?”. Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura, dissente dal coro di valutazioni positive sull’accordo firmato ieri tra grande industria, organizzazioni dei produttori e ministero delle politiche agricole sul prezzo del latte. L’accordo riconosce agli allevatori un prezzo alla stalla di 37 centesimi al litro, di cui uno garantito dal Mipaaf che attingerà ai 25 milioni destinati all’Italia dal fondo europeo di sostegno alla zootecnìa.

“Certo, 37 centesimi è un prezzo che si avvicina di più al costo reale di produzione del latte nelle nostre stalle, quotato in Veneto attorno ai 40 centesimi. Lascio ai produttori ogni valutazione. Ma lo considero ancora inadeguato per remunerare le spese, gli investimenti e il lavoro degli allevatori – dichiara Pan – La mediazione raggiunta dal governo rappresenta solo un segnale, tuttavia insufficiente.  Il Veneto – ricordo – è la terza regione in Italia per la produzione di latte e formaggi: qui si produce il 10 per cento del latte italiano e il 17% dei formaggi d’origine protetta. Chiediamo da tempo, e continueremo a rivendicare, che il governo intesta di più nella tracciabilità della filiera e nell’etichettatura di qualità. Bene i sostegni temporanei alle aziende, come gli sconti sull’Imu e la compensazione Iva. Ma le nostre stalle, per reggere alla tempesta della concorrenza del latte estero, hanno bisogno di un cambio di rotta: meno burocrazia, meno fiscalità, meno costi energetici e più investimenti, oltre alla sicurezza di poter certificare la qualità e la provenienza del latte che producono e vendono. Solo così i consumatori potranno sapere cosa comprano e cosa bevono, e scegliere la qualità”.
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