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A Pergine 50enne rapina la moglie per giocare alle slot, arrestato

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I carabinieri hanno accertato che l’uomo da anni maltrattava la donna


 

Pergine (Trento) – I carabinieri della stazione di Pergine Valsugana hanno arrestato in flagranza di reato un cinquantenne per maltrattamenti in famiglia, rapina e porto di oggetti atti ad offendere, ai danni della moglie. I fatti risalgono al pomeriggio di venerdì 19 gennaio.

I militari sono intervenuti nell’abitazione della coppia, dopo la chiamata al 112 da parte della donna che ha raccontato di essere stata minacciata poco prima dal coniuge con un taglierino puntato alla schiena perché lui pretendeva cento euro da spendere in una vicina sala slot. Soldi che la donna ha dovuto consegnare dopo di che l’uomo si è allontanato da casa. I carabinieri lo hanno fermato a breve distanza dalla sala slot, ancora in possesso del taglierino. Dalle verifiche dei militari, sono emersi ripetuti episodi di violenza in famiglia che andavano avanti da anni.


In breve

Funes, due persone evitano di poco una valanga. L’allarme è stato lanciato poco dopo le 13 di sabato 20 gennaio. Secondo il soccorso alpino di Funes, le due persone stavano scendendo dal Col di Poma verso la malga Gampen. Nel frattempo si è staccata una valanga che fortunatamente non ha coinvolto i due alpinisti.


Si è spacciato per un “general manager per il sud Italia di Amazon” nell’hotel altoatesino a 5 stelle dove ha soggiornato. Poi gli è stato presentato un conto da 6.500 euro e il finto manager ha candidamente ammesso di non avere soldi. I carabinieri hanno potuto solo denunciarlo a piede libero per insolvenza fraudolenta. Sono poi emerse altre 19 denunce a suo carico.


Arresto dei carabinieri in centro storico a Trento, per un episodio di violenza avvenuto la notte del 20 gennaio. Protagonista un cittadino nigeriano di 38 anni che – dopo qualche bicchiere di troppo – ha assalito un connazionale lungo via Torre Vanga, cercando di colpirlo con una piccola lama. L’arrivo tempestivo dei carabinieri ha messo in salvo la vittima. L’aggressore ha quindi rivolto la lama contro i militari stessi per provare a resistere all’arresto. Nessuno è rimasto ferito.

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