Primo Piano Trentino Alto Adige

Novità per la viticoltura altoatesina

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Nuova regolamentazione per l’autorizzazione d’impianti e rielaborazione delle indicazioni geografiche

viticoltura

Bolzano – L’indicazione geografica e topografica dei vini costituiscono un fattore di grande rilevanza per la vinicoltura altoatesina. Indicato in etichetta il toponimo crea, infatti, un forte legame del vino con il territorio e fa si che sia anche identificato con esso. Ne è un esempio l’area del Mazzon che è identificativo del pinot nero/Blauburgunder. Nel corso dell’incontro l’assessore Schuler ha ringraziato l’81enne Paolo Foradori proprio per il suo impegno ultradecennale a sostegno proprio del pinot nero/Blauburgunder. L’assessore ha sottolineato l’importanza di migliorare ulteriormente la collaborazione fra i rappresentanti della vinicoltura con la Ripartizione Agricoltura della Provincia e di operare in modo strategico nell’ambito della politica varietale, dell’ampliamento delle superfici viticole e per la viticoltura di quota.

Come è stato detto, per aggiungere i toponimi alle indicazioni geografiche si dovrebbe creare tale possibilità nell’ambito della normativa nazionale, attualmente in fase di parziale modifica.

Parlando di viticoltura di qualità si è parlato della necessità di affinare la cosiddetta formula agronomica, che costituisce uno strumento importante per far si che l’estensione della produzione di qualità avvenga esclusivamente in siti dalla buone potenzialità valutate secondo parametri precisi. Tale formula è stata individuata grazie alla collaborazione fra la Ripartizione Agricoltura della Provincia, il Centro di sperimentazione agraria e foresta Laimburg e l’Accademia Europea Eurac.

Trattando di autorizzazione d’impianti si è detto che a fronte del numero di richieste elevato per una superficie totale superiore a quella ammessa, per il momento si dovrebbe procedere ad autorizzare solo una parte dei terreni per i quali è stata presentata domanda. Su 5.400 ettari di terreni coltivati a vigneto in Alto Adige ogni anno possono essere rilasciate autorizzazioni per una percentuale dell’1 per cento, ovvero per 54 ettari; le domande presentate ad ora sono 273, per un totale di 123 ettari.

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