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Medicina: nel cervello soluzione per sconfiggere fatica

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Per almeno un’ora alternare tre minuti di intenso sforzo fisico a tre minuti di stimoli intellettivi. Sono i test condotti nell’ambito di una ricerca delle Universita’ di Verona, Losanna e Liverpool finalizzata ad elaborare una nuova metodologia che consenta di ottimizzare la prestazione fisica degli atleti utilizzando particolari aree cerebrali legate alla gestione della fatica.
 
Ad essere sottoposti alle prove, all’interno del Forte di Bard, sono stati nuotatori di livello nazionale, tra cui gli azzurri Matteo Rivolta, campione italiano dei 100 metri delfino, e Luca Dioli, specialista dei 200 misti. ‘Il nostro obiettivo – ha spiegato Pietro Trabucchi, docente di psicologia dello sport nell’ateneo veronese – e’ di recuperare le proprieta’ del cervello umano. Ognuno di noi ha delle aree cerebrali prefrontali che sovraintendono alla volonta’ e alla gestione della fatica. Sono fondamentali per mantenere le motivazioni durante uno sforzo e per questo vogliamo renderle capaci di restare attive anche sotto elevato stress fisico’.
 
L’allenamento specifico consiste nel portare l’atleta ad un’alta intensita’ di fatica e poi di sottoporlo a test cognitivi, per esempio calcoli matematici, esercizi di memoria, di concentrazione e di attenzione, ma anche prove di equilibrio.
Un controllo attraverso elettroencefalografie permette di accertare lo sviluppo o meno di queste aree cerebrali.
‘L’atleta – prosegue Trabucchi – deve imparare ad andare avanti usando meno energie, deve gestire meglio le risorse. Bisogna abituare il cervello ad ottimizzare i consumi’. Lo studio e la sperimentazione proseguiranno nei prossimi mesi su atleti di varie discipline sportive. 
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