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Imprese: 46.813 realtà attive in Trentino nel 2022, stabili Oki

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In dieci anni crescita del 25% dei servizi alle imprese

Trento – Al 31 dicembre 2022, in base ai dati elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, al registro camerale risultavano iscritte 46.812 imprese attive, a fronte di 51.005 registrate.

Rispetto all’anno precedente – a quanto emerso in conferenza stampa – le imprese attive hanno evidenziato un calo di 74 unità (-0,2%), mentre quelle registrate sono diminuite dello 0,3% (-178 unità).

Il settore con il maggior numero di imprese attive si conferma essere l’agricoltura, con 11.814 unità (il 25% del totale), seguono il commercio (7.566 unità, al 16,2%), le costruzioni (4.619 unità, 14,9%), i servizi alle imprese (6.946 unità, 14,8%), il turismo (4.619 unità, 9,9%) e il manifatturiero (3.938 unità, 8,4%). I trasporti e le spedizioni contano 1.210 imprese (2,6%), le assicurazioni e il credito 968 imprese (2,1%), mentre gli altri settori sono al 5,9%, con 2.770 realtà.

Tra i sei settori più rilevanti, i servizi alle imprese negli ultimi dieci anni hanno rilevato un incremento del 25%, mentre il turismo è al +4,6%, mentre sono in calo commercio (-12,1%), costruzioni (-10,2%),manifatturiero (-6,1%) e agricoltura (-4,9%).

Le imprese individuali sono l’assetto aziendale più diffuso, con 27.992 unità (-0,6%). Seguono, con 11.942 imprese, le società di capitale (che registrano una crescita del 2,6%) e le società di persone, con 10.041 imprese (-1,6%); le altre forme, soprattutto cooperative, sono a 1.030 unità. Le imprese femminili sono 9.417 (18,5%), le imprese guidate da stranieri 4.099 e le imprese giovanili 4.867. Al termine del 2022, le imprese artigiane iscritte nell’apposito albo risultavano 12.321.


In breve

 “Sei lavoratori dipendenti altoatesini su dieci sono molto scettici sulla possibilità della propria famiglia di riuscire a mettere da parte qualche soldo nei prossimi dodici mesi”. Lo riferisce Maria Elena Iarossi, curatrice del Barometro Ipl dell’Istituto promozione lavoratori la cui edizione invernale è dedicata ai criteri ed alle motivazioni che spingono i lavoratori dipendenti in Alto Adige a risparmiare. A seguito dell’aumento del costo della vita, il tasso di risparmio delle famiglie è entrato in affanno. Le previsioni sulle capacità di risparmio indicate dai lavoratori dipendenti sono decisamente prudenti: solo il 4% dei rispondenti è convinto che, nei prossimi 12 mesi, riuscirà “sicuramente” a risparmiare, il 36% risponde “probabilmente sì”, il 49% “probabilmente no” e l’11% è sicuro di non riuscirci. “Il tasso d’inflazione che rasenta il 10% su base annuale, induce i lavoratori altoatesini a modificare le scelte di risparmio – commenta il direttore dell’Ipl, Stefan Perini – Non solo l’inflazione intacca negativamente il potere d’acquisto degli stipendi, ma erode anche i risparmi di molte famiglie di lavoratori dipendenti e spinge su investimenti meno sicuri”.

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