Inaugurata la mostra che resterà aperta fino al 12 giugno 2015
Trento – Inaugurata a Palazzo Saracini-Cresseri-Pedrotti, nella Casa della SAT, alla presenza dell’assessore all’ambiente della Provincia autonoma, la mostra “La riscoperta delle Dolomiti”, un’iniziativa della Società degli Alpinisti Tridentini- Biblioteca della Montagna in collaborazione con la Provincia autonoma e il TrentoFilmFestival. Il contesto della mostra è la proficua collaborazione fra Provincia autonoma (assessorato all’ambiente) e Società degli Alpinisti Tridentini (SAT). Fin dal 2013 la Provincia autonoma ha affidato alla SAT l’incarico per la costituzione, l’implementazione e la conservazione del “Fondo Librario e documentale” dedicato alle Dolomiti UNESCO. Dopo l’acquisizione dello scorso anno dell’opera dedicata alle Dolomiti di Wilhelm Fuchs “Die Vetianer Alpen: ein Beitrag zur kenntnis del Hochgebirge” edito a Vienna nel 1844, dentro il Fondo librario, conservato nella Biblioteca della Montagna-Casa della SAT, sono confluite le collezioni storiche e continua ad essere implementato con le novità. Grazie a molte sensibilità, fra le quali Anna Facchini (commissione culturale SAT e membro del consiglio del TrentoFilmFestival), Riccardo Decarli (responsabile Biblioteca della Montagna) e Claudio Ambrosi (direttore SAT) ne è nata la mostra “La riscoperta delle Dolomiti” allestita in uno spazio, aperto per la prima volta, al piano terra del palazzo.
“La mostra diventa una tappa di un percorso più strutturato – ha detto l’assessore all’ambiente – Quando le Dolomiti sono state iscritte nella Lista dei Beni Naturali UNESCO, nel 2009, avevamo davanti due sfide importanti: costruire reti fra le regioni, gli enti, le associazioni della vasta area dolomitica e un’altra, di tipo culturale, la ricerca del punto di equilibrio fra le esigenze di chi ci vive e lavora, di chi le frequenta per turismo, studio, sport. Equilibrio fondamentale che si costruisce anche con iniziative come questa che valorizza parte del patrimonio librario dedicato alle Dolomiti, rafforza il rapporto con la SAT e con il TrentoFilmFestival e si inserisce perfettamente nelle reti funzionali affidate dalla Fondazione Dolomiti al Trentino, vale a dire conoscenza, formazione e geologia” Il presidente della SAT, Claudio Bassetti, ha sottolineato come la mostra sia anche “l’inizio di un percorso per valorizzare gli spazi dentro questa casa per farne la casa della gente di montagna, aprendola a tutti. Per comunicare all’esterno il valore di Dolomiti UNESCO, il valore della Biblioteca della Montagna, che è fra le più importanti d’Europa, sicuramente prima in Italia”. Roberto Demartin, presidente del TrentoFilmFestival, ha ringraziato Provincia e SAT per l’attiva collaborazione e ha evidenziato come “parlare di riscoperta sia particolarmente indicato perché alle Dolomiti UNESCO, a questo straordinario patrimonio, bisogna continuare a dare contenuto, non demordere mai”. La mostra rimarrà aperta fino al 12 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (solo durante il periodo del TrentoFilmFestival, dunque fino al 10 maggio aperto anche al mattino dalle 10.00 alle 12.00)
Molte le professionalità che hanno concorso al buon esito della mostra a partire dalla mano d’opera che ha realizzato gli allestimenti in legno del Trentino fornita dal Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia autonoma, diretto da Innocenzo Coppola. L’ideazione e la cura scientifica della mostra è di Claudio Ambrosi e Riccardo Decarli, la grafica di Alessio Periotto, il video di Marco Benvenuti. A cura di Claudio Battisti è il progetto di allestimento della mostra che richiama lo skyline del logo della Fondazione Dolomiti,Dolomiten, Dolomites, Dolomitis e dunque quello delle Dolomiti stesse. Comode teche in vetro e legno con didascalie sintetiche, di grande utilità, su uno sfondo arancio che richiama il colore del logo Dolomiti UNESCO, appunto.
“La riscoperta delle Dolomiti” inizia 215 milioni di anni fa con la formazione delle rocce che diventeranno poi palestra dei migliori alpinisti al mondo. Un viaggio fra libri, oggetti e attrezzature alpinistiche fino alla costruzione della Dolomitenstrasse (1909), la pubblicazione della prima raccolta delle “Dolomitesagen” di Karl Felix Wolff (1913) e lo scoppio della Grande Guerra, che segnerà la fine dell’idillio tra uomo e montagna. Le Dolomiti diventeranno luogo di battaglia, ma anche terreno di prova per nuove opere ingegneristiche: ardite strade, collegamenti a fune, scavi in galleria e mine. Ad attendere il visitatore una grande libreria, con circa 400 volumi per approfondire i vari temi o, semplicemente, per sfogliare e curiosare tra le novità librarie.
Video e carte tematiche come strumenti di ulteriore approfondimento che, per un mese, diventeranno una sezione staccata della grande Biblioteca della Montagna-SAT, presidio librario dedicato ai temi della montagna fra i più importanti d’Europa. Una novità è anche la recente creazione di una collezione “Dolomiti patrimonio UNESCO” sul Catalogo Bibliografico Trentino: chiunque può individuare centinaia di libri dedicati a questo fantastico mondo di straordinaria bellezza paesaggistica, di eccezionale valore geologico, di leggende e fascino senza pari al mondo.Fra le curiosità e novità anche il primo chiodo utilizzato in Dolomiti e probabilmente nelle Alpi: lo usarono il 22 luglio 1882 Alberto de Falkner e Edward Theodor Compton con le guide Matteo Nicolussi e Antonio Dallagiacoma, durante la salita del versante sud di Cima Brenta. Ampio lo sguardo della mostra che illustra anche attraverso libri antichi i primi viaggi in Dolomiti.
Dallo scavatore di Stonehenge Sir Richard Colt Hoare che per primo userà il toponimo Dolomiti, inventato da Saussure, per indicare i monti del Tirolo, a Louise Stuart Costello, una delle prime viaggiatrici-scrittrici, che nel 1846 cita le “Dolomite mountains”. Josiah Gilbert e George C. Churchill contribuiscono in maniera decisiva a diffondere il nome Dolomiti nel mondo con il loro “The Dolomite Mountains”, un diario di viaggio nelle vallate dolomitiche scritto nel 1864. E poi i grandi alpinisti, nomi conosciuti in tutto il mondo: da John Ball a Douglas William Freshfield, da Francis Fox Tuckett a Paul Grohmann. Dal 1857 in poi, nell’arco di pochi decenni, si sviluppa l”alpinismo in Dolomiti, e l’unico alpinista locale di una certa importanza è Giuseppe Loss di Caoria che sale, per primo (1865), la Cima Tosa in Brenta. Negli stessi decenni si fondano i primi club europei, così la SAT. Ottone Brentari, realizzerà la prima guida del Trentino, siamo nel 1895.
All’inaugurazione erano presenti, fra gli altri il dirigente generale della Provincia Fabio Scalet che si è occupato di Dolomiti fin dall’iter di candidatura, la dirigente Giuliana Cristoforetti a cui sono passate le deleghe in materia di Dolomiti e il direttore del Parco Paneveggio, Pale di San Martino Vittorio Ducoli che ha ricordato come il 75 per cento del territorio patrimonio dell’umanità Dolomiti sia dentro i parchi, che lavorano in rete e collaborano in maniera molto attiva per concretizzare l’idea di sistema dei parchi dolomitici.