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#Dolomiti2040, in Marmolada l’ultimo incontro

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Ad ospitare l’ultimo incontro del percorso partecipativo #Dolomiti2040 il Rifugio Serauta a 2.950 metri sul livello del mare, in Marmolada

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Nordest – Due gli amministratori che hanno portato i saluti: Riccardo Franceschetti, assessore della Comunità di Valle Comun de Fascia che ha parlato di “appuntamento importante per il confronto, per condividere idee diverse perché più ci si confronta meglio e’. Obiettivo comune e’ dare un senso a questo riconoscimento mondiale. Capire meglio quale sia la mission di Dolomiti Unesco partendo da noi. Dare un senso alle popolazioni che vivono nel patrimonio dell’umanità”.

In rappresentanza del Comune di Rocca Pietore (da poco divenuto socio sostenitore della Fondazione Dolomiti) ha portato il saluto del sindaco di Rocca Pietore Andrea de Bernardin, il consigliere comunale Carlo Bernardi. Ai quattro tavoli di discussione (temi: turismo, conservazione attiva, sviluppo socio-economico e costruire relazioni) fra rappresentanti di amministratori, enti di promozione turistica, parchi, associazioni ambientalistiche, proprietari di rifugi, guide alpine molte le proposte emerse, su un punto, come già sottolineato negli incontri precedenti, la condivisione è unanime: è necessaria la formazione, a molti livelli e in tutti gli ambiti della vita di montagna, incluse, in particolare, le professionalità della montagna. Molta attenzione, fra i tanti punti di vista, sulla necessità di migliorare i servizi in montagna (specie in alcune zone del Veneto) e sulle opportunità fornita dallo scambio di buone pratiche. Sempre più importante emerge, a conclusione del percorso partecipativo, il ruolo fondamentale della Fondazione Dolomiti, centro di connessione fra i territori.

Significativo che l’ultima tappa del percorso partecipativo voluto dalla Fondazione Dolomiti si sia svolto al Rifugio Serauta di proprietà delle Funivie Marmolada s.r.l. che, in tempi non sospetti, avevano già capito l’importanza del creare relazioni sconfinando dal territorio veneto a quello trentino. Il luogo ideale per parlare di Dolomiti che “sconfinano” in cinque diversi territori restando, però, un unico sistema. Per altro il tema #Sconfini sarà trattato approfonditamente nell’edizione di quest’anno del DolomitesLabFest dal 28 al 30 agosto ad Auronzo.

In uno scenario a dir poco magnifico, con una vista mozzafiato su alcune delle più belle montagne del mondo, fra queste i gruppi del Sasso Lungo e Sasso Piatto, il Sella, il Piz Boè, il Pordoi, il Sass della Cruz, il Pelmo, l’Antelao e Il Civetta, si è conclusa la consultazione – ascolto e raccolta proposte – voluta dalla Fondazione Dolomiti per coinvolgere gli attori del territorio in preparazione del piano di gestione complessiva del Bene Naturale UNESCO.

Un percorso cominciato il 20 maggio scorso a Cimolais in provincia di Pordenone al cospetto delle Dolomiti Friulane e d’Oltralpe, continuato poi a Lozzo di Cadore, quindi a Cortina d’Ampezzo, poi a Selva di Cadore, per trasferirsci il 5 giugno a Vigo di Fassa, qualche giorno dopo a Badia, quindi a Montagne, nel sistema n. 9, il Brenta – il più a Occidente di tutto il Bene Dolomiti – e poi ancora a Nova Levante nel cuore dei sistemi 7 e 8 e, quindi a Tonadico, sotto le Pale di San Martino, poi a Pedavena – fra le vette feltrine, Dolomiti bellunesi – per concludersi, appunto, in Marmolada. Il “popolo delle Dolomiti”, pur con le dovute differenziazioni dei vari territori, ha risposto con grande interesse all’iniziative #Dolomiti2040 a sottolineare, come già prima del 2009 durante l’iter di candidatura, di avere molto a cuore il futuro del Bene Naturale UNESCO.

Il percorso partecipativo si è potuto concretizzare grazie anche al prezioso lavoro organizzativo di Giulia Gelmi, coordinatrice di tutta la consultazione. La partecipazione è stata davvero numerosa in tutte le località in cui si sono svolti gli incontri e la modalità di lavoro attiva ha permesso ai facilitatori Cesare Micheletti, Irma Visalli, Anna Scuttari e Andrea Omizzoli, di raccogliere una cospicua quantità di proposte e idee che si distinguono, anche e soprattutto, per la loro qualità. Sintesi che verrà comunicata nella sua completezza dopo l’elaborazione di tutto il materiale.

In estrema sintesi alcuni dei temi principali emersi dall’undicesimo incontro ma anche da tutti gli altri appuntamenti: formazione trasversale per tutti gli attori del territorio e residenti, dolomiti senza confini per una conservazione attiva efficace attraverso, per esempio lo scambio di buone pratiche anche con gli altri siti seriale, agricoltura come catena di valore connettendo tutte le filiere della biodiversità, cultura è il tema centrale per tutti i tavoli perchè la cultura rende consapevoli, fondamentale il rapporto saperi e cittadini che crea consapevolezza, turismo di qualità e non di quantità, sostenibile anche dal punto di vista economico, sociale, turismo equilibrato, alcuni valli hanno un turismo non sostenibile perchè troppi flussi turistici, reti di connessioni fra territori e fra vallate anche limitrofi al territorio dolomitico, particolare attenzione alla mobilità e alla gestione dei passi dolomitici.

Costruire una visione per il territorio dolomitico del futuro significa anche e soprattutto costruire relazioni fra attori del territorio e fra territori, bisogna realizzare occasioni di scambio concrete, reti tra professionisti. Uno dei temi centrali a tutti i tavoli è la scuola, fondamentale coinvolgerla in ogni ordine e grado, il sogno è evolvere dal DolomitesLabFest ad un Festival delle Dolomiti internazionale. Emerge in maniera fortissima l’esigenza di istituire reti organizzate e strutturate individuando nella Fondazione il centro principale di comunicazione e connessione

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