Le indagini – Erano durate tre anni. Ma alla fine il procuratore del tempo Giovanni Kessler archiviò il caso. Niente da fare: troppo vaghe le testimonianze e l’identikit diffuso dalle forze dell’ordine (un uomo con baffi) non aveva portato a risultati. L’assassino (o gli assassini), a spasso. Di mezzo, una puntata di Blu Notte (trasmissione su delitti irrisolti di Carlo Lucarelli); ma anche enormi progressi su tecnica investigativa, genetica, e scienze applicate alle indagini.
Il caso si riapre – Il procuratore capo di Trento Stefano Dragone riapre il caso. Una vicenda da «Cold case»: la speranza è che fra i pochi reperti da analizzare siano rimaste tracce che al tempo non potevano essere individuate o interpretate, e che queste portino dritte all’omicida. Un uomo che la vittima, (nella foto in alto) allora ventottenne e residente a Cornuda (Treviso) forse conosceva: tanto da avventurarsi con lui tra boschi vicini a San Martino di Castrozza (in Trentino, dove lei era in vacanza), in località Malga Civertaghe.
Nessuna fuga immediata per il killer, nessun gesto istintivo, ma rituale studiato, forse premeditato (d’altra parte era armato di pistola), che non sfuggì agli investigatori del tempo. O forse macabra messinscena, sorta di giaciglio sull’erba preparato con abiti e cadavere, con la tuta verde di lei appoggiata sul pube e gambe divaricate.
Oggi questo Speciale sembra più attuale che mai dopo la riapertura del caso.
- MARIA LUISA DE CIA / BLU NOTTE
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