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Il Consiglio provinciale di Trento incontra lavoratori Sait. In aula anche referendum Veneto e NOT

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L’incontro tra i lavoratori cassintegrati in consiglio provinciale a Trento per chiedere trasparenza su esuberi ed esternalizzazioni

Trento – La nota vertenza Sait è stata analizzata e discussa in un incontro tra sindacati e consiglieri
provinciali, alla presenza di una quarantina degli 82 addetti della sede di via Innsbruck a Trento
attualmente posti dal consorzio cooperativo in cassa integrazione a zero ore e senza rotazione. A chiedere un incontro al presidente Bruno Dorigatti è stato nei giorni scorsi il sindacato Cgil, a quasi un anno da analogo confronto, durante il quale i consiglieri provinciali respinsero con forza l’ipotesi di ben 130 esuberi al Consorzio delle cooperative di consumo trentine.

E’ stato Roland Caramelle (Filcams) ad aggiornare la situazione. Ha spiegato che mentre
s’ingrossano le fila degli impiegati e addetti di magazzino cassintegrati, contemporaneamente si registra
che il lavoro non manca, grazie anche alle ottime performance del settore turistico. A fronte di questo, si
vuole capire se sia vero che Sait ricorre di fatto a un potenziamento del personale attraverso la
cooperativa interna Movitrento, mentre anche la controllata Gol pare rinforzi le proprie fila.

Sarebbe grave – ha detto Caramelle – che si stesse sostituendo di fatto il personale espulso, potrebbero allora profilarsi anche degli illeciti. Per fare chiarezza, a inizio settembre abbiamo chiesto una visita ispettiva, di cui non abbiamo ancora riscontri dall’Ispettorato del lavoro. Intanto il tempo passa e questo mese potrebbe arrivare la raccomandata che aprirà le procedure per il licenziamento collettivo. Per noi non sarebbe accettabile andare a discutere con i numeri prospettati fin qui.

Anche il segretario generale della Cgil trentina, Franco Ianeselli, ha affermato che “qualcosa di strano è
avvenuto” e che il sindacato prova “preoccupazione e rabbia”. Chiediamo che il Sait assicuri massima
trasparenza e dimostri responsabilità sociale. Fino ad oggi registriamo che è mancato lo sforzo di andare a una transizione meno drammatica di quanto prospettato con le cifre avanzate l’anno scorso.

Una terza voce oggi è stata quella di Ivo Berengan, buyer dell’ufficio acquisti Sait: ha chiesto con forza
che l’azienda metta sul tavolo l’analisi aziendale che sta alla base della scelta strategica di disfarsi di quasi un terzo del personale.

Le conclusioni operative dell’incontro le ha tratte il presidente del Consiglio provinciale. Bruno Dorigatti
s’è impegnato a rivolgere al governo provinciale una missiva – sottoscritta dal più ampio numero di
consiglieri e al di là degli schieramenti politici – per sollecitare l’apertura di un tavolo sul caso Sait, cui
siedano anzitutto gli assessori provinciali di merito.

I commenti dei consiglieri provinciali

(presenti anche Mario Tonina, Gianfranco Zanon e Walter Viola).
Alessio Manica (Pd): sono esterrefatto e amareggiato, perché il Sait non è una società per azioni con
scopo di lucro. Siamo di fronte a un grandissimo campanello d’allarme, credo che il sistema cooperativo
trentino debba interrogarsi su dove sia finito il suo dna, fondato sul principio di non lasciare indietro
nessuno. Qui deve muoversi la Provincia Autonoma.
Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle): appare sempre più chiaro come la cooperazione trentina vada
verso un’omogeneizzazione rispetto alle realtà imprenditoriali comuni. Temo che dalla P.a.t. non verrà un grande aiuto, nonostante abbia compiti di vigilanza sul sistema delle cooperative. Torno a dire che va fatta valere la fideiussione in mano a Interbrennero, firmata all’epoca dell’acquisto dei terreni per la nuova sede Sait: il cda stesso della società ha riconosciuto che il contratto impegnava al mantenimento dei livelli occupazionali del consorzio Sait.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino): si sta pagando per scelte sbagliate del passato, quando la Provincia ha lasciato fare. Ora dobbiamo evitare almeno che Sait ricorra a esternalizzazioni proprio mentre licenzia.

Walter Kaswalder (Gruppo misto): sono anch’io un dipendente della cooperazione e sono sconcertato. Sottolineo che a questa riunione non stanno partecipando gli assessori competenti.

Claudio Cia (Gruppo misto): il Sait ne ha messi in cassa 82, sembra il numero degli incarichi in capo al presidente del consorzio. Io dico che ho interrogato la Giunta il 13 febbraio scorso e non ho ancora avuto risposte.

Marino Simoni (Progetto Trentino): purtroppo siamo seduti a questo tavolo con un quadro della
situazione identico a quello della riunione del dicembre scorso.

Massimo Fasanelli (Gruppo misto): il problema sta nel management della cooperazione, non è il
sistema di per sé che va messo in discussione. La Provincia deve ricorrere alle proprie leve, tagliamo i
fondi al settore visto il modo in cui si muove.

Maurizio Fugatti (Lega): le politiche commerciali si sono fatte molto più aggressive e il Sait paga lo
scotto. In questa specifica vertenza credo si debba andare a trattativa sulla questione degli esternalizzati:
questi posti di lavoro devono rientrare dentro il Sait.

Gianpiero Passamani (Upt): sono molto stupito, soprattutto per la scelta aziendale di non aprirsi al
confronto e alla trattativa. Le soluzioni, se ci si mette al tavolo, si possono trovare.

Lorenzo Ossanna (Patt): l’azienda deve accettare il confronto e studiare soluzioni. Si può pensare
almeno a una rotazione tra tutti i lavoratori degli effetti di questo piano di ridimensionamento del
personale?

Il presidente Bruno Dorigatti: ricordo che prima dell’incontro di dicembre il Sait parlava
esclusivamente di licenziamenti, poi si è aperta la strada per la cassa integrazione. A questo proposito,
avverto che un’ispezione in azienda potrebbe anche condurre lo Stato a revocare gli ammortizzatori sociali a suo carico, mentre invece la cassa integrazione è preziosa e bisogna anzi vedere se non sia prorogabil dopo la scadenza di aprile 2018. Nei prossimi giorni è fondamentale riaprire il tavolo e fare in modo che vi siedano gli assessori competenti della P.a.t.: direi che tutti noi consiglieri scriveremo allora al governo provinciale, chiedendo con forza e coralità – maggioranza e minoranza – un impegno diretto in questa vertenza.

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