NordEst

500 cinesi in ‘nero’ scovati dalla Polizia di Trieste

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Trenta cittadini cinesi titolari di attivita’ commerciali e ristoranti sono stati sottoposti a perquisizione a Trieste, Genova, Prato e Brescia, nell’ambito di un’operazione dalla Polizia di Stato del capoluogo giuliano su false assunzioni per l’ingresso di loro connazionali in Italia.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della repubblica di Trieste, Federico Frezza, hanno portato alla scoperta di assunzioni sulla carta di cittadini cinesi, che una volta arrivati in Italia non prestavano alcun lavoro ma potevano godere di un valido permesso di soggiorno. L’inchiesta e’ partita alla fine dello scorso anno, dopo il sequestro di oltre 500 istanze presentate alla Prefettura da numerose imprese gestite da cittadini cinesi con sede legale a Trieste.

Le indagini hanno dimostrato che i datori di lavoro assumevano solo sulla carta i loro connazionali, che una volta arrivati in Italia non prestavano alcun lavoro per l’impresa, ma potevano rimanere nel nostro paese in quanto muniti di valido permesso di soggiorno.

L’inchiesta e’ partita alla fine dello scorso anno dal sequestro di oltre cinquecento istanze presentate alla Prefettura di Trieste, da numerose imprese gestite da cittadini cinesi con sede legale a Trieste e filiali a Prato, Genova e Brescia. La richiesta di assunzione di un elevato numero di dipendenti da parte delle aziende sottoposte ad indagine risultava, all’esame effettuato dagli investigatori, assolutamente incompatibile con l’esiguo fatturato dichiarato al fisco.

Al blitz effettuato martedì mattina hanno partecipato 70 poliziotti della Questura di Trieste e del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, con la collaborazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trieste per la verifica degli aspetti fiscali delle imprese finite nell’inchiesta.

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