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Trento, Lorenzo Dellai rilancia il Popolarismo trentino e scommette su “area politica popolare e liberal-democratica”

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“Popolari, autonomisti e sinistra democratica – assieme ai loro alleati minori numericamente ma non meno importanti – hanno garantito il governo del sistema Trentino per una ventina di anni – ricorda Dellai – , durante i quali l’Italia ha subito derive e trasformazioni che stiamo ancora pagando profumatamente”

Il premier Mario Monti con Lorenzo Dellai per campagna elettorale a Trento

Trento – “Se l’ispirazione di Scelta Civica non ci fosse stata alle elezioni del febbraio scorso, Berlusconi avrebbe avuto il premio di maggioranza alla Camera in luogo del Pd e forse sarebbe andato al Quirinale”.

Lo afferma il deputato del gruppo ‘Per l’Italia’, Lorenzo Dellai. A proposito delle elezioni europee, ritiene che “Sarebbe una scelta molto forte se l’area che sostiene Renzi si presentasse con una piattaforma comune e con due gambe: socialista e popolare- liberal democratica.

Sul piano locale – aggiunge Dellai – dai ‘democratici popolari’ del Comune di Trento della prima metà degli anni ’90, alla Margherita del ’98, fino all’Unione per il Trentino, il filo conduttore è stato costruire e stabilizzare una forte coalizione di governo capace di guidare il Trentino dopo la fine della Dc e di accompagnare l’Autonomia verso un radicale processo di riforma.

Mi sono ispirato a tre obbiettivi politici e li ho raggiunti: non disperdere il patrimonio politico del popolarismo trentino di matrice cattolico-democratica, rifiutando in sede locale la deriva bipartitica (che ci avrebbe allineato al Nord leghista e berlusconiano) e lavorando a stretto contatto con un tessuto sociale e civile che custodisce principi e valori di comunità; ricomporre, pur nella chiarezza, la storica frattura tra popolari e autonomisti (ecco il senso della cosiddetta ‘Casa dei Trentini’, che non è stata una bizzarria, ma esprimeva in quel momento questo obbiettivo tutt’altro che banale); stringere con la sinistra democratica un patto di governo forte e duraturo.

Popolari, autonomisti e sinistra democratica – assieme ai loro alleati minori numericamente ma non meno importanti – hanno garantito il governo del sistema Trentino per una ventina di anni, durante i quali l’Italia ha subito derive e trasformazioni che stiamo ancora pagando profumatamente, e hanno mantenuto una rotta di dignità e di qualità che è sotto gli occhi di tutti, ma non spetta certo a me decantare. Una rotta che risulta oggi – continua Dellai – di grande utilità anche per elaborare modelli istituzionali che possano non solo – certo in primis – tutelare la nostra Autonomia ma anche indicare una strada a quanti vogliono modernizzare il Paese senza derive verticalizzanti e centralistiche.

La politica nazionale

Sul piano nazionale, che frequento in prima persona da poco più di un anno – spiega l’ex governatore trentino – , il percorso è stato e resta molto più complesso. Le iniziative politiche alle quali ho partecipato, possono certamente aver incontrato insuccessi e fallimenti, ma si muovevano in una direzione coerente con la mia identità popolare e con il mio posizionamento politico. In particolare, si tratta di tentativi tesi a identificare uno spazio politico autonomo rispetto alla sinistra, peraltro alleata, ma in chiara alternatività al berlusconismo. Anche la vicenda di Scelta Civica, pur con le contraddizioni risultate poi purtroppo fatali al progetto, aveva questa ispirazione: infatti, come spesso ricorda Mario Monti, se non ci fosse stata alle elezioni del febbraio scorso, Berlusconi avrebbe avuto il premio di maggioranza alla Camera in luogo del Pd e forse sarebbe ora al Quirinale.

Siamo in controtendenza rispetto alla politica fatta di tweet? Certo! Siamo sfasati rispetto alla semplificazione brutale del quadro: o Pd o Destra? Certissimo! Questo ha comportato per me in questa fase minori opportunità di ruoli importanti a Roma? È piuttosto evidente. Tuttavia – conclude il deputato trentino Dellai -, la strada più facile per avere ruoli è sempre quella giusta? È questo il metro etico e politico con il quale si misurano le cose? Non mi stupisco più di nulla, ma mi auguro di no”.

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