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Dolomiti, ripristinati i sentieri attrezzati sulle Pale ora è a rischio la teleferica del Rifugio Pradidali

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Gli effetti della frana di maggio e dei temporali estivi: interrotto il sentiero E719 e la strada forestale Portèla

di Ervino Filippi Gilli

Dolomiti (Trento) – Che la Val Pradidali sia uno dei principali apportatori di detrito del bacino del Torrente Cismon è cosa nota da sempre. La dinamica è relativamente semplice da spiegare: temporali intensi si scaricano in Val Pradidali, si innescano colate di detrito dai vari canali laterali che apportano materiale all’alveo del collettore principale e di qui il detrito scende verso il bacino di Castrona (zona Villa Welsperg) riempiendo l’invaso a monte dell’opera di presa di Acsm.

Se il temporale è sufficientemente intenso e prolungato come nel settembre 1994, è possibile che detrito ghiaioso/ciottoloso raggiunga anche la bassa valle di Primiero. E’ evidente che fintanto che non ci sono manufatti soggetti a pericolo di essere sommersi dal materiale, la cosa passa quasi inosservata in quanto è nel naturale progredire delle cose; nella peggiore delle ipotesi si interrompe qualche sentiero ma nulla più.

I problemi sorgono quando questo detrito si dirige verso strade o, come nel nostro caso, verso la stazione di partenza della teleferica a servizio del rifugio Pradidali.

Il canale che isola la stazione di partenza della teleferica dal parcheggio di servizio alla stessa

Il canale che lambisce la teleferica non è nuovo a fenomeni come quello in corso: già negli anni Novanta del secolo scorso (1992, 1994 e 1998) si erano formate profonde incisioni che avevano interrotto il sentiero E719 e la strada forestale della Portela (cosa successa anche quest’anno); nel 1994 era stata anche danneggiata la teleferica che in seguito era stata delocalizzata nell’attuale posizione.

Questa volta però la situazione è più preoccupante in quanto al “normale” detrito che viene periodicamente movimentato, si è aggiunto tutto quel materiale che è stato convogliato nel canale dalla frana che si è staccata nella zona del Cimerlo il 20 maggio di quest’anno (nella foto).

Questo crollo in roccia, a differenza di quello sul Sass Maor di alcuni anni fa quando l’area di distacco era praticamente ai piedi della parete rocciosa, si è staccato molto in alto e la roccia cadendo invece che rimanere in grandi blocchi come per il Sass Maor, si è quasi polverizzata. Questo detrito fine è facilmente movimentabile e ad ogni temporale intenso si formano colate, ovvero incisioni profonde anche alcuni metri nelle parti alte dei ghiaioni e depositi finali nell’alveo del Pradidali.

Indicata dalla freccia rossa una ceppaia sommersa dal materiale e venuta alla luce con quest’ultima colata detritica

Ed è quanto sta succedendo in questi giorni: già poche decine di metri a valle delle pareti rocciose si è aperto un canale la cui profondità e larghezza sono veramente impressionanti: interessante da notare è che sul fondo dell’incisione, ad oltre una decina di metri di profondità, sono affiorate alcune ceppaie segno che l’area un tempo era coperta da bosco. Datare questi legni sarebbe cosa interessante per riuscire a comprendere con che tempi il canale si forma e poi si riempie: questo potrebbe dare un’indicazione sulla possibilità o meno di qualche intervento sul dissesto.

Ora il cosa fare per mettere al sicuro la teleferica è un problema di non facile soluzione: scartata l’ipotesi di consolidare con briglie il canale per l’impatto ambientale e soprattutto il costo, si potrebbe scavare un canale parallelo che sposti in problema in un’altra parte; questa però è una soluzione tampone che vale fintanto che questo nuovo alveo non si riempie.

Lo spostamento della teleferica

Alla fine, anche se onerosa, l’unica soluzione definitiva è quella di spostare la teleferica: il dove metterla non è semplice da definirsi sia per problemi di linea sia per l’individuazione di un’area sufficientemente sicura. La localizzazione potrebbe essere su una delle due strade forestali che entrano in Val Pradidali: quale delle due dipende però da ragioni tecniche di linea su cui non mi soffermo.

Pradidali 1992, il canale scavatosi il 7 luglio 1992 che interruppe uno dei sentieri per il rifugio.
Il 14 settembre 1994 invece (foto), il forte temporale interrompe il sentiero E 719 scavandovi un nuovo profondo canale
Lo scavo nella zona del sentiero E 719. La fotografia si riferisce alla medesima localizzazione delle immagini del 1992 e 1994

 

In breve

Dopo il 150° anniversario della prima salita sul Cimon della Pala nel 1870, passato  sottotono in valle, giovedì 6 agosto a San Martino di Castrozza, si festeggia il centenario della prima salita dello Spigolo del Velo nel 1920. Torna per l’occasione in valle, Reinhold Messner per presentare in anteprima il film «Lo Spigolo del Velo – die Schleierkante». Sarà presentata inoltre l’ottava edizione annuale della rivista “Aquile” nel giadino dell’Hotel Regina di San Martino di Castrozza.

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