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Trento, è polemica dopo il via libera a nuovi Ticket sanitari

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Sì della IV Commissione alla delibera della Giunta presentata dall’assessora Borgonovo Re

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Trento – A partire dal mese di giugno di quest’anno i cittadini del Trentino pagheranno un ticket di tre euro per ogni ricetta di assistenza sanitaria specialistica, ferme restando tutte le esenzioni in essere, con un tetto massimo individuale che la Giunta definirà nei prossimi giorni.

Ad introdurre la misura è una delibera proposta dall’esecutivo e presentata dall’assessora alla salute e alla solidarietà sociale Donata Borgonovo Re alla quarta Commissione. Organismo consiliare che, con i tre voti favorevoli della maggioranza formata oggi da Giuseppe Detomas, Violetta Plotegher e Piero De Godenz e due contrari di Walter Viola e Gianfranco Zanon, si è espresso a favore della delibera.

Tenendo conto di una proposta di Viola e da tutti condivisa, con un’osservazione scritta annessa al parere favorevole, la Commissione chiederà alla Giunta di valutare la possibilità di introdurre il tetto massimo sui ticket non a livello individuale ma per i nuclei familiari.

Poco prima Claudio Cia e Giacomo Bezzi avevano abbandonato per protesta la seduta perché “questa nuova tassa è un’aggressione alla disponibilità economiche di quanti devono magari farsi carico della gestione a domicilio di persone ammalate, che certo non hanno scelto questa condizione, mentre chi sta ad esempio in una casa di riposo non dovrà pagare il ticket”. I due consiglieri sono usciti senza attendere la replica dell’assessora.

Non si può più aspettare il provvedimento dello Stato su base ISEE.

Accompagnata dal direttore dell’Azienda per i servizi sanitari Luciano Flor e dal responsabile del servizio politiche sanitarie Andrea Maria Anselmo, l’assessora Borgonovo Re ha spiegato il provvedimento con l’esigenza di attuare un ordine del giorno 76 collegato alla legge finanziaria approvato dal Consiglio provinciale il 18 dicembre scorso su proposta di Mattia Civico, presente ai lavori senza diritto di voto.

L’ordine del giorno impegnava la Giunta ad introdurre ticket per le ricette specialistiche solo dopo la definizione da parte dello Stato del ricorso all’indicatore ISEE quale livello essenziale delle prestazioni, come previsto dal Patto per la salute 2014-2016. Tuttavia il dispositivo prevedeva anche che trascorso il primo trimestre del 2015, nel caso in cui lo Stato non avesse ancora provveduto la Provincia avrebbe introdotto un proprio indicatore della situazione economico-patrimoniale in relazione al ticket per le ricette specialistiche dopo aver chiesto un parere alla commissione consiliare.

Ora, scaduto il termine ultimo di fine marzo fissato dall’ordine del giorno per attendere l’iniziativa statale collegata anche ai nuovi LEA preannunciati dal Ministero della salute, la Giunta provinciale era autorizzata ad intervenire con una misura-ponte provvisoria che, ha precisato l’assessora, durerà fino all’applicazione, ritenuta obbligatoria anche per la Provincia autonoma di Trento, del dispositivo nazionale.

I 3 euro, “misura sostenibile”. Salvaguardate tutte le esenzioni.

“In questo quadro ci siamo posti l’obiettivo di favorire una compartecipazione dei cittadini nel pagamento della presentazione specialistica – ha argomentato l’assessora –, compartecipazione che nel resto del Paese ammonta a 10 euro a ricetta ed era già stata introdotta diverso tempo fa. La nostra Provincia – ha proseguito – aveva finora evitato questo ticket ma ora deve coinvolgere i cittadini nella responsabilità di sostenere la spesa sanitaria”. Borgonovo Re ha citato il gruppo di lavoro dell’assessorato da cui è stata ipotizzata questa soluzione, per il quale basarsi sull’indicatore Icef avrebbe comportato un impegno troppo complesso nella raccolta dei dati, impegno che avrebbe gravato sui cittadini e solo per qualche tempo, fino all’introduzione del’atteso meccanismo statale.

“Per questo – ha aggiunto l’assessora – intanto abbiamo scelto di non introdurre la quota massima di 10 euro prevedendo un ticket di soli 3 euro a ricetta, in modo da ridurre il più possibile l’impatto e salvaguardando tutte le esenzioni per patologia e per reddito presenti oggi nel nostro sistema sanitario. Pensiamo che questa sia una misura sostenibile – ha osservato Borgonovo Re – il cui gettito stimato su base annua di due milioni di euro o poco più, che andrebbe ad aggiungersi ai 17 milioni di euro derivanti oggi darisulterebbe sufficiente per sostenere le attività del servizio sanitario”.

Entrando più nel merito del provvedimento il dirigente del Servizio Anselmo ha precisato che sul totale di un milione e 900 mila ricette emesse in Trentino quelle relative a soggetti paganti sono attualmente 830 mila, vale a dire circa il 40 per cento., imputabili a 230 mila persone. Mediamente, quindi, le ricette per ogni soggetto sono tre: 72.000 persone ne hanno una sola, 3.000 soggetti ne hanno 10, 167 soggetti 20, e con più di 20 ricette abbiamo 522 soggetti.

Tra questi 522 soggetti, con l’introduzione del ticket di 3 euro a ricetta solo 35 avrebbero una compartecipazione alla spesa sanitaria superiore ai 100 euro all’anno. Se non che la metà di questi, cioè 18 o 19 persone, otterrà l’esenzione per patologie avendo già presentato l’apposita domanda. A fronte di questo limitatissimo numero di soggetti “over 100 euro”, secondo il gruppo di lavoro della Provincia non si giustificava l’implementazione del sistema a base Icef con le conseguenze che questo comporterebbe, perché poi lo Stato ci imporrà di recepire le indicazioni con base ISEE.

Civico, “bene l’attenzione all’equità”.

Mattia Civico ha sottolineato l’importanza che il Consiglio provinciale dia un’indicazione politica chiara non applicando il 10 euro di ticket come nel resto del Paese “perché riteniamo non equo imporlo a tutti in modo indiscriminato”. L’assessore ha poi accolto la proposta di Civico di introdurre nella delibera un tetto massimo individuale a titolo di protezione sociale a favore dei 35 soggetti per i quali gli oltre 100 euro di ticket all’anno potrebbero costituire un problema serio.

Per Zanon i due milioni si potevano reperire nel bilancio della sanità.

Gianfranco Zanon ha osservato che se l’entrata prevista si aggira sui 2 milioni di euro la Giunta avrebbe potuto cercare di reperire queste risorse nel bilancio di oltre un miliardo di euro destinati alla sanità. Borgonovo Re ha replicato rimarcando quanto invece siano importanti questi due milioni di euro in più per la sanità trentina “dal momento che oggi siamo impegnati a recuperare non dico i milioni ma anche le migliaia di euro”.

Secondo Viola il tetto massimo va applicato alle famiglie.

Walter Viola, pur considerando inopportuna l’introduzione di una nuova gabella “perché le esigenze di bilancio delle famiglie dovrebbero venire prima delle esigenze di bilancio della pubblica amministrazione”, ha apprezzato la ragionevolezza della proposta rispetto al quadro complessivo e “sempre che sia vero che la Provincia sarà costretta a recepire il provvedimento statale. Viola ha concluso proponendo che il tetto massimo individuale per il ticket sia applicato alle famiglie anziché ai singoli individui.

Mentre secondo Flor l’ipotesi di Viola risulterebbe difficile da applicare perché comporterebbe aggravi organizzativi come la richiesta dello stato di famiglia a tutti i nuclei, l’assessora ha assicurato che ne valuterà, anche se non in questa delibera, il suggerimento del consigliere, poi condiviso e rilanciato anche da De Godenz, Plotegher e Civico.  “Nostro obiettivo – ha aggiunto Borgonovo Re rivolta a Viola che aveva rilevato il carattere regressivo di queste e altre misure di compartecipazione alla spesa rispetto ai principi costituzionali in materia – è che il sistema sanitario sia universale anche se non sempre questo significa gratuito”.

“Certo – ha proseguito l’assessora – questa non è una misura che ci piace assumere in un periodo come questo anche per i rapporti tra istituzioni e cittadini. Si tratta di cercare strade non devastanti per impatto sociale, che introducano prudentemente ma con chiarezza la chiamata ad una corresponsabilità. Per questo – ha concluso – le esenzioni resteranno tutte, ma senza nasconderci che per rendere sostenibile il sistema sanitario trentino dobbiamo adottare anche qui una logica di sobrietà”.

Un euro sulla ricetta farmacologica, ma nessun ticket sulla confezione.

La quarta Commissione aveva anche in programma un incontro informativo con l’assessora Borgonovo Re sempre sull’ordine in merito alla prevista introduzione di un ticket anche sulle ricette farmaceutiche. Su questo punto l’assessora ha annunciato la scelta della Giunta di introdurre un ticket di un euro per ogni ricetta farmaceutica.

“Nel resto d’Italia – ha ricordato – questa misura è già presente da molto tempo in modo variegato ed esiste anche in Provincia di Bolzano”. La Giunta, ha proseguito Borgonovo Re, ha scelto una linea più “delicata, evitando del tutto i ticket di 2 euro sulle confezioni e preferendo limitare l’interveto a un solo euro per ricetta. Restano anche in questo caso in vigore tutte le esenzioni previste nel campo dell’assistenza farmaceutica.

Sul totale dei 4 milioni di ricette relative all’assistenza farmaceutica prescritte ogni anno in Trentino circa un quarto (un milione) è riferito ad esenzioni per patologia, cronicità, invalidi civili, ecc. (nell’assistenza farmaceutica, ha ricordato l’assessora, non esiste l’esenzione per reddito).

La novità consiste quindi nell’applicazione del ticket di un euro a ricetta per tutti i soggetti già oggi paganti. Borgonovo Re ha osservato che è importante tener conto del fatto che in altre regioni e anche in provincia di Bolzano si applicano sia i due euro a ricetta sia uno o due euro su ogni confezione farmaceutica.

Secondo Detomas questa misura è condivisibile mentre per Plotegher sarebbe inaccettabile applicare anche un ticket per confezione “finché non si interverrà sulla logica sprecona delle prescrizioni dei farmaci”. Borgonovo Re ha concluso ricordando che il Trentino è comunque una realtà virtuosa perché il nostro consumo di farmaci è oggi il più basso d’Italia anche negli ospedali.​

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