Primo Piano Trentino Alto Adige

Trento, il governatore Rossi è ottimista sul bilancio 2017: “Guardare con fiducia al futuro”

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“Si può guardare al futuro con fiducia. Sono 5 miliardi di euro il valore del pareggio del bilancio, 4.550 mln le risorse effettivamente disponibili. Sono risorse con le quali possiamo realizzare tre misure importanti”.  Così il governatore del Trentino, Ugo Rossi, nel presentare la manovra di bilancio 2017, dopo la consueta riunione settimanale della Giunta

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Trento – “La prima – ha spiegato – di carattere fiscale, per sostenere il tema della crescita delle imprese, uno stock di detassazione importante: siamo intorno ai 200 mln di euro. Cioè le imprese trentine pagano meno tasse rispetto al resto delle imprese.

“Un intervento importante – il secondo punto – sulla defiscalizzazione delle famiglie. Parallelamente – ha concluso sull’argomento – su questo tema introduciamo degli sconti fortissimi sulle tariffe degli asili nido, circa il 40%.
Soprattutto lo facciamo senza toccare la finanza locale, cioè assorbendo il relativo sacrificio sui conti provinciali e non su quelli comunali”.

In conferenza stampa di giunta il presidente Rossi ha spiegato le linee principali della manovra: in primo piano la salvaguardia della crescita e le politiche per la famiglia. Partendo da quest’ultimo punto è prevista una detrazione di imposta di 252 euro per ciascun figlio a carico per genitori con un reddito fino a 55mila euro ovvero il 75% dei contribuenti trentini.

Confermata anche per il 2018 e 2019 l’esenzione Irpef per i redditi fino a 20 mila euro. Complessivamente le misure garantiscono una detassazione sulle famiglie pari a 46 milioni di euro annui.

In breve da Bolzano

La Procura della Corte dei conti di Bolzano “manifesta stupore e sconcerto per l’approvazione dell’art. 7 Legge provinciale n. 21 del 18 ottobre 2016 in materia di indennità di funzione e coordinamento”.

“Le Sezioni riunite della Corte dei conti per il Trentino Alto Adige – osserva la Procura – hanno più volte censurato in sede di giudizio di parifica le disposizioni della contrattazione collettiva provinciale che prevedono la progressiva trasformazione dell’indennità di funzione e di coordinamento in una componente fissa e continuativa della retribuzione. Tali disposizioni contrattuali – hanno osservato le Sezioni riunite – sarebbero palesemente nulle in quanto si pongono in evidente contrasto con plurime norme imperative di legge che ancorano il diritto alla retribuzione accessoria all’effettivo esercizio di funzioni dirigenziali o di coordinamento. Le norme contrattuali censurate, invece, hanno consentito per anni a ex dirigenti e funzionari ormai privi di incarico dirigenziale e di coordinamento di continuare a percepire la relativa indennità.

“Sulla base di tali obiettivi dati di fatto – si afferma in una nota – la Procura contabile ha avviato un procedimento di responsabilità amministrativa contestando ai componenti delle delegazioni pubbliche che hanno contribuito ad approvare le clausole contrattuali in parola il danno erariale in tal modo cagionato alle casse provinciali”.
“L’art. 7 della LP n. 21 del 2016 interviene ora a soccorso dei potenziali responsabili di un ingente danno all’erario pretendendo di disciplinare elementi retributivi (le indennità di funzione e di coordinamento) che da anni sono riservati alla contrattazione collettiva”, si afferma.

“Si tratta dunque – conclude la Procura – non solo di una norma ad personam, in quanto destinata ad influire su un procedimento giudiziario in corso a vantaggio di soggetti determinati, ma anche di una disposizione di assai dubbia costituzionalità operando essa in una materia, l’ordinamento civile, da sempre sottratta alla potestà legislativa regionale e provinciale”.

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