Primo Piano Trentino Alto Adige Valsugana Tesino

Scoperta maxi piantagione di marijuana in Valsugana

Share Button

Arrestato un uomo di Pergine e sequestrati 94 kg di sostanza

Sequestro di marijuana da parte dei carabinieri di Borgo Valsugana

 

Pergine Valsugana (Trento) – Con l’accusa di coltivazione, detenzione e spaccio di droga, un quarantasettenne di Pergine Valsugana è stato arrestato dai carabinieri che hanno scoperto una piantagione di marijuana e sequestrato 94 kg di sostanza.

I militari hanno dapprima individuato circa cento piante con fusto alto due metri, con il principio attivo di circa 50 volte il consentito. Così nelle ultime due settimane hanno installato speciali fotocamere-trappola risalendo cosi all’autore del fatto.

I carabinieri, in collaborazione con gli agenti forestali, sono così riusciti a sorprendere l’uomo nell’atto della raccolta e quindi hanno perquisito la sua casa dove hanno trovato 94 kg di marijuana, nascosti in cucina in sacchi da spazzatura ed altri in cassette da frutta e in un essiccatoio composto da varie mensole. Inoltre i militari hanno trovato oggetti per il confezionamento tra cui buste, bilancini ed in particolare 1,1 kg di sostanza già confezionata e pronta per la vendita, suddivisa in pacchetti.

In breve

Due giovani marocchini, di 18 e 20 anni, sono stati arrestati dalla squadra mobile di Trento perché ritenuti responsabili di una rapina compiuta ai danni di un connazionale.  I due ragazzi, secondo l’accusa, hanno avvicinato in via dei Ventuno a Trento un connazionale, colpendolo ripetutamente al fine di sottrargli 30 euro e procurandogli lesioni guaribili in 20 giorni. A seguito di indagini i due rapinatori sono stati individuati dalla polizia che, su disposizione della Procura di Trento, ha eseguito le misure cautelari.

La Squadra mobile di Trento, coordinata dalla Procura del capoluogo, ha eseguito tre misure cautelari, di cui una in carcere e due in regime di arresti domiciliari, a carico di altrettanti cittadini italiani, perché accusati dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e frode informatica.  I tre residenti a Trento, Mantova e Bologna di 60, 49 e 39 anni – secondo l’accusa – avevano escogitato un sistema di reclutamento di autisti per il trasporto degli stranieri incentrato sulla rete internet. Il promotore della banda, di fronte ad un eventuale rifiuto a prestarsi per trasportare i clandestini, chiedeva in alternativa di fornire i propri dati anagrafici per sottoscrivere conti correnti bancari da utilizzare per raccogliere i proventi illeciti delle truffe on line. Il raggiro prevedeva l’inserimento nel web di annunci per la vendita di elettrodomestici, inesistenti, e quindi mai consegnati ad acquirenti che avevano pagato anticipatamente gli oggetti messi fittiziamente in vendita nel web.

 

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *