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Sanità: In Veneto impiantati i primi due “occhi bionici” italiani in un ospedale non universitario

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Zaia: “Questa è sanità da terzo millennio. Stiamo diffondendo eccellenze su tutto il territorio”

occhio bionico

Venezia –  “Io e Chizzolini, il mio chirurgo, siamo invincibili. So che potrò vedere solo in parte, sfocato, magari delle ombre, ma per me è come tornare alla vita: potrò vedere i miei figli, che mi dicono essere bellissimi, ma che ho dato alla luce quando ero già cieca”.

Parole che hanno commosso un intero uditorio, parole della Signora Paola di 51 anni, uno dei due primi pazienti, l’altro è il Signor Flavio che di anni ne ha 65, che all’Ospedale di Camposampiero hanno ricevuto l’impianto di retina artificiale, un vero e proprio “occhio bionico” (Argus II) che consentirà loro di recuperare, anche se solo in parte, la vista completamente perduta.

Lo straordinario evento, il primo in Italia in un ospedale non universitario, è stato presentato all’Ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova, dove il Presidente della Regione Luca Zaia, il Direttore Generale dell’Ulss 15 Alta Padovana Francesco Benazzi, Sindaci dell’area e i sanitari di oculistica guidati dal Primario Marzio Chizzolini hanno tenuto “a battesimo” i primi due pazienti che, grazie ad uno studio sperimentale su persone affette da retinite pigmentosa divenute completamente cieche, finanziato dalla Regione con 631 mila euro, hanno ricevuto l’“occhio bionico” realizzato dall’americana Second Light Sight Medical Products.

Si tratta di pazienti che, avendo visto nel corso della loro vita, sono in grado di interpretare i segnali luminosi che l’impianto produce stimolando elettricamente la retina, grazie ad un sistema computerizzato e una matrice di 60 elettrodi sulla retina stessa in modo da fornire a pazienti completamente “al buio” la possibilità di recepire una visione, seppur rudimentale, fornendo una stimolazione elettrica che i loro fotoricettori non sono più in grado di fornire.

“Raramente – ha detto Zaia – mi è capitato di essere così contento di aver stanziato dei soldi con una delibera. Qui siamo davvero nel terzo millennio, e non siamo a Houston, New York o Londra, siamo a Camposampiero, provincia di Padova, Veneto. In un Veneto dove, nonostante i tagli governativi alla sanità contro i quali abbiamo ricorso alla Consulta, si continua ad investire in nuove tecnologie, nella professionalità dei medici, in un futuro con sempre meno ricoveri e con cure sempre più efficaci e moderne. La qualità – ha tenuto a sottolineare Zaia – non è più data dal numero dei posti letto negli ospedali, ma dalla diffusione di queste eccellenze, che in Veneto, con una precisa scelta per il cittadino, abbiamo voluto sparse su tutto il territorio, e non concentrate su pochi grandi centri universitari come Padova e Verona, e anche in questo siamo pressochè unici in Italia”.

Camposampiero è Centro di Riferimento per il Nord Italia al pari di Colonia, Manchester, Barcellona, Parigi, Pisa/Firenze e Los Angeles.

Il sistema di protesi retinica Argus II è una protesi epiretinica che comprende un ricevitore, componenti elettronici ed una matrice di elettrodi che vengono posizionati chirurgicamente all’interno ed attorno all’occhio. I componenti esterni comprendono un paio di occhiali, un’unità di elaborazione video (VPU) e un cavo. Gli occhiali sono dotati di una telecamera miniaturizzata per acquisire le immagini e da un’antenna che invia i dati e i comandi di stimolazione all’impianto. Argus II funziona convertendo le immagini video in stimolazioni elettriche, che attivano le cellule sulla retina, che a loro volta, attraverso il nervo ottico, trasmettono il segnale al cervello che lo percepisce come “luce”.

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