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SAIT Trentino, il presidente Dalpalù: “La mia sedia non so se traballa. Punti vendita di montagna da rinnovare” (VIDEO)

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Ospite di Buongiorno Regione su RAI3 il presidente del SAIT ha confermato gli esuberi e la difficile situazione che interessa il mondo cooperativo trentino. In merito alla sua guida ai vertici del Sait evidenzia: “La mia sedia non so se traballa”. Nessun riferimento invece alla difficile situazione che interessa in questi giorni la Coop di Primiero. Intanto la famiglia Brocchetto – in contenzioso con la Coop di Primiero – rende noto il progetto completo (che era già trapelato più volte nel passato) dell’investimento su viale Piave, con la prospettiva di un grande immobile che doveva sorgere dove oggi è situato il mercatino dell’usato (Ex Ingros). Secondo i Brochetto: “Senza opposizione ci avrebbero espropriato e fatto cessare l’attività. Un “mea culpa” crediamo che oggi qualcuno lo debba fare. Siamo dispiaciuti che ancora una volta a rimetterci, per l’egocentrismo di pochi, siano quelli che non hanno colpa”

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> Guarda l’intervento di Dalpalù in BGR RAI3 (VIDEO da 14’21”)

Trento – SAIT è un’azienda solida che ha voglia di competere con il mercato ma che deve confrontarsi con un momento storico non facile. Renato Dalpalù, presidente del SAIT, ospite di Rai3 ripercorre gli ultimi mesi, particolarmente difficili per il consorzio delle cooperative di consumo trentine. “Dopo l’annuncio dei 130 esuberi di novembre – Dalpalù conferma i numeri – da novembre non è accaduto nulla da modificare questa impostazione. Sono state fatte alcune analisi e strategicamente è stato scelto di mantenere inalterata la forza lavoro sui punti vendita per rilanciare sulla clientela. Abbiamo ritenuto importante e doveroso – evidenzia Dalpalù – un alleggerimento sulla parte retrostante dei servizi ai punti vendita”.

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Magazzinieri a rischio

In particolare sono rischio quindi i magazzinieri di Sait: uno su tre potrebbe ritrovarsi senza occupazione nei prossimi mesi. Dalpalù evidenzia inoltre che si tratta di un periodo storico difficilissimo: “Con senso di responsabilità sono qui oggi a spiegare le scelte aziendali, purtroppo non abbiamo trovato altre strade. Siamo a disposizione per domande specifiche sia della Provincia che del Sindacato”.

Sait e Latte Trento

In merito alle polemiche dei giorni scorsi su Latte Trento, il presidente di Sait precisa che escono dai negozi solo alcuni prodotti per normale rotazione, “Latte Trento – ha fatto notare Dalpalù – è un’ottima azienda, grazie a noi è stata introdotta anche in Coop Italia con alcune eccellenze”.

“La mia sedia non so se traballa”

Sulle polemiche legate ai territori, Dalpalù ha evidenziato che oggi Sait conta circa 100 soci: “Non tutti  – ha spiegato – possono condividere l’impostazione di Sait. Alcune Coop hanno scelto altre strade”.  In merito invece alla sua posizione alla guida del Sait, ha aggiunto: “La mia sedia non so se traballa, non me ne accorgo perlomeno. Certo dobbiamo avere la consapevolezza come amministratori, che ogni giorno siamo messi in discussione per il nostro operato. Sono all’ultimo mandato, ma sono certo che un amministratore non può operare se non ha la fiducia dei propri soci”.

Le sfide future

Sulle sfide future soprattutto in merito ai punti vendita di montagna, il presidente è chiaro: “La scommessa da affrontare è legata all’innovazione dei punti vendita. La cooperazione è presente dove non ci sono altri. Dobbiamo pensare a nuovi servizi: c’è già chi consegna farmaci o chi svolge servizi postali, dove gli uffici chiudono”.

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One Reply to “SAIT Trentino, il presidente Dalpalù: “La mia sedia non so se traballa. Punti vendita di montagna da rinnovare” (VIDEO)

  1. Un fattore che distanzia l’Italia dall’Europa, perlomeno del centro nord, è il fatto che in Italia il sistema politico, inteso in senso allargato, esenta sistematicamente i propri vertici dalle responsabilità di quanto di negativo accade, scaricandone bellamente le conseguenze su lavoratori, dipendenti, cittadini, eccetera.
    La Provincia di Trento, e la cooperazione trentina, in barba a tradizioni storiche e status particolari da esse derivanti, progressivamente si sono uniformate a questo andazzo.
    Ora che i nodi vengono al pettine, comunque persiste l’ostinazione a mantenersi sul proprio piedistallo.
    Che futuro c’è in queste condizioni?

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