NordEst

Riina jr a Padova, Bossi: ‘Attentato contro il Nord”

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Giuseppe Salvatore Riina, il figlio 34enne del boss mafioso Totò Riina, potrà lasciare Corleone, dove sta scontando la sorveglianza speciale dopo essere uscito dal carcere, e trasferirsi a Padova per lavorare presso una onlus. Lo hanno deciso i giudici della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, che hanno accolto l’istanza dei legali di Riina junior. La notizia è confermata dal legale di Riina, Luca Cianferoni. "Il mio cliente è sereno. Non ho altro da aggiungere" ha detto l’avvocato Cianferoni.
 
"Ci auguriamo che possa ricostruirsi una vita all’insegna della legalità e della trasparenza – ha commentato Antonino Iannazzo, sindaco di Corleone – Riina Junior non ci fa paura e la sua presenza qui è stata per il paese un test importante perché i miei concittadini hanno saputo reagire". "Onestamente – ammette il primo cittadino – non ha creato problemi, io stesso l’ho incontrato solo tre volte, ma il paese ha dimostrato che il cambiamento a Corleone non è solo di facciata. Abbiamo proseguito il nostro percorso di legalità, senza farci influenzare dalla sua presenza. Di questo non posso che essere orgoglioso".
 
‘No comment’ da parte del sindaco di Padova, Flavio Zanonato. "Evito di commentare decisioni della magistratura – ha spiegato- Anche questa è una misura e bisogna accettarla". Quanto alla possibilità che la decisione scateni proteste nella città veneta, "credo – ha concluso il sindaco – che le cose verranno fatte in modo tale da non creare nessun problema".
 
Per il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, il via libera al trasferimento di Riina jr. a Padova in sorveglianza speciale "è un attentato contro il Nord". "Oggi – ha continuato Bossi – è stata fatta una grande porcata. A Padova hanno messo in azione il soggiorno obbligato dopo tanti anni, trasferendo il figlio di Riina. Questa volta non lo permetteremo". Il leader della Lega Nord ha detto che "non accetteremo di essere invasi dai mafiosi. Quella gente lì merita la fucilazione. Bisogna punirli con la pena di morte", perché "le conseguenze che portano nella nostra società sono rapine, violenza e mafia".
 
La Lega Nord di Padova è pronta a organizzare iniziative per manifestare tutto il suo dissenso. "Sono assolutamente contrario a questa decisione – afferma il commissario della sezione Lega Nord di Padova Massimo Bitonci – Mi chiedo perché, con tutta la nostra gente che ha problemi per la crisi economica, le associazioni di sinistra a Padova devono pensare sempre agli altri prima che ai nostri cittadini in difficoltà. Vedremo nei prossimi giorni come organizzarci per manifestare il nostro dissenso per questa decisione presa senza ascoltare la voce contraria del territorio. Prenderemo sicuramente delle iniziative".
 
Sulla stessa linea Mariella Mazzetto, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Padova. "Io credo che dobbiamo fare una manifestazione e una dimostrazione – sottolinea – Ognuno si deve tenere i propri condannati e i propri mali: noi abbiamo già avuto in passato la Mala del Brenta e abbiamo già vissuto esperienze negative".
 
Interviene anche Antonio De Poli, parlamentare padovano dell’Udc. "Rispetto la decisione dei magistrati – dice – La notizia potrà legittimamente destare qualche preoccupazione per la città di Padova ma adesso non ha più senso fare polemiche e bisogna lavorare per il recupero sociale di Riina jr affinché possa compiersi nel modo migliore. A lui auguro che la città di Padova gli porti fortuna".
 
"A prescindere dal singolo caso su cui i magistrati e solo i magistrati possono esprimersi – afferma De Poli – rimane la domanda: chi garantisce del recupero sociale dei detenuti pericolosi?". "Il problema, come dicevamo mesi fa, non è liberare Padova dalla presenza di Riina jr. Lo stesso problema si sarebbe posto se Riina jr o qualunque altro detenuto tornato libero, anziché venire a Padova, fosse andato a vivere a Salerno o a Trieste", conclude De Poli.
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