Una tradizione che affonda le proprie radici nella storia: nella notte dell’epifania i fuochi si accendono in molte zone del Veneto e in Friuli Venezia Giulia, regalando emozioni uniche
NordEst – Come in un rito propiziatorio, i “Panevin” sono diffusi in tutto il NordEst fin dall’epoca pre-cristiana. Accendere i fuochi significava ingraziarsi le divinità. Bruciare un fantoccio rappresentante il passato, rimane un rituale ancora vivo in molte zone, nella vigilia dell’Epifania che ancor oggi simboleggia speranza e forza di lasciarsi alle spalle il vecchio.
Se un tempo sotto al falò si riscaldavano la tradizionale pinza trevigiana o un buon brulè, oggi l’attenzione è rivolta alla direzione del fumo e alle faville che prevedono il futuro, nella vita e nei campi.
Memoria di terra, braci di guerra
A Moriago della Battaglia, nell’isola del morti, oltre alla tradizione, si è voluto fare di più, unendo il ‘panevin’ al ricordo degli eventi della grande guerra accaduti cento anni fa. Le ferree regole di quest’anno e alcune polemiche, non fermano però una tradizione secolare che continua a riscuotere successo ed apprezzamento da parte di grandi e piccini.