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Regioni italiane oltre il 100° posto per competitività in Europa

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La competitività regionale messa KO da tasse e burocrazia

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NordEst  – “Se non è la cronaca di una morte annunciata poco ci manca. Qualcuno mi spieghi come potremmo e potremo essere competitivi con una tassazione complessiva sulle imprese al 68,6 %, con centinaia, per non dire migliaia, di adempimenti burocratici che gravano quotidianamente sui nostri artigiani, commercianti e imprenditori, adempimenti che rubano ogni anno decine di giorni di lavoro alla produzione, rappresentano costi vivi per i bilanci ma soprattutto si smentiscono l’un l’atro in una guerra folle tra burocrazie che utilizzano le leggi per giustificare la propria esistenza”.

E’ il commento del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia alla notizia della pubblicazione dell’indice di competitività regionale 2013 da parte della Commissione Europea, che vede le Regioni italiane ben oltre il centesimo posto su 262.
“Di questo passo – prosegue Zaia – andremo a schiantarci contro un muro di deindustrializzazione e di disoccupazione, rischiando una desertificazione economica che è inutile imputare a imprenditori e forze sociali, ma la cui colpa va fatta ricadere unicamente su Governi centrali che continuano a traccheggiare e a lanciare slogan senza impegnarsi in provvedimenti concreti e immediati”.
“D’altronde – aggiunge Zaia – le ricette le conosciamo bene tutti: una tassazione unica intorno alla media del 46 per cento, partendo da un test per il quale candido il Veneto; una conseguente riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle buste paga dei lavoratori per garantire maggior reddito e quindi stimolare i consumi e ridare alle famiglie un po’ di respiro; far tornare le banche al loro ruolo territoriale; introdurre immediatamente i costi standard in sanità e tutta la Pubblica Amministrazione per recuperare immediatamente 30 miliardi da destinare allo sviluppo e al lavoro; superare in questo modo il patto di stabilità, consentendo agli enti locali e territoriali virtuosi di gestire la leva territoriale ai fini di un equilibrato e sostenibile sviluppo economico”.
“Per quanto tempo ancora dovremo attendere ciò che è chiaro a tutti? – si chiede Zaia – Dobbiamo attendere la catastrofe? E’ questo che vuole Roma?”. “Noi non ci stavamo – conclude Zaia – non ci stiamo e non ci staremo mai”.

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