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Protezione civile, Curcio a Trento e Bolzano: su Ucraina tenere alto monitoraggio accoglienza

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“A livello nazionale stiamo parlando di 107 mila ucraini, per il 90% donne e bambini. Molti trovano ancora accoglienza nella rete familiare e amicale. Il nostro obiettivo è mantenere alto il monitoraggio”

Stefania Segnana, assessore provinciale alla salute, Gianni Beretta, sindaco di Levico Terme, Alessandro Brunialti, presidente CRI del Trentino, Fabrizio Curcio, capo della protezione civile nazionale, Maurizio Fugatti, presidente della Provincia [ ©PAT]

 

Trento/Bolzano – Dopo l’incontro a Trento è proseguita con un aggiornamento sul campo la trasferta del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, per vedere da vicino l’impegno del Trentino nell’emergenza Ucraina. Il responsabile del Dipartimento statale è si è recato a Levico Terme e a Baselga di Piné, accompagnato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti e dall’assessore provinciale alla Salute, Stefania Segnana, oltre che dai rappresentanti dei territori e delle strutture coinvolte.

Una tappa rispettivamente negli spazi della Croce Rossa italiana, a Levico, dove hanno trovato alloggio una quarantina di persone particolarmente fragili trasportate in Trentino grazie al convoglio umanitario da Leopoli, e a seguire a Villa Anita di Piné, la struttura gestita dalla cooperativa “C.a.s.a” che accoglie attualmente 47 persone, in prevalenza mamme con bambini.

Curcio ha visitato le due sedi assieme al presidente della Provincia e all’assessore, parlando con gli operatori e volontari e toccando tutte le questioni che interessano l’ospitalità e il percorso degli ospiti nei territori di riferimento. Particolarmente apprezzato, come sottolineano il presidente Fugatti e l’assessore Segnana, “il valore di una risposta di solidarietà che coinvolge tutta la comunità trentina”. “È questa infatti una delle caratteristiche dell’impegno della Provincia autonoma di Trento e del Trentino nell’accogliere al meglio le persone che scappano dalla guerra. La capacità – prosegue Segnana – di mettere in campo un’azione condivisa, che vede assieme le istituzioni, i volontari, le tante associazioni presenti sui territori”.

Per il responsabile nazionale quanto visto rappresenta “lo sforzo della Provincia e del tessuto sociale trentino per dare sostegno alla popolazione ucraina, anche con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità”. “Abbiamo potuto vedere – afferma Curcio – un sistema capace di creare un clima positivo attorno alle persone accolte, con la presenza costante di mediatori e volontari e di una comunità che è vicina”.

La visita a Bolzano

“A livello nazionale stiamo parlando di 107 mila ucraini, per il 90% donne e bambini. Molti trovano ancora accoglienza nella rete familiare e amicale. Il nostro obiettivo è mantenere alto il monitoraggio”. Lo ha detto il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio a Bolzano, dove ha visitato le strutture di accoglienza e ha incontrato il governatore Arno Kompatscher.

Secondo Curcio, “l’evoluzione non dipende da noi ma purtroppo dalla guerra. Il sistema per il momento sta dando grande soddisfazione, ma dobbiamo essere sempre pronti”. Circa un milione di persone è rientrato in territorio bellico, “ma non significa che c’è un flusso di rientro ben definito”. “Tutto dipenderà dall’evolversi della situazione in Ucraina. Fare una previsione sui flussi è difficile. Molte persone arrivate in Italia avevano già legami, mentre la gran parte dei profughi è rimasta nelle zone limitrofe”, ha proseguito.

“Il tema dei bambini è di grande importanza, anche nelle pratiche e nella registrazione, mi piace molto lo spazio all’aperto dedicato a loro qui a Bolzano, dove il bambino è tutelato e può dare sfogo alle proprie fantasie ed è proprio quello che manca a questi bambini”, ha concluso Curcio.

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