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Primiero, Enrico Turra lascia amareggiato il PD: pronto per le Comunali di primavera a Transacqua

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“Nel corso di questa settimana – scrive Turra – lascio ufficialmente il partito a cui sono stato legato dal 2008: non rinnovando la tessera e dimettendomi in anticipo”

turra

Primiero (Trento) – Lascia con l’amaro in bocca il giovane politico PD, Enrico Turra. In una nota, comunica con decisione la sua voglia di lasciare il partito che lo ha “deluso in questi mesi: a livello nazionale ma anche a livello provinciale”.

Si dice pronto però a “ripartire dalla gente”, con la quale si è sempre confrontato fin dal suo impegno in Comunità di valle. Ecco allora che spunta una sua ormai quasi certa candidatura in prima linea – ed è la prima ufficiale – in vista delle prossime amministrative di Transacqua a primavera.

Da mesi, per la corsa al successore di Marino Simoni, si fanno i nomi di Pietro Pradel, ma anche di  Flavio Zortea, solo per citarne alcuni. Grande fermento però anche in casa delle attuali minoranze che si stanno organizzando in vista delle elezioni, pronti per il cambiamento. Un test molto atteso dall’intero territorio in vista delle amministrative e delle elezioni per la Comunità di valle 2015.

Il Pd trentino e la delusione di Turra

“Al tempo il progetto del PD – scrive nella sua nota di addio Enrico Turra – rappresentava una seria alternativa a qualsiasi rappresentazione della politica. Con gli occhi di un 18enne, classe 1990 e scevro da ideologie o da storie che solamente si leggono sui libri, accettai facendo un patto con me stesso per capire meglio cosa fosse il partito democratico. Per dare la giusta forza ed energia, in modo coerente e costruttivo ai principi su cui si fondava. A casa tengo ancora l’attestato di “fondatore del partito democratico” e il più delle volte quando lo vedo mi emoziono e rimpiango tutte quelle cose che il Pd avrebbe potuto fare. I treni passano per tutti.

Mi sono candidato alle primarie del 2009 risultando eletto e diventando così dirigente del pd del trentinpo (avevo 19 anni, quanti decidono a 19 anni di destinare del tempo alla politica). Nel mentre mi è stato chiesto di rappresentare il circolo locale e ho dato la mia disponibilità ed il mio tempo.

Sono arrivate le comunità di valle, occasione questa per bilanciare l’autonomia dei territori e delle valli: consigliere, presidente di commissione, capogruppo. Dopo metà legislatura circa, la mia intera lista se ne va ed io lo stesso, per la totale inutilità dell’ente, dopo aver portato avanti battaglie e condiviso esperienze a volte pure buone.

Silenzio tombale – continua il giovane politico locale – gli unici amministratori di centrosinistra del Trentino che si dimisero per motivi politici dallo svolgere il proprio ruolo all’interno dell’Ente – che attualmente non si sa cosa sia destinato a fare – furono proprio Turra e Gaio.

Entrambi tesserati Pd, non ricevemmo alcun cenno di condivisione dal nostro partito. Continua e costante convivenza ad una legge istituzionale che non ha ne corpo ne anima. Anzi ricevemmo affermazioni di pazzi, poco astuti, non scaltri.

Il Pd nazionale sembra avere il proprio focus sulla legge elettorale. E il lavoro mi chiedo io? E i giovani? Le piccole medie imprese? Il Pd del Trentino dopo aver incassato assessorati monchi, vive in modo apatico la situazione attuale, lasciando agli altri decidere. Una politica seria, nei momenti di vacche grasse, immagazzina per i momenti di vacche magre.

Sul tema provinciali ci si potrebbe dilungare, su quanto la Commissione elettorale, nello svolgimento delle sue competenze, sia stata oggetto di pressioni ed avvicendamenti che hanno pesato sulla rappresentatività dei territori a scapito delle posizioni di potere, mancando su più territori l’ascolto dei tanto millantati militanti e rappresentanti della società civile che chiedevano altro.

Ma arriviamo ad oggi – continua Turra – alla vigilia di un congresso, che sa tanto di resa dei conti. Con candidature che nascono come funghi, vittime del protagonismo e del vuoto da colmare. Non parteciperò a questo congresso perché credo che il Pd, nello specifico il Pd del Trentino, non ha ancora capito da che parte stare: con i cittadini? con il lavoro? con la trasparenza?

Me ne dispiaccio, per le molte persone che ho trovato durante questi anni capaci e coerenti, ma in questo partito non si riesce a cambiare niente: il Pd del Trentino come il PD nazionale è destinato a fallire. Lascio che la barca affondi: troppo tempo dedicato, piena e totale gratuità, tempo rubato agli affetti, all’Università, al mio tempo. E molte prese per i fondelli. Lascio con la coscienza pulita e con nessun scheletro nell’armadio.

Lascio – conclude Enrico Turra -, sapendo che quello che ho fatto è stato pura passione e volontà. Voglio ringraziare tutte le persone con cui ho condiviso questo pezzo di strada e voglio augurare loro tutto il bene possibile. Non lascerò la passione e la politica attiva, ma non riesco più a giustificare oltre, questo partito e questo modo di fare politica. Per la gente, per i territori, per il lavoro e per l’autonomia, sono pronto a battermi, ma non per essere preso in giro”.

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