Un sequestro di 12,3 milioni di euro è stato eseguito dalla Polizia economico finanziaria di Venezia
Nordest – Su ordine del Gip, nell’ambito di un’indagine per riciclaggio internazionale ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riguardante il reinvestimento all’estero delle tangenti che sarebbero state incassate dall’ex presidente del Veneto, Giancarlo Galan.
Nell’indagine, che interessa sei persone, sono coinvolti due commercialisti padovani nel ruolo di prestanome.
Noti albergatori dell’area termale e prestigiosi calzaturieri della Riviera del Brenta.
Titolari di ambiziose società immobiliari, artigiani e commercialisti.
Gravitano tutti tra le province di Venezia, Padova e Treviso. Sono citati, senza essere indagati, nell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Venezia David Calabria.
I finanzieri hanno allargato il raggio dell’indagine partito da Galan, giungendo ad altri imprenditori veneti grazie all’esecuzione di una rogatoria in Svizzera.
I sequestri riguardano denaro depositato presso banche venete, due imprese, quote di società e quattordici immobili in Veneto e Sardegna. Gli accertamenti finanziari e le indagini tecniche hanno consentito di accertare che tra il 2008 e il 2015 i due commercialisti avevano garantito, attraverso il loro studio professionale, l’intestazione fiduciaria di quote di una società veneziana di fatto riconducibile a Galan.
I professionisti avevano messo inoltre a disposizione conti correnti in Svizzera, intestati a società di Panama e delle Bahamas e gestiti da due fiduciari elvetici, le cui somme sono state successivamente trasferite su un conto corrente di una banca a Zagabria, intestato alla moglie di un terzo professionista del medesimo studio padovano.
Gdf trova “lavatrice” imprenditori: somme per 29,3 milioni – E’ stato quantificato in oltre 29 milioni e 300mila euro il totale delle somme, frutto di evasione fiscale, gestito dai commercialisti indagati per riciclaggio per conto degli imprenditori veneti che sfruttavano il “sistema” scoperto seguendo il reinvestimento dei fondi riconducibili a Galan.
I nomi sono quelli di imprenditori che, nel frattempo, si sono avvalsi dello scudo fiscale, nel 2009, o hanno sanato le proprie posizioni con il fisco, e perciò non sono perseguibili.
Tra di essi vi sono esponenti di rilievo del settore calzaturiero, della pelletteria e valigeria, dell’alberghiero. Gli imprenditori veneti sarebbero ricorsi all’interposizione di società in Paesi off-shore.