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Maturità dopo il ricorso al TAR con 5 insufficienze e bocciatura: docenti scrivono al ministro

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Categoria umiliata da una decisione che la sorpassa


 

Trento –  “Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Cosa deve insegnare la scuola? Me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza”.

È uno dei passaggi della lettera che Alessio Marinelli, docente di matematica e fisica del liceo Da Vinci di Trento, ha inviato al Ministero dell’Istruzione lo scorso 10 luglio sulla vicenda della studentessa ammessa dal Tar all’esame di maturità malgrado cinque insufficienze. La lettera ha ricevuto il supporto di 110 firme di colleghi raccolte in poco più di 24 ore. “Il punto, signor Ministro, non è il caso specifico che avrà in un modo o nell’altro la sua conclusione. Il punto è la scuola e il suo futuro”, si legge nella lettera, in cui si chiede “di riportare la figura dell’insegnante al centro della scuola cominciando dalle piccole cose, cercando di valorizzare con i fatti il nostro impegno ed evitando situazioni svilenti”.

La sospensiva del Tar – ancora la lettera – “è uno schiaffo alla credibilità dell’insegnante”. Inoltre, prosegue il docente, “il decreto mette in difficoltà la serenità di giudizio del corpo insegnante. Chi avrà più la forza, il coraggio, la tenacia di affrontare una scelta dolorosa, ma a volte necessaria, come una bocciatura? In terzo luogo, trovo che sia un segnale didatticamente e umanamente sbagliato. È infatti durante quell’età che si consolidano il senso di giustizia e il senso del dovere, bagagli necessari per affrontare le sfide del futuro. Trovo altresì deplorevole l’idea che basti avere un buon avvocato, l’idea dell’essere disposti a tutto pur di farla franca. No Signor Ministro, questo non credo sia il giusto insegnamento da dare ai ragazzi”. Altra richiesta è di “rivedere i test d’ingresso universitari. Durante il quinto anno molti studenti sono praticamente dei fantasmi”, si legge nella lettera, in cui si evidenzia che “anticipare i test a gennaio e febbraio è uno schiaffo alla dignità del sistema scolastico secondario”.

Il Tar di Trento l’aveva ammessa con riserva all’esame di maturità malgrado cinque insufficienze in altrettante materie. Ma la studentessa trentina del liceo Da Vinci che si era rivolta al Tribunale amministrativo è stata respinta durante la prova orale. Dopo quasi sei ore di scrutini – racconta il T quotidiano – la commissione ha bocciato la candidata. Per il resto della classe gli esami di maturità si sono conclusi già la settimana scorsa. Ad assistere all’esame anche un gruppo di insegnanti che hanno deciso di assistere alla prova “per far sentire ai docenti della commissione il nostro appoggio, su di loro c’è una certa pressione”, riferisce ancora il quotidiano locale. Sui corridoi dell’istituto erano presenti anche gli avvocati della ragazza ed i genitori.

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