NordEst

Libia, Resta a Tripoli mons. Martinelli

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Mons. Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, è probabilmente uno degli ultimi italiani a resistere nella città sotto i bombardamenti. Martinelli, originario di San Giovanni Lupatoto (Verona), vive e lavora ormai da 40 anni in Libia.
 
"Abbiamo sentito un pesante bombardamento in una zona periferica della città. Tripoli si sta svuotando, la popolazione fugge per paura dei raid" ha detto il vicario apostolico, interpellato dall’Agenzia Fides. "La guerra non risolve niente" ha aggiunto mons. Martinelli. 
 
Parlando poi con la Caritas italiana ha detto "La nostra comunità, i lavoratori cristiani, sono ancora qui e non possiamo abbandonarli. Prego e spero che tutto questo finisca prima possibile".
 
A Tripoli, riferisce la Caritas, i religiosi aiutano come possono tutti quelli che si rivolgono a loro, in coordinamento con le organizzazioni locali di assistenza.
Padre Sandro Depretis, sacerdote trentino rientrato in Libia poco prima che iniziasse la rivolta, continua ad occuparsi delle migliaia di rifugiati, soprattutto eritrei; che non possono rientrare in patria. ‘Alcuni sono stati derubati delle loro poche cose – dice – altri sono stati invitati ad andarsene. Ora stanno nascosti ed e’ ancora piu’ difficile aiutarli. Intanto crescono le difficolta’ e i rischi per gli stessi libici’.
 
Mentre, dopo l’intervento della coalizione internazionale, proseguono combattimenti e bombardamenti, sia a Tripoli che a Bengasi, la Chiesa resta attiva e i religiosi italiani sono accanto alla popolazione locale. A Bengasi, ad esempio, le suore italiane sono 14 in quattro comunita’ e continuano a lavorare negli ospedali pubblici e nelle istituzioni per disabili dove erano impegnate e apprezzate anche prima, e dove alloggiano.
Nessuna ha lasciato il suo posto. 
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