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Le Regioni e le Province autonome sono una risorsa per tutta l’Italia

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I Presidenti delle Assemblee legislative regionali e provinciali a Statuto speciale firmano un documento che ribadisce l’importanza delle Autonomie

regioni autonome

Cagliari – Le Regioni a Statuto speciale sono una ricchezza per l’intera nazione: l’esperienza maturata negli anni di autogoverno va messa a disposizione delle Regioni a Statuto ordinario affinché possano pienamente realizzare quanto previsto dall’articolo 116 della Costituzione e non messa in discussione.Questo, in sintesi, il senso del documento sottoscritto dai Presidenti delle assemblee regionali di Trentino-Alto Adige/ Südtirol, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sardegna e Sicilia e dei Consigli provinciali di Trento e Bolzano, riuniti a Cagliari per un incontro istituzionale in seno alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali italiani. La Presidente Chiara Avanzo, insieme al Presidente Bruno Dorigatti e al vicepresidente Roberto Bizzo, congiuntamente ai presidenti Gianfranco Ganau (SA), Franco Jacop (FVG), Marco Vierin (VdA) e al consigliere siciliano Presidente del Gruppo misto, Girolamo Fazio, hanno voluto ribadire la piena disponibilità a concorrere parimenti alle altre Regioni al processo di riforma e risanamento dello Stato, ma al contempo riaffermare quanto fatto proprio attraverso la Specialità e proponendo dei modelli che si possano applicare nel federalismo differenziato auspicato dalla Costituizione stessa.”L’Autonomia di cui gode la nostra Regione, così come quella delle altre realtà a Statuto speciale, é una straordinaria opportunità per tutte le regioni italiane. – ha detto Chiara Avanzo – Insieme agli altri Presidenti abbiamo voluto dare un segnale: non si deve creare una frattura tra le regioni a Statuto Speciale e quelle a Statuto ordinario, ma semmai una alleanza. Dobbiamo lavorare insieme: abbiamo maturato esperienze che possiamo mettere a disposizione delle altre realtà”.Il Presidente Jacop, promotore di questo incontro, ha voluto sottolineare come: “l’Autonomia viene vista da molte altre regioni come qualcosa di superato e quasi come una anomalia da riassorbire. Abbiamo avuto modo di confrontarci con la Commissione bicamerale e abbiamo elaborato questo documento per riaffermare i temi dell’Autonomia e dall’altra metterci a disposizione delle Regioni a Statuto ordinario per qualificare il regionalismo ordinario così come previsto dalla nostra Costituzione”.”La riforma del Titolo V – ha detto Girolamo Fazio, Sicilia – non ha valorizzato il regionalismo, ma anzi ha sottratto competenze alle Regioni a Statuto ordinario”. “Alla luce di quanto avvenuto, occorre intervenire: si tratta non solo di una occasione per ribadire con forza che le ragioni della specialità sono non solo confermate, ma addirittura rafforzate, ma anche per intervenire in un momento estremamente difficile e delicato”.”Il Paese si chiede se abbia ancora un senso avere delle regioni a Statuto speciale – ha detto il Presidente Dorigatti – In questo ultimo periodo la Specialità ha chiuso una fase e il Governo punta ad un centralismo. È ora che la politica arrivi a costruire un progetto per aprire una nuova fase. Dobbiamo iniziare a lanciare delle iniziative in cui le Regioni siano laboratorio di progetti, di idee. Dobbiamo operare sui confini, aprendo al dialogo, divenendo un punto di riferimento per le competenze per le altre regioni”.Anche Roberto Bizzo, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la sinergia tra le Regioni a Statuto speciale e quelle ordinarie, ricordando il ruolo che le Autonomie possono giocare nel futuro dell’intero paese, proponendo dei modelli da esportare.Il documento sarà ora presentato alla Conferenza plenaria dei Presidenti delle Assemblee legislative italiane, per essere discusso.”Solo attraverso il confronto con le altre realtà, speciali e ordinarie, possiamo difendere e far crescere la nostra Autonomia – spiega la Presidente Avanzo – Il documento che abbiamo sottoscritto vuole essere uno strumento di apertura al dialogo, rivendicando da una parte le peculiarità del nostro a Statuto, ma al contempo di essere parte attiva nel processo di riforma istituzionale del nostro Paese”. Ecco il documento:
Coordinamento delle autonomie speciali nell’ambito della conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome Dichiarazione congiunta
I Presidenti delle Assemblee delle Regioni a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e delle Province autonome di Bolzano e di Trento riuniti a Cagliari, il 18 maggio 2015, per una riflessione comune sui temi della specialità alla luce delle riforme costituzionali in esame in Parlamento ed ai confronti avvenuti in sede di audizioni parlamentari;
ribadito che tutte le decisioni che incidono sugli assetti statutari delle autonomie speciali devono essere assunte con il pieno coinvolgimento delle autonomie stesse sulla base di intese, secondo il principio collaborativo, come è previsto dallo stesso testo deliberato dalla Camera;
sottolineato come a fondamento della specialità non vi siano solo ragioni storiche – identitarie, di cui quelle etnico-linguistiche-culturali costituiscono solo un aspetto, ma anche, con diversa intensità e articolazione a seconda delle diverse autonomie, ragioni geografiche (quali l’insularità o l’integrazione coi territori transfrontalieri, nella mutata condizione di confine, caratterizzato oggi da alta permeabilità) e ragioni strutturali ed economiche che richiedono politiche a forte caratterizzazione regionale capaci di interpretare e rispondere alle peculiarità dei territori;
riaffermato che le ragioni delle specialità – pur con profili differenti nelle diverse esperienze – permangono e sono ancora attuali; e che al di là di quelle legate al particolare contesto storico originario, altre sono d’ordine strutturale e permanente, altre ancora hanno assunto nel tempo profili nuovi e pongono talora esigenze più pressanti;
sottolineato che nel tempo le autonomie speciali godendo di un differente regime finanziario hanno però assicurato un più arco ampio di funzioni, hanno contribuito ampiamente agli obiettivi del patto di stabilità e della solidarietà nazionale, sia attraverso una incisiva riduzione dei trasferimenti, sia attraverso una assunzione di nuove funzioni, e che al pari di tutte le regioni sono impegnate nell’adozione delle stesse forme di omogeneizzazione dei sistemi contabili e di trasparenza, verifica e controllo della spesa, secondo i dettami costituzionali del pareggio di bilancio e del coordinamento della finanza pubblica;
ribadita la volontà di rafforzare il rapporto con lo Stato in materia finanziaria attraverso strumenti pattizi, secondo i rispettivi ordinamenti e in linea con i più recenti orientamenti della Corte Costituzionale;
rilevato che l’autonomia, nelle sue varie articolazioni, non è negoziabile, poiché rientra tra i principi fondamentali della Carta costituzionale (art. 5) e che tale è anche la specialità regionale quale espressione di condizioni particolari di autonomia;
richiamati i principi di responsabilità, sussidiarietà, federalismo cooperativo e solidale, governance multilivello che ne rappresentano il necessario sviluppo e sono confermati e rafforzati dalle pronunce della Corte costituzionale e dai documenti fondamentali dell’Unione Europea secondo cui, le autonomie territoriali e locali e la potestà legislativa regionale sono elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee (Trattato di Lisbona);
riaffermato che pertanto la specialità non è un privilegio ma un’applicazione avanzata di quei principi secondo standard europei;
affermata la concorde volontà di porre le migliori esperienze sin qui maturate al servizio dell’intero regionalismo italiano per un suo rilancio complessivo, anche mediante le opportunità offerte dall’art. 116, terzo comma del disegno riformatore in atto, condividendo le richieste delle Regioni ordinarie per ottenere ulteriori condizioni particolari di autonomia;
rilevata la necessità che tutte le Regioni italiane, pur con le diverse esperienze e caratterizzazioni, operino in unità d’intenti per far sì che l’impegno di ognuno costituisca valore irrinunciabile per lo sviluppo armonico dell’intero Paese;
sottolineato che dunque sotto molti profili la specialità – se adeguatamente interpretata, applicata e riconosciuta – è un’opportunità per l’intero regionalismo italiano, avamposto di principi, metodi e regole cui tutte le autonomie possono tendere e che fanno crescere l’intero Paese nelle sue articolazioni istituzionali e sociali e nel suo spessore di democrazia evoluta;
i Presidenti delle Assemblee dichiarano concordemente: la volontà che l’adeguamento dei rispettivi Statuti avvenga come previsto dalla riforma della Costituzione in discussione in Parlamento, secondo le forme di intesa previste in modo da adeguare e svolgere compiutamente le ragioni della specialità secondo le diversità dei territori interessati e la loro evoluzione e attualità; l’esigenza di rafforzare il rapporto con lo Stato in materia finanziaria mediante il ricorso a strumenti pattizi; l’impegno per un pieno coinvolgimento in tali procedimenti delle assemblee legislative regionali e delle province autonome per dar forza al processo di riforma, esprimere con pienezza le istanze delle autonomie, rappresentare diritti e aspettative delle popolazioni; la determinazione ad operare al rilancio di tutte le autonomie regionali secondo i più avanzati modelli e principi costituzionali ed europei ed i valori del federalismo solidale e cooperativo e di condividere le richieste delle Regioni ordinarie in applicazione dei principi di differenziazione e adeguatezza.

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