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La Francia riduce le Regioni, esempio da seguire secondo la Regione Veneto

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Così il presidente del Veneto, che auspica una “cura dimagrante” per il paese, con l’eliminazione delle regioni più piccole e meno virtuose

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Venezia – “Lo fa la Francia, perché non lo fa l’Italia? Perché questo governo, sempre pronto ad autocelebrarsi non fa davvero una scelta concreta e utile per i cittadini, rendendo più efficiente e meno costoso il proprio sistema istituzionale e amministrativo?” A chiederlo è il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, riferendosi all’annuncio del presidente Francois Hollande di voler ridurre le attuali 22 regioni francesi a sole 10, un’operazione che permetterebbe un potenziale risparmio tra i 12 e i 25 miliardi di euro l’anno per le casse dello Stato transalpino.

“L’ho già detto e lo ribadisco – prosegue Zaia –: è opportuno ridisegnare i confini delle regioni italiane, perché non ha davvero senso tenere in vita quelle che hanno meno abitanti di una provincia. Ma sia chiaro: non è solo una questione di numeri, anche di reale capacità di gestione dei propri territori. Il governo intervenga in quelle Regioni che da decenni sprecano le risorse di tutti, anche le nostre, e allargano in modo impressionante i loro buchi di bilancio, tanto poi qualcuno paga…”.

“Dico no al neocentralismo romano e a quelle vergognose forme di assistenzialismo che purtroppo continuano a premiare le realtà meno virtuose a discapito di chi sa amministrare con giudizio e buonsenso – prosegue il presidente veneto – e sostengo che la cura dimagrante deve essere lo Stato a farla per primo perché è quello che ha più adipe da smaltire. Renzi si impegni fino in fondo a trasformare il Senato attuale in quello delle Regioni, eliminando spese assurde e vecchi, deleteri apparati burocratici. E se questa trasformazione non gli riesce, lo elimini del tutto, tagliando i posti della politica e ponendo fine a questo assurdo e dispendioso bicameralismo”.

“Nel Veneto stiamo anche cercando di aggregare gli Enti locali – conclude Zaia – promuovendo le gestioni associate delle funzioni, le unioni e le fusioni dei Comuni. Un attento ed equilibrato riordino territoriale, che nulla ha a che fare con quel carrozzone della Città Metropolitana, che, partendo dal rispetto delle identità locali, assicura una maggior efficienza dei servizi e risparmi della spesa pubblica, consentendo di indirizzare tali risorse ai veri bisogni delle famiglie e delle aziende venete”.

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