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In Veneto dispersione scolastica al minimo, 10,2%

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Molto bassi anche i livelli di disoccupazione giovanile 25 % a fronte del 40% di media nazionale

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Venezia – “In Veneto solo 10 ragazzi su 100 abbandonano la scuola. La riduzione del tasso di dispersione scolastica ad una soglia minima, equiparabile al livello minimo indicato dall’Unione europea, testimonia la validità del modello veneto, fondato su una forte integrazione tra scuola e lavoro e sulla flessibilità dei percorsi scolastici professionalizzanti”. E’ quanto ha spiegato l’assessore all’istruzione e alla formazione della Regione Veneto Elena Donazzan, intervenendo a Genova, alla Fiera dell’orientamento.

Nel confronto pubblico con gli assessori alla scuola e alla formazione di Lombardia, Piemonte e Liguria, Elena Donazzan ha ricapitolato i capisaldi del sistema formativo regionale veneto, che nel territorio conta la presenza di 14 istituti professionali statali, con 21 sedi, e di una rete capillare di centri di formazione professionale accreditati. La rappresentante del Veneto non ha mancato di dedicare anche alcuni rilievi critici alla legge di stabilità attualmente in discussione in parlamento.

“Il Governo sta progressivamente spogliando le Regioni di risorse e di competenze, perseguendo una sorta di neocentralismo anche nelle politiche scolastiche, della formazione e dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro – ha sostenuto l’assessore veneto – Ma il raccordo tra scuola e lavoro potrà avere successo solo se promosso dal territorio, con il coinvolgimento attivo di istituzioni, associazioni di categoria, organi scolastici. Il radicamento territoriale e le sinergie locali tra pubblico e privato sono la chiave di volta del sistema veneto, un sistema che dimostra di funzionare visti i tassi minimi di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile che si registrano in Veneto (25 % a fronte del 40% di media nazionale).

Perché allora allontanare dal territorio la possibilità di decidere in autonomia percorsi e profili formativi, in sintonia con le richieste delle aziende e le prospettive del mercato del lavoro?”.

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