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Il Papa: ‘Putin non si ferma, ho chiesto di incontrarlo’

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Intervista del Pontefice al Corsera: ‘Perplesso da forniture armi’. Mariupol, “oltre 200 civili ancora intrappolati in acciaieria Azovstal”. Ucraina, l’accusa di Kiev: “Ungheria sapeva dell’invasione”. Lavrov, Zelensky: “Russia ha dimenticato lezione Seconda guerra mondiale”

[Ph Agensir/©Vaticano]

NordEst – “Ho chiesto al cardinale Pietro Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?”. Lo dice papa Francesco, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. “A Kiev per ora non vado”, aggiunge – spiega -. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin”.

“Non so rispondere – dice il pontfice in un altro passaffio dell’intervista – sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.

“Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale – rievoca il Pontefice -. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così”.

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