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I Sindaci trentini incontrano la Provincia e rivendicano un ruolo chiave

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Lo hanno ribadito in un incontro a Trento con l’assessore provinciale agli Enti locali Carlo Daldoss. Chiedono la riduzione dei numeri per le fusioni e le gestioni associate, ma chiedono anche che sindaci e consiglieri comunali siano i membri delle nuove assemblee

sindaci

Trento – Giornata importante, presso la sede del Consiglio delle autonomie in via Torre verde a Trento. Una giornata iniziata con l’assessore agli enti locali della Provincia di Trento Carlo Daldoss che ha presentato al Consiglio il Disegno di legge sulla ridefinizione del futuro e del ruolo delle Comunità; normativa che investe, anche, la nuova dimensione dei Comuni trentini.

A seguire, sala gremita con sindaci e presidenti di Comunità, per l’incontro convocato dal presidente dei Comuni trentini Paride Gianmoena sulla Riforma istituzionale targata Rossi-Daldoss. Una chiamata generale per essere tutti partecipi e responsabili del nuovo futuro dei Comuni e delle Comunità che nasceranno. Il tutto a otto anni di distanza dalla Riforma.

Una riforma che non può prescindere dal ruolo dei Comuni. Un punto, questo, che Paride Gianmoena ha sottolineato con forza. «Il ruolo centrale del Comune – ha precisato Gianmoena – deve essere rimarcato all’interno della rivisitazione della normativa che disciplina le Comunità. Nella crisi che attanaglia il sistema dei partiti, le Istituzioni devono avere la stessa importanza. Siamo d’accordo – ha aggiunto – che la Riforma deve essere fatta, e i Comuni e le Comunità devono avere questa capacità, ma evidenziamo che si può dare importanza ai processi di fusione e alle gestioni associate con ambiti ridotti rispetto a quelli proposti dal Disegno di Legge. L’esperienza ci dice – ha affermato ancora il presidente del Consiglio delle Autonomie – che si riesce a raggiungere l’efficienza anche con dimensioni comunali attorno ai 3mila abitanti».
Sulle assemblee previste dalla Riforma, Gianmoena ha rimarcato che, in un processo di semplificazione, sindaci e consiglieri comunali devono necessariamente rappresentare il Comune all’interno di un organo che è un’associazione di Comuni. E che solo così si possono eliminare conflitti generati da una Legge che si è dimostrata imperfetta.

C’era molta attesa per la posizione dell’assessore Daldoss che ha confermato l’apertura al confronto, come evidenziato dall’operazione ascolto di oggi: «Credo che sia giusto che i Comuni, destinatari di questa riforma della legge sulle Comunità, possano dire la loro». Queste la parole del primo intervento di Daldoss, che ha aggiunto come la Giunta provinciale non abbia la pretesa di avere scritto una Legge esaustiva su tutte le tematiche sul tappeto, ma serve ragionare insieme per rendere efficace ed efficiente la macchina amministrativa e burocratica del Trentino.

«Serve – ha precisato – una nuova organizzazione che limiti e risolva i problemi che ci sono stati in Trentino in questi anni». Quindi, Daldoss non ha fatto mistero dei problemi finanziari che comportano scelte radicali rispetto al passato: «Oggi è necessario dire come stanno le cose – sono le parole dell’assessore – I tempi passati, sotto il punto finanziato, non ci saranno più, e quelli che ci aspettano non sono facili, vedi la compartecipazione al fabbisogno dello Stato. È in questo contesto che dobbiamo immaginare la visione di un Trentino futuro».

Dalla sala numerose le richieste di chiarimento, ma soprattutto le prese di posizione per un ruolo veramente incisivo dei Comuni nel nuovo organo che sostituirà le Comunità così come adesso sono concepite. I tempi, intanto, sono stretti. Venerdì si andrà in commissione.

Lunedì la commissione sarà chiamata a votare. Nella prima tornata dei lavori consiliari di novembre il Disegno di Legge approderà in aula. Insomma le bocce devono fermarsi in fretta. Per questo il Presidente Gianmonea ha chiesto e ottenuto mandato per fare sintesi, nei luoghi deputati, delle richieste avanzate dagli Amministratori che lo hanno delegato con grande senso di responsabilità, a fronte della sola settimana di tempo che hanno avuto per valutare il testo della Riforma.
Il 31 dicembre è il termine ultimo entro cui la Provincia può legiferare in tempo utile. 
Le elezioni amministrative del maggio 2015 lo impongono.

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