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I Pescatori trentini richiamano la Provincia: serve intervento urgente come in Veneto e in Lombardia

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L’Unione provinciale lamenta la scelta della Provincia di abbandonare – a differenza di Veneto e Lombardia – la difesa della carta ittica. L’assessore Zanotelli: “Studio del rischio necessario per le specie alloctone. E’ tema di competenza nazionale”


Trento – I pescatori trentini alzano la voce e chiedono interventi urgenti per irsolvere la situazione che non sembra essere tra le priorità dell’assessore provinciale competente, anche viste le emergenze nei boschi del Trentino (dall’orso al lupo ai cinghiali in molte zone).

Il presidente dell’Unione dei pescatori del Trentino, Stefano Martini, ricorda la rabbia di migliaia di associati a oltre tre anni dallo stop ministeriale al ripopolamento di specie ittiche definite non autoctone per il Trentino. Trota fario, trota lacustre, coregone e salmerino alpino restano al momento ancora specie ‘proibite’ per laghi e corsi d’acqua trentini. Di conseguenza, il settore è fermo.

Più volte in questi mesi i pescatori di Primiero, con il presidente Mario Scalet, si sono fatti sentire sulla problematica che sta creando notevoli problemi. Nello specifico, i pescatori accusano la Provincia di aver imboccato, a differenza di quanto fatto da Lombardia e Veneto, la strada – definita “sbagliata” – del cosiddetto studio del rischio, con l’impossibilità di proseguire nell’immissione degli avannotti. “Abbiamo – sottolinea ancora Martini – perdite e non produzione di tre milioni e mezzo di trota fario, un milione e mezzo di trota lacustre e un milione e mezzo di coregone”. Rimangono fermi i 18 impianti ittiogenici provinciali e l’Unione lamenta già la perdita di quasi il 40 per cento dei diecimila associati.

Pronta la replica dell’assessore provinciale all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca Giulia Zanotelli, che ha sottolineato la necessità di ricorrere allo studio del rischio per poter immettere specie alloctone. E ha ricordato che la partita andrà sciolta a livello nazionale, con il riesame entro l’anno. Sulle trattative con Roma c’è però poca chiarezza sencondo i pescatori, che chiedono maggiore coinvolgimento.

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