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Sostegno al settore lattiero caseario nel Bellunese: la Provincia ha liquidato 1,2 milioni di euro a 12 latterie

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Presidente Provincia Padrin: «Misura importante per il settore primario e anche in chiave turistica»


NordEst – Qualcuno ha acquistato nuovi serbatoi per lo stoccaggio del latte, qualcun altro ha installato una macchina scrematrice, comprato nuovi mezzi di trasporto per vendere il prodotto finito. Altri hanno ampliato il banco frigo, sistemato la cella di affumicatura e messo a posto la vasca del siero. Sono solo alcuni degli investimenti effettuati dalle piccole latterie bellunesi grazie al piano varato dalla Provincia nel 2021 a sostegno del settore lattiero-caseario. Nei giorni scorsi il progetto si è concluso, con la rendicontazione di tutti gli interventi. «La cifra finale è davvero importante: sono stati liquidati oltre 1,2 milioni di euro a favore delle piccole latterie.

Senza contare le risorse aggiuntive messe in campo per la formazione dei nuovi casari, in collaborazione con l’Istituto agrario di Feltre», spiega il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «Abbiamo ritenuto fondamentale dare un aiuto concreto al settore primario, che nel nostro territorio rappresenta non solo un segmento economico, ma anche un presidio della montagna e insieme una parte importante del turismo. E per questo ci siamo concentrati sulle piccole latterie».

Gli interventi nel settore

La cifra liquidata (1.214.915 euro) è frutto di un cofinanziamento da Fondo Comuni confinanti (quota a regia provinciale) e da fondi propri della Provincia. E ha consentito a tutte le piccole latterie presenti sul territorio bellunese di effettuare migliorie e acquisti che altrimenti – lo dicono le latterie stesse – sarebbero stati impensabili o quantomeno difficili. Gli interventi sono stati finanziati fino all’80 per cento dal bando provinciale, con contributi a fondo perduto, e per il 20 per cento dalle latterie stesse. In totale, è stato messo in circolazione quasi un milione e mezzo di euro.

Diversi le azioni realizzate. La Latteria di Vallata (Agordo) ad esempio aveva preparato un progetto di investimento per migliorare le prestazioni e la sostenibilità della latteria. Con un contributo di 176mila euro ha sostituito la scrematrice per ottimizzare la produzione in termini di tempo e sprechi, ha acquistato un serbatoio per il siero, una macchina confezionatrice per lo yogurt, un nuovo banco frigo con elevate prestazioni di risparmio energetico, un maturatore per la panna e un furgone per la consegna dei prodotti.

«Lavoriamo 13mila quintali di latte all’anno e stiamo crescendo di numeri. Gli interventi fatti ci aiutano a migliorare il lavoro e la qualità della produzione» spiega il presidente della cooperativa agricola, Roberto Chissalè. «Il progetto della Provincia è stato fondamentale in questo, un aiuto alle latterie che altrimenti avrebbero faticato a mettere in campo investimenti così corposi. Adesso, per assicurare continuità, dovremmo trovare il modo di gestire in maniera unitaria il processo di raccolta e smaltimento del siero, affinché tale operazione possa diventare un’opportunità e non un costo – peraltro importante – quale è oggi».

Gli investimenti hanno riguardato tutte le latterie ricadenti nella zona dei Comuni confinanti o di seconda fascia, con contributi che variano tra i 55mila e i 184mila euro. La latteria di Livinallongo, ad esempio, è stata quella a presentare il progetto più consistente e si è aggiudicata 184mila euro: è riuscita a migliorare gli strumenti di produzioni (tra gli acquisti anche una pompa per agevolare le tempistiche di lavoro e un refrigeratore per ridurre i consumi energetici, una cisterna per il trasporto del latte e altri macchinari utili a efficientare la filiera produttiva).

Importanti anche gli interventi alla latteria di Tisoi, una delle quattro localizzate in Comuni non confinanti e quindi inserite nel progetto grazie alla quota di cofinanziamento con fondi propri della Provincia. Con un contributo di 101mila euro sono stati acquistati un furgone per la raccolta del latte e un mezzo refrigerato per la consegna dei prodotti; inoltre, è stata migliorata la refrigerazione delle cantine ed è stato installato un nuovo banco frigo. «Un investimento complessivo da 130mila euro, possibile grazie al bando provinciale, altrimenti non avremmo potuto fare tutto quello che è stato fatto» spiegano Carolina Da Rold, titolare della latteria, e il papà Orazio.

«Il progetto messo in campo dalla Provincia ha avuto un forte impatto sull’ammodernamento e l’efficientamento della filiera. Le piccole latterie, che spesso soffrono la fragilità di una gestione limitata negli spazi e nelle risorse, sono un patrimonio storico e di diversificazione dei prodotti, quindi a maggior ragione è stato importante l’intervento della Provincia. Importante anche perché ha dato la possibilità a tutte le latterie di partecipare, anche a quelle della Valbelluna, mettendo sul piatto risorse aggiuntive rispetto ai Fondi di confine. È un segnale forte e importante per il nostro settore».

«Si tratta di interventi spesso piccoli, ma di sicura efficacia, in quanto vanno incontro a esigenze che erano state rilevate da chi opera all’interno delle latterie bellunesi» sottolinea il presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin. «Gli importanti riscontri arrivati dalle latterie stesse ci confermano la bontà del progetto, che ha messo in moto risorse dedicate per un settore fortemente identitario e legato al territorio. Veneto Agricoltura ci dice che la produzione annua di latte si aggira sulle 53mila tonnellate nel Bellunese, un terzo delle quali è impiegato per la produzione su vasta scala di formaggi Dop. Una quota viene invece lavorata nelle latterie, autentici scrigni di sapori che rappresentano la varietà dei prodotti genuini e quindi hanno una forte valenza di promozione turistica. Senza le latterie, l’autenticità del nostro territorio sarebbe più povera. E proprio per questo visiteremo la latteria di vallata di Agordo martedì prossimo a margine del consiglio provinciale itinerante convocato per l’occasione nel Comune agordino».

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