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“Frida Kahlo: il Caos Dentro”, incanta Trieste

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Il Salone degli Incanti del capoluogo giuliano ospita fino al 23 luglio 2022 una esposizione multimediale dedicata alla pittrice Frida Kahlo, l’artista latinoamericana più celebre e controversa del XX° secolo

[Salone degli Incanti a Trieste – © www.turismofvgfoto.it]

di GianAngelo Pistoia

NordEst – È innegabile che Frida Kahlo sia una figura centrale dell’arte messicana, nonché la pittrice latinoamericana più celebre del XX secolo. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente, sostenendo: «Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni».

Con il marito Diego Rivera, tra i più importanti muralisti del Messico, hanno formato una delle coppie più emblematiche della storia dell’arte mondiale. Nata nel 1907 a Coyoacán, a sud di Città del Messico, ereditò e fece suoi i valori della Rivoluzione messicana, tra cui l’amore per la cultura popolare. Le canzoni, gli abiti indigeni, gli oggetti d’artigianato e i giocattoli tradizionali, insieme all’influsso religioso della madre e alle nozioni tecniche sulla fotografia acquisite dal padre, creano un legame profondo tra la sua produzione artistica – e dunque la sua esistenza – e la storia del Messico.

[Source: Wikipedia – © Guillermo Kahlo]
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito a un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole; da bambina, fu colpita dalla poliomielite, una malattia che l’avrebbe resa per sempre claudicante dalla gamba destra. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino.

Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi. Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio a una sfolgorante carriera artistica. La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona a un ragazzo di cui è innamorata. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da installare uno specchio sulla parte superiore del letto a baldacchino nella sua camera, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: «Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio».

Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita … il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera».

Frida Kahlo ha avuto molti amanti, tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Frida Kahlo e Diego Rivera potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida.

[Frida Kahlo, Cristina Kahlo, Diego Rivera ed un’amica a Città del Messico, 1941 ca. – © Fondazione Leo Matiz]

L’opera di Frida affonda le proprie radici nella tradizione popolare, ma anche nelle sue esperienze di vita e nelle sofferenze patite, che riuscì a esprimere con straordinario talento: il caos interiore e il travaglio esistenziale sono testimoniati da una produzione artistica eccezionale, capace di trascendere ogni epoca e frontiera. E non solo. Sono costanti, infatti, i richiami a un Messico che attraversa profonde trasformazioni sociali, politiche e culturali, le stesse che lo avrebbero condotto alla modernità del XX secolo.

Questa sua esistenza complessa e travagliata è mirabilmente raccontata in una interessante mostra dal titolo evocativo “Frida Kahlo. Il Caos Dentro” allestita al Salone degli Incanti di Trieste e visitabile fino al 23 luglio 2022.

«Le opere dell’artista messicana esposte nella mostra fanno rivivere la storia incredibile della sua vita in tutta la loro energia e nei loro colori. Il Salone degli Incanti, la sala più bella e suggestiva della nostra città, già “location” di numerose altre esposizioni ed eventi importanti – chiosa l’assessore alle politiche della cultura e del turismo del Comune di Trieste, Giorgio Rossi, in occasione del vernissage della mostra – ancora una volta ospita un progetto tanto desiderato quanto ambizioso, quello di essere una delle tappe di questa mostra itinerante. Il visitatore, in un percorso interattivo, sensoriale e multimediale, potrà immergersi in modo totale nel mondo e nella vita di una donna che ha donato tutta sé stessa all’amore e all’arte. Questa iniziativa culturale è un regalo per la città di Trieste e per tutti coloro che vorranno visitarla».

[Autoritratto con collana di spine e colibrì, 1940 – © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México D.F.]
«Il concept della mostra – spiega Maria de Ios Angeles Arriola Aguirre, console generale del Messico a Milano – propone al visitatore l’occasione di entrare con tutti i sensi nel variegato, sofferto, caotico e vitale universo di Frida Kahlo, con un percorso in cui vengono scandagliati diversi tratti della sensibilità e della personalità dell’eclettica artista, icona di ribellione e femminismo, di passione e di stile, in cui presenza centrale è stato il marito Diego Rivera, al quale la stessa mostra concede ampio spazio.

L’esposizione “Il Caos Dentro” racconta Frida Kahlo mettendo in evidenza tanto la temperie culturale e politica in cui la pittrice visse, quanto le sue fragilità e la sua forza. Soprattutto, mette in contatto l’emotività del visitatore con quella di Frida, grazie all’uso delle moderne tecnologie immersive che rafforzano le suggestioni e avvicinano i visitatori di ogni età a una donna e artista dalla grande forza attrattiva».

Dopo questa lunga prolusione, mi accingo a descrivervi la mostra. Il percorso espositivo può essere suddiviso in 7 aree omogenee quali: dipinti, litografie e riproduzioni dei celebri autoritratti; le fotografie di Leo Matiz; le emissioni filateliche; lettere, diari e oggetti negli ambienti di Casa Azul; i murales messicani nelle installazioni multimediali; l’arte del vestire e Frida in video nella sala cinema 10 D.

[Piden aeroplanos y les dan alas de petate, 1938 – © Galerìa de Arte David Bardìa]
Ad accogliere il visitatore nella prima area è l’opera originale “Piden aeroplanos y les dan alas de petate”, un piccolo gioiello fortemente simbolico, ispirato da un episodio dell’infanzia della pittrice: si tratta di un dipinto attribuito a Frida Kahlo (1938), ripreso dall’originale Niña con Aeroplano che è andato perso e di cui rimane una fotografia in bianco e nero di Lola Alzarez Bravo.

Tra le opere originali figurano anche sei litografie acquerellate dell’artista e marito Diego Rivera, provenienti da collezioni private messicane, che rappresentano una preziosa testimonianza sulla vita e la cultura del suo tempo.

Ognuna di esse propone scene quotidiane di figure umili del popolo: tre di queste opere sono state fonte di ispirazione per molti dei murales di Diego Rivera. In mostra anche 15 riproduzioni di celebri autoritratti di Frida Kahlo realizzati tra il 1926 e il 1949 riprodotti con la sofisticata tecnologia “modlight”, che restituisce allo spettatore i dettagli della pittura a olio con impressionante realismo. A chiudere la sezione dedicata agli autoritratti, il famoso “Autoritratto con Bonito (1941, collezione privata USA)”, in mostra in una riproduzione digitale animata che affascinerà i visitatori di ogni età.

Esposti nel Salone degli Incanti anche 150 scatti del fotografo colombiano Leo Matiz, in bianco e nero e a colori, provenienti dalla Fondazione Leo Matiz di Bogotà. Artista poliedrico e grande viaggiatore Leo Matiz è considerato uno dei più grandi fotografi del Novecento, che immortalò, con la sua inseparabile Rolleiflex, personaggi illustri del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte.

Se numerosi sono stati i fotografi che hanno voluto ritrarre Frida, sicuramente Leo Matiz fu tra quelli che più seppero cogliere l’essenza della sua anima e della sua femminilità. Frida e Leo erano legati da una profonda e duratura amicizia, come raccontato anche in una video-testimonianza esclusiva realizzata per la mostra dalla figlia del fotografo, Alejandra Matiz, presidente della Fondazione e fra i curatori dell’esposizione.

Le fotografie esposte a Trieste risalgono tutte alla fine degli anni ’40, quando Frida era poco più che trentenne; anni in cui la pittrice consolidò la sua fama e raggiunse la piena indipendenza economica e sentimentale dal marito Diego Rivera. Ne risulta una splendida testimonianza sull’artista, un vero e proprio viaggio nella personalità di Frida.

[Particolare dello studio di Frida, Casa Azul 1946, Coyoacàn, Città del Messico – © Navigare S.r.l.]

La terza area è dedicata alle emissioni filateliche. Frida Kahlo è stata la prima donna latino-americana a essere raffigurata su un francobollo negli Stati Uniti d’America, il 21 giugno 2001. L’emissione, che riproduce il famoso “Autoritratto con collana (1933)” è stata la prima di una lunga serie. La mostra “Frida Kahlo. Il Caos Dentro” propone una esclusiva raccolta di 41 francobolli, datati tra il 2001 e il 2017, tra cui si distinguono soprattutto quelli del Messico, che l’ha celebrata varie volte.

Anche le lettere e le pagine di diario originali esposte nella mostra sono un prezioso contributo al racconto della passionale e tormentata storia d’amore tra Frida Kahlo e Diego Rivera, che ben si inseriscono con le numerose e importanti installazioni presenti nel percorso espositivo. Tra queste, di grande suggestione, le riproduzioni in scala reale dei tre principali ambienti della Casa Azul in cui Frida Kahlo visse per quasi tutta la sua vita, anche da sposata: la camera da letto, lo studio e il giardino.

In particolare, la camera da letto fu a lungo anche il suo studio creativo: costretta all’immobilità per un anno, Frida poté ritrarsi nei sui celebri autoritratti, grazie a uno specchio montato sulla parte superiore del letto a baldacchino. La stanza è riprodotta in mostra in ogni minimo dettaglio, completa degli arredi tipici della cultura messicana, di fotografie e libri, di oggetti e quadri, fino alle stampelle che Frida era costretta a usare.

[Camera da letto di Frida, Casa Azul, Coyoacàn, Città del Messico – © Navigare S.r.l.]

I murales riprodotti nella quinta area testimoniano due punti fermi della vita di Frida Kahlo: la cultura popolare messicana e la figura di Diego Rivera, noto muralista del tempo, fra i massimi esponenti di questa corrente artistica che aveva uno scopo decorativo e al tempo stesso didattico. L’esposizione “Frida Kahlo.

Il Caos Dentro” presenta una selezione di murales riprodotti in digitale a grandezza naturale, raffiguranti gli eventi politici del suo tempo. Tra questi, ventisette pannelli murali che compongono il “Detroit Industry Murals”, il “Pan American Unity” di San Francisco dipinto nel 1940, e “Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central” realizzato a Città del Messico. Testimonianze pittoriche presentate mediante proiezioni che ne mostrano la visione d’insieme e i dettagli salienti.

[Frida Kahlo on White Bench, 1939 New York – © Nickolas Muray Photo Archive]
L’abbigliamento per Frida Kahlo era una forma di arte attraverso la quale esprimere non solo la propria personalità e femminilità, ma anche la storia, la tradizione, i valori e perfino l’amore per Diego. La mostra propone – nella sesta area – un’ampia galleria di modelli ispirati al look di Frida, curata dalla fashion designer messicana Milagros Ancheita, dopo un attento lavoro di ricerca su fonti testuali e fotografiche. Si va dal completo in stile più casual, molto usato da Frida e indossato in numerose fotografie, ad abiti per occasioni più formali, fino alla mise indossata a New York nella sessione fotografica del 1939 con il fotografo di moda e suo amante Nickolas Muray.
La mostra “Frida Kahlo. Il Caos Dentro” propone al visitatore, nella settima ed ultima area, anche due film, uno sulla storia d’amore tra Frida e Diego, e l’altro focalizzato sul grave incidente in cui la donna rimase coinvolta.

Nel primo – un emozionante documentario intitolato “Artists in Love: Frida Kahlo & Diego Rivera”, prodotto da Sky Arte nel 2016 in 10 episodi – emerge il racconto della lunga relazione tormentata quanto appassionata tra i due artisti. Il secondo, invece, realizzato appositamente per la mostra da DnartTheMovie, è un cortometraggio di animazione in 3d stereoscopica intitolato “Frida Kahlo – Il Viaggio” (2020).

Questo video è un breve racconto della storia artistica e umana di Frida, con particolare riferimento al doloroso incidente che ne segnò per sempre l’esistenza. Il filmato porta il visitatore a vivere in prima persona insieme a Frida le sensazioni precedenti all’incidente. Si tratta di un viaggio intenso che grazie alla proiezione nella speciale sala 10D con 6 posti a sedere si arricchisce di effetti speciali per una esperienza multisensoriale.

La visione multidimensionale prodotta dalla combinazione 3D e dalla sala tecnologicamente avanzata coinvolge pienamente lo spettatore e le sue percezioni, con brezze improvvise, spruzzi d’acqua e accattivanti giochi di luce, vibrazioni, oscillazioni. Immagini visionarie, simboliche e dai colori brillanti espandono i confini tra fantasia e realtà, accompagnate da contrappunti musicali, suoni e rumori evocativi.


La mostra “Frida Kahlo. Il Caos Dentro” è promossa dall’Assessorato alle politiche della cultura e del turismo del Comune di Trieste, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau, di PromoTurismoFVG, dell’Ambasciata del Messico in Italia e del Consolato del Messico di Milano.


L’esposizione è curata da Antonio Toribio Arévalo Villalba, Aleandra Matiz, Milagros Ancheita, Maria Rosso ed è prodotta e organizzata da Navigare Srl, in collaborazione con BAT Italia, ZKB e Antica Tostatura Triestina. Partner della mostra sono la Fondazione Leo Matiz di Bogotà, la Galleria Planetario di Trieste, Oscar Roman e Inbal. Il sito web della mostra è: www.mostrafridakahlo.it

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