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Berlusconi dopo la condanna: ‘Obbligato a restare in campo per riformare la giustizia’

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Adnkronos – "Conseguenze ci saranno senz’altro. Io mi sento obbligato a restare in campo per rifomare il pianeta giustizia perchè ad altri non capiti quello che sta capitando a me". Lo ha detto al ‘Tg5’ Silvio Berlusconi parlando della sentenza che lo ha condannato per la vicenda dei diritti tv.

E’ ‘incredibile’che nella sentenza si parli di ‘naturale capacità a delinquere’. Il Cavaliere ha ricordato i suoi successi come imprenditore, ‘fino ad avere quasi 56mila collaboratori’ e il ‘mio gruppo è uno dei primissimi contribuenti’, e gli anni a Palazzo Chigi, con quasi dieci anni da presidente del Consiglio (‘l’unico – ha rimarcato – ad aver presieduto per tre volte il G8’); inoltre, ‘sono padre di cinque figli, nonno di sei nipoti e sono incensurato. E’ incredibile parlare di naturale capacità a delinquere’.

L’ex premier ha ricordato inoltre come l’evasione che gli è contestata sarebbe di circa ‘l’uno per cento delle imposte pagate allo Stato’. Quindi, sostiene, una cosa ‘ridicola’, una ‘costruzione fantascientifica’.
Sempre al ‘Tg5’ il Cavaliere ha poi parlato di Agrama: ‘Ebbi a conoscere Agrama negli anni ’80, poi non l’ho più visto, né sentito, né frequentato" ha detto su Frank Agrama, condannato nell’ambito del processo per i diritti Tv. "Non sono mai stato suo socio occulto ed è stato provato da tutte le carte. Esistono prove inoppugnabili che avrebbero dovuto portare ad una assoluzione" ha spiegato Berlusconi.

La condanna per i diritti tv – Condanna a 4 anni per frode fiscale e interdizione di cinque anni dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. Si chiude così, dopo sei anni, il primo grado del processo sui diritti tv. Secondo i giudici di Milano con il sistema dei costi gonfiati nella compravendita dei diritti tv è stata realizzata ‘un’evasione notevolissima’. Per questo la prima sezione penale del Tribunale di Milano ha condannato l’ex premier per il reatro di frode fiscale. In particolare, i giudici milanesi hanno giudicato prescritto il reato di frode fiscale contestato a Berlusconi nel 2001 e lo hanno condannato per gli esercizi 2002-2003.

L’interdizione di tre anni è stata stabilita dai magistrati per gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Gli imputati giudicati colpevoli dei reati contestati dovranno anche pagare una provvisionale di 10 milioni all’Agenzia delle entrate.

Assolto invece il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri che, attraverso il suo legale Vittorio Virga ha fatto sapere di essere contento per l’assoluzione nel merito ottenuta ma allo stesso tempo dispiaciuto per la condanna a Berlusconi. Una condannata giudicata "assolutamente incredibile" dai legali dell’ex premier Niccolò Ghedini e Piero Longo. Una sentenza "che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi". Lo dichiarano l’avvocato Piero Longo e l’avvocato Niccolò Ghedini, per i quali "straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potra’ comportare l’annullamento del processo".

"E’ evidente -proseguono gli avvocati di Berlusconi – che si tratta di una decisione che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica con un Tribunale totalmente teso a concludere il processo contro l’onorevole Berlusconi negando prima i testi a difesa, e poi con tecnica del tutto inusuale per un processo durato undici anni, di cui sei di dibattimento, procedendo alla motivazione contestuale limitando, cosi’, a 15 giorni il tempo per scrivere l’atto di impugnazione".

"E’ auspicabile -concludono- che in Corte d’Appello vi possa essere atmosfera diversa, con l’assunzione di tutti i testi a difesa immotivatamente negati, e con il pieno riconoscimento dell’insussistenza dei fatti e dell’innocenza dell’onorevole Berlusconi".

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