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Fini: “Berlusconi si dimetta” e il premier: “Voti contro in Aula”

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Fini chiede le dimissionmi del Premier – Parlando al raduno della sua nuova formazione in Umbria, Fini ha detto che le nuove condizioni comprenderanno un nuovo programma per aiutare il Meridione del Paese e rilanciare l’occupazione, e una riforma della legge elettorale. "Abbiamo bisogno di una nuova agenda, un nuovo programma; il centrodestra che esisteva quando il Partito della Libertà è stato fondato non esiste più", ha affermato.

Se Berlusconi non accetterà alcune condizioni, i membri del partito di Fini si dimetteranno dall’attuale governo, ha aggiunto. Un ministro, un viceministro e due sottosegretari fanno parte del partito di Fini. "Se Berlusconi vuol mostrare il suo amore per il Paese … la cosa giusta da fare per lui è dimettersi, innescare una crisi e avviare una nuova fase in cui il programma del centrodestra e l’agenda siano rapidamente ridiscussi e prendiamo atto dell’intera situazione", ha detto.

Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha detto che Berlusconi non ha intenzione di dimettersi perchè una crisi di governo sarebbe un "salto nel buio" e avrebbe "effetti drammatici sul Paese". Fini ha esortato Berlusconi a "non ascoltare i cattivi consigli che ha ricevuto in quantità negli ultimi tempi" e ad avviare negoziati per un nuovo governo di centrodestra che punti a durare sino alla fine dell’attuale legislatura nel 2013.

La polemica sul simbolo Upt – E’ il portavoce di Futuro e Libertà in Trentino, Andrea de Bertoldi, a smentire una vicinanza tra i due simboli. "Il simbolo non è copiato – avverte de Bertoldi – ma ammette che Fini intende dialogare con le forze moderate e per questo vorrebbe incontrare il governatore trentino".

A sollevare la questione era stato Giorgio Lunelli, capogruppo provinciale e uno dei tre segretari dell’Unione per il Trentino. L’Upt non intende correre sulla questione e dopo la verifica tecnica sul deposito del simbolo dal punto di vista politico, procederà anche politicamente.

"Trentino privilegiato" –
  A far discutere in queste ore i trentini, sono però le esternazioni di Pierferdinando Casini, leader dell’Udc e di Giuseppe Pisanu, ex ministro dell’Interno di Berlusconi che hanno fatto tappa in Trentino, senza però incontrare il governatore Dellai.

Casini ha subito precisato però che il modello trentino "non è esportabile. Chi pensa di riproporre a livello nazionale quello che ha fatto Dellai qui è fuori dal mondo. Qui avete un’autonomia speciale e chi la guida non ha le difficoltà che hanno le altre regioni d’Italia. Insomma, lasciatemi dire che voi siete dei privilegiati".

L’analisi politica –
Assieme i due centristi, Hanno lanciato un appello chiaro agli ex Dc, ai moderati dei due schieramenti: "Rimettiamoci assieme per evitare le elezioni anticipate, porre mano ad un Paese allo sbando e superare il crack politico". Pisanu ha invece parlato di "crisi epocale che ci immette in un tornante nuovo della storia. L’Italia da anni non cresce più ed si colloca al 139° posto nella classifica mondiale: c’è un degrado ambientale tremendo; il divario tra nord e sud è sempre più grande. A Napoli si brucia il Tricolore e nel governo ci sono ministri che del Tricolore farebbero un certo uso. Non è più una polemica tra terroni e polentoni: il rischio di una rottura dell’unità nazionale c’è davvero con una corruzione tremenda che viene valutata in 60 miliardi di euro all’anno".

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