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Festa dell’Autonomia 2017, Dorigatti: “Intesa con Alto Adige è essenza”, Rossi cita De Gasperi: “Coraggio di fare da se” (INTERVENTI)

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Sala Depero gremita per la cerimonia ufficiale della Festa dell’Autonomia 2017. Sono intevenuti il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena, il presidente della Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige Südtirol, Giandomenico Falcon e la presidente del Consiglio dei giovani Petra Zatelli

Trento – Il presidente del Consiglio provinciale trentino Bruno Dorigatti ha ricordato: “La forza dell’autonomia” si può rilanciare solo con un processo di riforma convergente dell’unico Statuto che accomuna le province di Trento e Bolzano. Un processo ispirato ad un “pensiero regionalista” che dovrebbe indurre i due territori a “riannodare i fili di un confronto sereno, iniziando, ad esempio, dall’urgente necessità di stabilire le procedure dell’agire prossimo, per trovare una proficua intesa fra noi; per evitare rigide chiusure e fughe in avanti, giungendo, ad una condivisione estesa e moderna”.

Sta in questi concetti il “cuore” dell’intervento, non di circostanza, con cui il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha aperto a Trento, in una gremita Sala Depero e dopo l’introduzione musicale affidata al coro solandro Sasso Rosso diretto da Adriano Dalpez (che ha eseguito l’inno al Trentino di Pedrotti e Varda la luna di Pigarelli), la cerimonia ufficiale organizzata per la “Giornata dell’autonomia”, nel 71esimo anniversario della firma dell’accordo tra De Gasperi e Gruber. ​

La storia, ha ammonito Dorigatti, ci indica chiaramente come i momenti dello sviluppo maggiore di queste valli, del Trentino e dell’Alto Adige/Südtirol, furono e sono quelli della collaborazione, della sinergia e della fiducia, anziché quelli delle chiusure, del rifiuto e delle crescenti lontananze. Grazie a queste relazioni propositive è nata, ad esempio, l’innovativa istituzione euroregionale, “mentre il silenzio e la diffidenza reciproca hanno prodotto solo una scia di rancori ed hanno azzoppato il cammino di tutti”.

“Cinquant’anni fa, ha ricordato il presidente del Consiglio trentino, queste valli erano scosse da fermenti drammatici e violenti, che aprivano stagioni irte di pericoli e di fratture. Solo la caparbia tenacia di veri statisti, come Silvius Magnago da un lato ed Aldo Moro dall’altro, consentirono di arginare ogni deriva nazionalista e di aprire una stagione segnata dalle comprensioni anziché dalle bombe”.

Le criticità della Convenzione, ma anche la Consulta ha un problema

A proposito dei due organismi attivati nella nostra provincia e in quella di Bolzano per elaborare una proposta di riforma dello Statuto di autonomia, Dorigatti non ha nascosto le sue preoccupazioni. Perché, ha osservato, mentre la Consulta per la riforma dello Statuto del Trentino Alto Adige/Südtirol ha prodotto una “riflessione aperta e democratica” con “un’approfondita analisi sullo stato dell’attuale fase autonomistica”, ed “ha avviato un confronto con la comunità e tutte le forze politiche e sociali”, invece il percorso parallelo sviluppatosi nella vicina provincia di Bolzano “sembra aver trovato taluni ostacoli e difficoltà originate, forse, anche da un’eccessiva politicizzazione delle contrapposizioni, da una ricerca del consenso anche più estremo e da qualche punta di solitudine autoreferenziale”. Alcune “logiche della conservazione – ha proseguito il presidente riferito alla Convenzione – hanno prevalso sul più moderno linguaggio del dialogo e dell’incontro, facendo forse più appello agli egoismi che non ad un grande disegno di progresso comune”.

Dorigatti ha tuttavia segnalato anche le criticità che sta affrontando la Consulta per la riforma dello Statuto in Trentino. Criticità individuabili, ha precisato, nei “processi di partecipazione” avviati “che, pur essendo molto strutturati sotto il profilo della comunicazione e della conoscenza, non hanno prodotto quei livelli di partecipazione che si attendevano, confermando in ciò una sorta di “trend” della disaffezione all’autonomia, che già avevamo avuto modo di monitorare come carenza di una diffusa coscienza collettiva”. A venir meno, ha osservato il presidente, è il “principio di responsabilità”, sul quale fino ad oggi si sono fondate le ragioni dello sviluppo e che costituisce patrimonio fondamentale dell’etica dell’autonomia. La perdita progressiva di questo principio, ha continuato Dorigatti, spiega perché oggi l’autonomia fatichi sempre più a trovare ragioni d’esistere, a marcare differenze, a farsi luogo dell’innovazione ed a recuperare quel suo tessuto morale che vedeva tutti i trentini protagonisti del loro tempo e del domani, senza mai lasciare nessuno un passo indietro”.

Guardiamo con attenzione ai referendum in Veneto e Lombardia

Dorigatti ha accennato anche ai referendum per ottenere l’autonomia speciale previsti in ottobre nel Veneto e in Lombardia. “Più deleghe alle Regioni ed agli Enti territoriali – ha detto – maggiore coinvolgimento delle periferie e diffusa cultura della responsabilità, sono i requisiti per qualunque dibattito di riforma dello Stato, come quello avviatosi recentemente anche con i referendum dei vicini amici veneti e lombardi, cui guardiamo con positiva attenzione”.

L’intesa con l’Alto Adige/Südtirol è “l’essenza di ogni priorità”

Che fare oggi allora per dare un futuro alla nostra specialità? Per il presidente del Consiglio provinciale occorre “riprendere in mano il coraggio che fu dei padri dell’autonomia trentina e sudtirolese e rilanciare in avanti le urgenze del cambiamento, proiettando, in tal modo, l’autonomia e l’unicità dello Statuto sul fondale del futuro.

Solo così si potrà potenziare il dialogo reciproco, nella consapevolezza che oggi l’intesa con Bolzano costituisce l’essenza di ogni priorità”. “E’ in quest’ottica – ha proseguito Dorigatti – che si potranno immaginare anche ulteriori mutazioni dell’ente regionale, con il solo vincolo inderogabile dell’unicità dello Statuto d’autonomia, recuperando da un lato lo spirito che animò la nascita del secondo Statuto nei primi anni Settanta e dall’altro accogliendo, come viatico positivo, le recenti parole del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano in tema di autodeterminazione”. “Parole importanti – ha aggiunto il presidente del Consiglio trentino – con le quali si è definitivamente chiusa un’epoca ed aperta, al contempo, la strada per un dialogo fra noi che sarà possibile solo se, con senso di responsabilità, ognuno sarà pronto a fare un piccolo passo indietro, per poterne fare poi di molto grandi in avanti”.

Superare le barriere linguistiche

Dorigatti ha infine auspicato il superamento delle barriere linguistiche “che tanto dividono e rendono faticosa la comprensione reciproca”. Il problema non è di vocaboli “ma di idee, di valori e di culture, nel solco di quella tradizione storica consolidata che vedeva nel bilinguismo degli abitanti di queste valli una risorsa collettiva e non un limite nazionalistico”.

E ha concluso ricordando un pensiero di sua madre, “nata nel 1910 e quindi allora cittadina dell’impero, la quale sosteneva che se qui si fosse continuato ad insegnare e parlare la lingua tedesca, ciò avrebbe rappresentato per ogni trentino una sorta di apertura di un conto in banca. Oggi, a distanza di oltre un secolo – ha commentato il presidente – ritrovo in quelle semplici parole il senso di una verità che non è solo politica, ma anche sociale, culturale ed economica; una verità dalla quale il nostro domani non può prescindere”.

Il Governatore Rossi cita De Gasperi

Gli scritti di un De Gasperi quasi quarantenne sono stati al centro dell’intervento che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi ha tenuto in occasione della cerimonia ufficiale per la “Giornata dell’Autonomia”. Parole dedicate a tutti trentini – ha detto Rossi – che non vogliono dimenticare che l’Autonomia è anzitutto responsabilità conquistata nei secoli attraverso i nostri vecchi, per essere ereditata dalle nuove generazioni. Il coraggio di fare da sè – come diceva De Gasperi – senza mai cadere in un gretto localismo”.

  •  Kompatscher: “Autonomia è solidarietà”

“L’autonomia non è fine a se stessa, non è dei politici, ma è lo strumento per lo sviluppo del territorio e la crescita dei cittadini e ci permette di costruire una società più solidale”: lo ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher, inaugurando la Giornata dell’autonomia e che quest’anno si è svolta nel segno della solidarietà.

Nella Giornata dell’autonomia la Provincia di Bolzano incontra la popolazione per mostrare come questa autonomia si declina in 3 livelli di solidarietà: “Il primo è la solidarietà diretta degli altoatesini per gli altoatesini, ossia le prestazioni nei vari settori a favore di chi vive in situazioni difficili”, ha spiegato Kompatscher.

Il secondo livello di solidarietà è quello della cooperazione internazionale fuori dai confini locali. Il terzo livello di solidarietà, la Provincia finanziare con 40 milioni di euro annui progetti di sviluppo nei Comuni di confine delle Regioni limitrofe, in base all’Accordo di Milano.

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