NordEst

Dolomiti nell’Unesco, E’ polemica sulla sede tra Bolzano e Belluno

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Dolomiti nell’Unesco – Ora i nove gruppi dolomitici sono iscritti nella lista dei Beni naturali dell’Unesco. Soddisfazione da parte dell’intera delegazione composta dal Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo e dai rappresentanti delle cinque province Trento (assessore all’Urbanistica Mauro Gilmozzi), Belluno (l’assessore regionale Oscar De Bona e i consiglieri provinciali Irma Visalli e Matteo Toscani), Bolzano (assessore all’ambiente Michl Laimer), Pordenone (dirigente del Dipartimento pianificazione territoriale Sergio Bergnach) e Udine (assessore Sviluppo montagna Ottorino Faleschini).

18 mesi per la Fondazione – Ora il territorio dolomitico esteso su 231mila euro e suddiviso in 5 diverse province è, a tutti gli effetti, un sito Unesco e, come tale, sottoposto a regole di tutela e di sviluppo ben precise. Restano, a questo punto, diciotto mesi di tempo per costituire e presentare al WHC (World Heritage Committee) la Fondazione e cioè il soggetto referente unico nei confronti de WH Committee e lo strumento fondamentale per garantire la coerenza delle azioni di gestione per il mantenimento dei valori del Patrimonio Universale.

I “giganti di pietra” –
Quello straordinario “arcipelago fossile” che prende il nome di Dolomiti e che affascina chiunque si trovi al loro cospetto sono ora Patrimonio dell’Umanità. “Non è solo una grandissima soddisfazione per il lungo lavoro condotto unitariamente dalle 5 province – ha detto l’assessore all’Urbanistica e Enti locali Mauro Gilmozzi presente in sala a Siviglia – ma è un’occasione straordinaria per per ragionare sui temi della montagna,sulla specificità culturale del territorio dolomitico, sul valore del paesaggio e su una diversa concezione di turismo. Tutti temi – ha continuato l’assessore Gilmozzi – da affrontare con nuova consapevolezza e responsabilità amministrativa per garantire nel tempo la durata dei valori universali”.

I nove gruppi dolomitici – Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino-San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, Dolomiti Settentrionali, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio- Latemar, Bletterbach, Dolomiti di Brenta hanno ottenuto il riconoscimento dall’organizzazione delle Nazioni unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura come bene seriale per la loro eccezionalità geologica e paesaggistica. Dopo oltre quattro anni di intenso e dettagliato lavoro comune, i referenti delle 5 province accolgono con chiara soddisfazione l’importante iscrizione di oggi ma pensano già alla strategia di gestione complessiva e unitaria che porti alla creazione di un referente unico nei confronti del World Heritage Committee.

Il metodo di lavoro che ha portato alla proclamazione delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità dovrà trovare applicazione anche nella futura Fondazione la "Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO Foundation", che diventerà il soggetto unitario di coordinamento interistituzionale per la gestione delle politiche di conservazione e valorizzazione dei valori del Patrimonio Universale. Proprio nell’ottica del coordinamento e della gestione di più province e territori con ordinamenti differenti IUCN ha riconosciuto la validità di questa esperienza come un esempio di buona pratica da indicare come metodo di lavoro per candidature analoghe. Nell’ambito della Fondazione saranno attivate le modalità per il coordinamento delle gestioni attraverso tavoli di lavoro, coordinati dalla Fondazione, con stakeholders e sostenitori, per definire le attività delle 5 Province, le prassi attuative e il finanziamento.

Sono già stati individuati obiettivi ed azioni (alcune già in corso) per la conservazione, gestione sostenibile del Bene Naturale Dolomiti-Unesco e formazione rispetto ai valori di unicità ed eccezionalità. L’attenzione è dedicata soprattutto alla governance dei flussi turistici, alla comunicazione e alla ricerca. L’ottica è quella di promuovere il Bene secondo i due criteri di candidatura (su esplicita richiesta di IUCN, International Union for Conservation of Nature) e cioè quello paesaggistico/geografico e geologico/geomorfologico.

La candidatura delle Dolomiti a Bene Naturale Unesco è stata possibile grazie al prezioso lavoro scientifico e tecnico svolte dalle tre strutture provinciali di riferimento e cioè il Servizio Geologico, il Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio e il Dipartimento Risorse forestali e Montane. A loro l’assessore Mauro Gilmozzi ha rivolto un particolare ringraziamento anche a nome del presidente Lorenzo Dellai. Il Parco Adamello Brenta e il Parco di Paneveggio e Pale di San Martino, nonché la Trentino SpA hanno assicurato fin dall’inizio un contributo importante per la buona riuscita di tutto il progetto.

Fra le persone che hanno lavorato fin dall’inizio al progetto Dolomiti Unesco a Siviglia, erano presenti il dirigente del Dipartimento Urbanistica e Ambiente, Fabio Scalet, Angiola Turella, funzionaria del Servizio Urbanistica, Paola Matonti che, prima per il dipartimento Urbanistica ha coordinato il progetto per la parte trentina e ora per la Trentino School of Management coordina e segue la formazione di tecnici e operatori legato alla candidatura. A Siviglia con la delegazione italiana sono presenti i tre consulenti scientifici per la candidatura Piero Gianolla e Mario Panizza, docenti universitaria di Geologia e Geomorfologia presso le Facoltà di Ferrara e di Modena, e Cesare Micheletti presidente dell’Associazione italiana di architetti paesaggisti.

Per Durnwalder, Dolomiti come biglietto da visita – Con la definizione di "patrimonio naturale dell’umanità" è stato riconosciuto alle Dolomiti un biglietto da visita unico, come ha messo in evidenza il presidente della Provincia Luis Durnwalder in seguito alla decisione adottada dall’Unesco. Per l’assessore Laimer, presente a Siviglia per seguire il lavori del Consiglio mondiale Unesco, "l’inserimento delle Dolomiti nella lista del patrimonio naturale dell’umanità costituisce il coronamento della politica di tutela ambientale perseguita dalla Provincia di Bolzano; infatti il territorio riconosciuto degno di tutela Unesco in ambito altoatesino comprende quattro dei Parchi naturali e la gola del Bletterbach già tutelati da anni."

La soddisfazione del Governatore Dellai – Gioia e responsabilità. Usa questi due termini il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, per commentare a caldo la notizia dell’avvenuto riconoscimento delle Dolimiti quali patrimonio mondiale dell’umanità.  ‘Siamo molto contenti di questa decisione – ha detto Dellai – che ci trova peraltro pienamente consapevoli della grande responsabilità che essa comporta. La gioia scaturisce dal fatto che l’Unesco ha riconosciuto la straordinaria peculiarita’ delle Dolomiti. Il senso di responsabilità scaturisce dalla consapevolezza che dovremmo essere ancora più attenti nell’usare questo nostro patrimonio, nel solco peraltro di una antica tradizione delle nostre genti che hanno saputo perseguire obiettivi legati ad un necessario sviluppo senza mai lasciar cadere quella cura verso il rispetto dell’ambiente e delle risorse che sono preziose per noi, ma che abbiamo il dovere di conservare per le generazioni che verranno.  ‘Questo – ha concluso il presidente Dellai – è l’impegno che ci siamo assunti e che continueremo ad onorare. E’ una sfida per noi molto importante, che pensiamo di poter giocare insieme con gli altri territori nostri partner, e’ una sfida per costruire sempre di piu’ un’idea delle Dolomiti che non si traduca semplicemente nell’immagine di una straordinaria bellezza naturale, ma che sia anche la bellezza delle tradizioni culturali, linguistiche e sociali, che nell’area delle Dolomiti da secoli vivono’.

Sulle Dolomiti, Reolon attacca De Bona e Galan – "Saluto con grande soddisfazione e orgoglio l’inserimento delle Dolomiti nei siti Patrimonio dell’Umanità. E’ un grande progetto voluto con forza, lungimiranza e determinazione dalla mia amministrazione provinciale”. E’ il commento di Sergio Reolon alla
notizia giunta oggi da Siviglia del riconoscimento dell’Unesco “E’ la dimostrazione”, continua Reolon, “che quando si pensa in grande  si possono ottenere grandi risultati. Abbiamo trainato e coordinato la candidatura, restituendo affermando nei fatti che le Dolomiti per la  gran parte (più del 60%) sono in provincia di Belluno. Tutti si  lamentavano del fatto che fuori dai confini della nostra provincia parlare delle Dolomiti significasse parlare del Trentino Alto Adige, noi abbiamo restituito le Dolomiti alla loro collocazione reale.  Abbiamo ridato ruolo e dignità nel mondo a questa provincia.

Questo  risultato è ancora più grande e significativo perché ottenuto nonostante la contrarietà e il tentativo di boicottaggio operato da forze locali e regionali, in primo luogo dal presidente della Regione Galan e dall’assessore De Bona. Il fatto che ora tutti esaltino il valore di questo straordinario riconoscimento non può che accrescere in noi la consapevolezza di aver lavorato per una cosa importante che
segnerà una pagina di valore storico per la nostra provincia. Tutti i bellunesi devono sentirsi orgogliosi per questo progetto. I miei assessori ed io siamo felici di aver saputo dare alla nostra provincia un risultato così straordinario che aprirà grandi opportunità e che ha dimostrato come dal basso si possano costruire politiche di sviluppo del territorio e di effettiva autonomia”.

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