Lo stop del Colle – Nella sua comunicazione al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Napolitano rileva che "Non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega, previsto dai commi 3 e 4 dall’art. 2 della legge n. 42 del 2009, che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere, prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari".
In conclusione, il capo dello Stato afferma di "non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato dal Governo" (cioè il testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale). In precedenza, da Bruxelles, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a chi gli chiedeva se il Quirinale avesse potuto sollevare problemi sul decreto aveva risposto: "Non lo so, spero di no".
La Lega corre ai ripari – "Non c’è nessun problema per quanto riguarda l’iter del federalismo municipale – dichiarano i capigruppo della Lega Nord al Senato e alla Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni – perché la richiesta del passaggio parlamentare avanzata dal presidente Napolitano, che noi come sempre rispettiamo, sarà prontamente esaudita dal governo. Il progetto delle opposizioni e di chi vuole bloccare il federalismo è destinato a fallire".
Il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli annuncia: ‘Se verranno presentati dei documenti sulle comunicazioni del governo sul federalismo municipale, allora io chiederò il voto di fiducia nel Consiglio dei ministri’. ‘Quella di Napolitano è una interpretazione, la mia era diversa’, precisa. Comunque, ‘ritrasmetteremo il testo alle Camere, andremo a riferire le motivazioni sul perché abbiamo adottato un testo piuttosto che un altro e la cosa finisce lì’. ‘Non ho paura di andare in Parlamento a mostrare un prodotto di cui siamo orgogliosi", insiste. ‘Spiace perdere così 10-15 giorni – sottolinea il ministro – ma non è un problema’.
Intanto, il ministro per le Riforme per il Federalismo Umberto Bossi ha avuto una lunga e cordiale telefonata con Napolitano. Il leader della Lega, informa una nota, ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale la prossima settimana e, di dare comunicazioni nelle aule parlamentari sul decreto sul federalismo fiscale municipale
Le reazioni politiche – L’opposizione plaude alle valutazioni del Colle sul decreto sul federalismo e torna all’attacco. "Fermatevi. Non si può forzare la mano su un tema così delicato", dice Pier Luigi Bersani all’assemblea del Pd rivolgendosi al Carroccio. E aggiunge: "La Lega si renda conto che con Berlusconi il federalismo non lo fa".
Dal Terzo Polo il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini sottolinea: ‘Dal Quirinale è un atto dovuto. E’ una follia pensare di potere prendere una scorciatoia del genere’.
Il presidente della commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri (Fli), commenta così la decisione del capo dello Stato: "Serve un decreto più serio" per fare un federalismo vero". Un provvedimento del genere "otterrebbe un largo consenso" nella bicameralina. Ora, insiste Baldassarri, "l’ideale sarebbe proseguire quel lavoro e completare l’iter" perché il governo "può fare un nuovo decreto e riportarlo in bicameralina".
L’Idv invece torna a chiedere elezioni anticipate. ‘Dopo lo stop intimato dal capo dello Stato e, soprattutto, dopo la bocciatura da parte del Parlamento’ abbiamo ‘la prova provata – afferma Antonio Di Pietro – che il Paese si sta avviando verso un pericoloso regime’. ‘ Per il bene del Paese si restituisca subito la parola ai cittadini’, conclude.
Il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino sottolinea: ‘Non è stata seguita la procedura corretta, che è quella di rimandare il decreto alle Camere. Adesso il governo segua questa procedura". Ma il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini (Lega) attacca: ‘Mi dispiace, ma il presidente Napolitano sul federalismo non si schiera col popolo’.
Per i giuristi la posizione di Napolitano è corretta. "Mi sembra che il comunicato del presidente faccia riferimento a un vizio procedurale – spiega l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli – cioè che debba essere data comunicazione alle Camere prima dell’adozione del provvedimento". Per il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre è una "decisione assolutamente giusta e ineccepibile, ma l’ostacolo al decreto è solo temporaneo. Il governo può sempre decidere di andare in Parlamento per illustrare il decreto, nonostante la mancata approvazione in ‘bicameralina’. Questo passaggio toglie al decreto la sua attuale condizione di irricevibilità da parte del Quirinale’.