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Le Dolomiti di Theodor Wundt ci regalano un Natale ad alta quota: ecco il libro da non perdere

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Il Natale porta un dono speciale agli appassionati di alpinismo e di quella fantastica storia che ha dato il là al Trentino turistico


NordEst – La redazione di “Aquile Magazine” ha dato alle stampe la preziosa riproduzione del libro “Die Besteigung des Cimone della Pala” di Theodor Wundt, edito nel 1892 con – per la prima volta – la traduzione in lingua italiana: “L’ascensione del Cimone della Pala. Un album per scalatori e amici delle dolomiti. Con 24 fotoincisioni e numerose zincografie dagli originali fotografici”.

Non è una copia anastatica in virtù della traduzione del testo (a cura di Luca Calvi), ma è perfettamente conforme all’originale nel formato e nella parte iconografica. Wundt, benestante militare tedesco (1858-1929), era un valido alpinista nonché scrittore, uno dei pionieri tra i fotografi delle Dolomiti, tanto che le immagini in bianco e nero e gli scritti raccolti dallo stesso fotografo nel suo volume costituiscono al giorno d’oggi un patrimonio straordinario della storia di queste montagne e delle Dolomiti in generale.

“La mia intenzione è quella di portare il lettore con me nei magnifici regni delle Dolomiti delle Pale e di presentargli, con fedeltà fotografica, le impressioni che lo attendono in quello che di tutti gli angoli della terra è il più sensazionale”, scrive Wundt che conobbe le Pale di San Martino nel 1887. Era accompagnato dalle Guide Alpine Michele Bettega e Bortolo Zagonel e rimase affascinato dalla cima iconica che tanto somiglia al Cervino.

“Situato ai piedi di queste montagne, San Martino di Castrozza è una destinazione turistica di altissimo livello. Un nome, il suo, inseparabile da quello del Gruppo delle Pale, con il possente Cimon della Pala che lascia impresso il sigillo della sua particolarità. Non c’è dubbio che a sovrastare le case solitarie circondate da boschi ci sia una possente cinta di montagne, con i possenti gemelli del Sass Maor, la svettante ed ardita Pala di San Martino e l’incombente Rosetta, eppure tutti passano in secondo piano rispetto al possente Cimon, le cui immense e compatte mura con le loro frastagliate creste sommitali attirano come per magia lo sguardo e fanno sì che sia lui a trovarsi in primo piano nella contemplazione”.

Il volume non è solo un inno al Cimone, ma una relazione di viaggio completa, dettagliata, che riguarda cime, luoghi e persone, con aneddoti, consigli, punti di vista tutt’ora attuali: “Coloro che parlano solo degli incidenti che si verificano e che vorrebbero porre un divieto alla pratica dell’alpinismo, farebbero bene a considerare quanto bene esso faccia, favorendo la crescita di uomini con gli occhi aperti e sensibili alla natura e con quel meraviglioso desiderio di agire e di osare con determinazione ed energia”.

Ne esce un ritratto del Wundt solare ed entusiasta che tra le Dolomiti sa riappropriarsi della felicità di un fanciullo e anche del buon vivere: “Non c’è niente come il sano appetito dell’alpinista: vale la pena fare alpinismo per il puro piacere della fame e della sete”.  Il libro è acquistabile in tutte le librerie ed edicole del Primiero/Vanoi o rivolgendosi alla redazione di Aquile Magazine.

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