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Crac Banche venete, Visco: “Mai pressioni per Pop Vicenza”. Veneto Banca: sequestro beni per 59 mln

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Mai sottovalutata situazione. Già allarme credito in 2012

NordEst – “Aggiungo in modo chiaro che la Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai”. E’ quanto ha affermato il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco in audizione alla Commissione d’inchiesta sulle banche.

“Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che “andava tutto bene” e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero”. Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco alla commissione banche precisando che già 2012 aveva lanciato un allarme sul peggioramento della qualità del credito.

Sequestri per 59 milioni di euro

Gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di 59 milioni riconducibili a imprenditori e un manager coinvolti nell’indagine su Veneto Banca.

Il provvedimento del gip di Roma, emesso nell’ambito del procedimento su Veneto Banca attualmente in fase di udienza preliminare e che vede coinvolto anche l’ex Ad Vincenzo Consoli, riguarda cinque soggetti ed è riferito a due delle imputazioni di ostacolo all’attività di vigilanza contestate dai pm di Roma nella richiesta di rinvio a giudizio. I sequestri, che hanno colpito 11 fabbricati e diversi terreni, auto di lusso e conti correnti riconducibili agli indagati, sono stati eseguiti tra Venezia, Milano, Torino e Bergamo.

  • In breve

Ghizzoni: ‘Il 12 dicembre 2014 Boschi mi chiese di valutare di acquisire Etruria’ – Il 12 dicembre 2014 l’allora ministro Maria Elena Boschi incontrò l’allora Ad di Unicredit Federico Ghizzoni e gli chiese di “valutare l’acquisizione di Banca Etruria”. A raccontarlo è stato lo stesso Ghizzoni nel corso dell’attesa audizione presso la commissione di inchiesta sul sistema bancario. Ghizzoni, ricostruendo l’incontro, lo definisce come un “collouio cordiale”, in cui “non avvertii pressioni da parte del ministro: Ci lasciammo – spiega ancora – su queste basi”.

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