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“Spelacchio”, l’albero di Natale arriva anche in Consiglio provinciale a Trento

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“Spelacchio”, l’abete più chiacchierato di queste festività, diventato famoso perché, arrivato a Roma dalla val di Fiemme come “albero di Natale”, ha perso completamente gli aghi. Durante un suo intervento in Consiglio provinciale a Trento,  Giovanazzi (AT) ha dichiarato che, fosse per lui, per il buon nome del Trentino la Provincia avrebbe dovuto portarne subito a Roma uno di nuovo. Secondo Borgonovo Re (PD) basterebbe invece inviare la foto del bellissimo albero di Natale di piazza Duomo a Trento. L’assessore Gilmozzi (UPT) ha ricordato di aver proposto al Comune di Roma la sostituzione dell’albero ma che la risposta dell’amministrazione Raggi è stata negativa causa divergenze interne. In futuro, ha concluso, “potremmo fornire un albero 2.0, non deperibile”

Un’immagine dell’albero di Natale di Piazza Venezia, meglio conosciuto come “Spelacchio”, dopo la pioggia degli ultimi giorni

Roma – Sulle cause di ‘stress’ dell’albero della capitale, interviene direttamente anche la Val di Fiemme. L’Apt locale, precisa che “Spelacchi”o ha subito uno sbalzo termico notevole, passando dal clima rigido della Val di Fiemme al clima mite della Capitale. Inoltre, ha dovuto sopportare un lungo viaggio e complesse operazioni di allestimento”.

Il caso ‘Spelacchio’ finisce anche alla Corte dei Conti: il Codacons ha depositato un esposto in cui chiede alla giustizia contabile di indagare su un possibile danno erariale. L’associazione di consumatori chiede anche la rimozione dell’albero di Natale di Piazza Venezia “palesemente morto e che rappresenta un vergognoso spettacolo per cittadini e turisti”.

Nell’esposto il Codacons chiede di aprire una indagine “per verificare la questione legata ai fondi spesi (oltre 40mila euro), a volte in maniera immotivata e dannosa per l’erario, per l’acquisto di un bene poi rilevatosi totalmente inutile – come nel caso dell’albero di Piazza Venezia, acquistato pochi giorni fa ed ormai prossimo alla morte – a discapito di tanti servizi, utili alla collettività, che, invece, non vengono presi in considerazione”.

Il funerale sul web

Non fiori, ma opere di giardinaggio“. Il povero Spelacchio, l’albero di Natale più famoso e discusso d’Italia, sembra essere destinato a non vedere l’inizio del nuovo anno. Spoglio, lontano dalla sua Val di Fiemme che lo ha visto rigoglioso prima del tragico viaggio verso la Capitale, l’abete rosso è stato dichiarato tecnicamente morto dal Comune che, stando a indiscrezioni di stampa, ha deciso anche di indagare e fare luce su quello che appare a tutti gli effetti un efferato ‘albericidio’. Una brutta morte insomma quella di Spelacchio, che i social hanno deciso di celebrare dedicando all’arbusto un ultimo e sentito saluto. Come? Con un funerale pubblico, naturalmente.

Fissati per il giorno di Natale alle 13.00 nel centro di Roma – ma al momento annullati a causa dell’eccessiva popolarità -, i ‘Funerali di Spelacchio‘ sono l’evento Facebook del momento, con ben 1000 partecipanti e oltre 4mila ‘interessati’.

Un omaggio organizzato da Simone Cosimi, che spiega così la scelta di celebrare le esequie dell’ormai defunto alberone: “Spelacchio è morto, lunga vita a Spelacchio! Ci vedremo tutti a piazza Venezia per un ultimo saluto addolorato al povero Spelacchio, l’abete rosso che nei pochi giorni di vita capitolina ci ha donato gioia e felicità nonostante l’orribile trasformazione subita nel trasporto dalla Val di Fiemme alla Capitale.

L’unico albero di Natale – sottolinea – che non è arrivato a Natale. Una morte, la sua, avvolta nel mistero e nel rimpallo delle responsabilità. Sentitevi liberi di invitare amici e parenti, chiunque possa essere colpito dalla perdita di Spelacchio, condividendo l’evento. Non fiori – conclude – ma opere di giardinaggio”.

E sono diversi gli utenti colpiti a tal punto da decidere, in attesa di dargli l’ultimo saluto in piazza, di dedicare un pensiero allo sfortunato abete. Si va dall’ormai famoso hashtag #JeSuisSpelacchiò agli appelli per traslarne le spoglie al Pantheon, fino ad arrivare a messaggi di cordoglio – “R.I.P. Riposa In Pellets” -, imbarazzate richieste di chi si domanda se sia il caso di portare corone di fiori e, addirittura, un’orazione funebre ad hoc.

A dedicarla al compianto Spelacchio è Cesare, che per farlo prende in prestito il monologo di Marco Antonio scritto da Shakespeare: “Ascoltatemi amici, romani, concittadini…Io vengo a seppellire Spelacchio, non a lodarlo. Il male che l’uomo fa vive oltre di lui. Il bene sovente, rimane sepolto con i suoi rami… e sia così di Spelacchio. La Virgy vi ha detto che Spelacchio era ambizioso. Grave colpa se ciò fosse vero e Spelacchio con grave pena l’avrebbe scontata. Si è vero. Sul pianto dei miseri Spelacchio lacrimava. Un ambizioso dovrebbe avere scorza più dura di questa”. Un scorza dura, appunto, e non una fragile corteccia.

Spelacchio su twitter

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